15. Ti lascio!

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Alexandria


Fin dalle medie ho sempre trovato Frost di una bellezza disarmante, mi incantava il modo in cui  i suoi capelli splendevano quando entrava anche solo uno spiraglio di luce, e io non riuscivo a smettere di guardarli.

Mi chiedevo: chissà come sono al tatto?

Ma tanto sapevo che non avrei mai potuto scoprirlo.

Adoravo come i vestiti scuri, che gli coprivano ogni strato di pelle, contrastavano la pallida pelle che a parer mio lo caratterizzava molto.

Tutto di lui mi affascinava, anche solo come gesticolava quando parlava, appariva sempre sicuro di sé, ed una cosa era certa, non potevo smettere di fissarlo.

Poi ho iniziato ad odiarlo perché lui odiava me, questa cosa mi ha confuso e non poco.
Come potevo odiare qualcuno per cui provavo attrazione?

Così ho cercato di ignorare come fosse seducente anche solo quando si mordicchiava il labbro.

Fin quando giorni fa non me lo sono ritrovato a poca distanza da me sulle scale, dove potevo scoprire l'odore del suo profumo e perdermi della sua meravigliosa fragranza.

O quando l'ho visto calzare a pennello uno smoking fatto apposta per lui, ricordo ancora come mi ricordava un angelo che sprizzava freddezza e sicurezza da tutti i pori.

O quando prima indossava quella cazzo di camicia semi aperta che faceva intravedere il petto muscoloso con uno spiraglio di tatuaggio.

E la voglia di scoprire fin dove arriva il tatuaggio è altissima.

Potrò ignorare l'attrazione per sempre, ma di certo non scompare.

Vorrei tanto trovarlo brutto.

La domanda più importante è: perchè sto pensando a lui?  

«Alex.»

Skylar entra nella mia visuale camminando con passo pesante verso di me.

Quando si avvicina scorgo il viso e gli occhi leggermente arrossati.

Incrocia le braccia al petto nascondendo il suo sguardo da me, guarda ovunque tranne che nella mia direzione, sa che cercherei di studiarla, capendo così cosa sta provando, perché in fondo la conosco bene.

Senza pensarci nemmeno, la prendo per le spalle e avvolgo le mie braccia intorno a lei, lasciando che si chiuda nel mio abbraccio libera di sfogarsi di ogni problema che la turba.

Skylar fin da quando ci conosciamo non si è mai aperta con me del dolore che prova, o almeno lo fa raramente, si è tenuta tutto dentro, nascondendo il suo dolore dietro una barriera che si è creata per proteggersi.

Di giorno si nasconde dietro i sorrisi, mentre la notte si lascia affogare nelle lacrime, e il giorno dopo ripete di nuovo la sequenza, vivendo un loop.

E io all'inizio non vedevo tutto quel dolore, non la conoscevo bene, ma giorno per giorno ho iniziato a scoprirla e buttare giù le sue barriere, per poi infilarmici dietro e proteggere le sue insicurezze.

Fra le mie braccia scoppia in un pianto silenzioso, le spalle le tremano e alcuni singhiozzi sono ovattati dalla mia spalla, stringo più forte le braccia intorno a lei facendole capire che sono qui con lei, che ci sarò sempre per lei. 

«C-come ha potuto...?!» sussurra con voce spezzata dal pianto.

«Vuoi raccontarmi cosa è successo?» mormoro dolcemente accarezzando la testa. 

Lei annuisce e poi si scosta dall'abbraccio incrociando le braccia.

«Ha detto che ha visto mio padre» dice semplicemente. Si scosta i capelli umidi dal viso per via delle lacrime.

Swim or DrownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora