AlexandriaFin quando avevo quattro anni ero il centro delle attenzioni per la mia famiglia. Oltre ai miei genitori, i miei zii mi consideravano la figlia che non avevano mai avuto, mi riempivano di giocattoli e vestiti nuovi–che puntualmente volevo mandare in beneficenza perché erano troppi–perché ero l’unica bambina pronta a ricevere attenzioni.
Fino a che non arrivò il natale dei miei quattro anni.
Stavo facendo una torta con mia nonna quando notai mia zia con le lacrime agli occhi che parlava con lo zio, così andai a chiedere cosa fosse successo e loro sorridendo mi dissero senza giri di parole «avrai una cugina».
Però io sapevo che mia zia non potesse avere figli, così ero un po’ scettica, ma mi hanno spiegato che avrebbero adottato una bambina di sette anni.
In sostanza ero la bambina più felice al mondo.
Quando arrivò diventammo subito unite, e io le spiegai tutto ciò che bisogna sapere sulla famiglia, come non parlare mai di animali con il nonno perché potrebbe diventare emotivo–molto emotivo–oppure di non mangiare mai qualcosa cucinato da mio padre se non vuoi morire.
Adesso è come la mia sorellona, e litighiamo proprio come tali alcune volte, ma non saprei cosa farei se non ci fosse.
Poi è arrivato mio fratello, e siamo diventati i tre moschettieri.
Quando eravamo piccoli alle feste di famiglia, non trovavi uno senza l'altro.«Lo odio cazzo» quasi urlo dal nervoso.
«Lo so.»
«Con che coraggio lui osa giudicarmi se neanche mi conosce, cosa gli ho fatto?!» cammino avanti e indietro per la camera gesticolando come una pazza.
«Questo non lo so» commenta mia cugina Lydia sfogliando la sua rivista di moda.
Oggi ho saltato le lezioni per incontrarla a casa sua.
Lydia da poco è diventata una donna indipendente, vive da sola nel quartiere più ricco della città e ha appena iniziato a lavorare come stilista.
Sono così orgogliosa di lei.
«Mi da così sui nervi» mi butto sul suo letto prendendo un cuscino e lo premo sulla mia faccia soffocando un urlo.
«Lo hai già detto mille volte» sbuffa mia cugina.
E lo dirò altre mille. Ho bisogno di sfogarmi seriamente.
La cosa che mi fa più incazzare è che pensa che io sia una persona così terribile da fare qualcosa del genere ad una mia compagna–non che mi interessi cosa pensa quello stronzo.
«Parliamo di altro» si lamenta mia cugina.
«Tipo?»
«Tipo del fatto che mamma si è fidanzata» dice con nonchalance.
«Cosa?!» spalanco gli occhi scioccata.
Sapevo che gli zii avessero divorziato, ma che la zia si fosse fidanzata no.
«Già.»
«Con chi?»
«Non sei pronta per sentirlo» commenta mettendomi sulle spine.
«Dai spara» insisto appoggiando il mento sulla mano.
«Il mio professore di biologia del liceo.»
Cazzo che gossip!
«Oddio non ci credo.»
«Credici» alza semplicemente le spalle lei.
Non sembra averla presa male.
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Swim or Drown
RomansaAlexandria si è sempre posta una domanda: nuotare o affogare? Durante il corso dei suoi diciott'anni capirà quale sarà la risposta più adeguata, ma non sarà da sola ad affrontare una delle domande più importanti della sua mente, altri cinque ragazzi...