45. Io voglio solo te

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Frost

Avete presente la sensazione in cui il tempo si ferma, dove tutto scorre lentamente, mentre ogni pezzo intorno a te si sfracella al suolo, ma nonostante tutto, ogni rumore sembra minimo rispetto a quello dei tuoi pensieri fastidiosi.

E tu sei continuamente a chiederti quanto manca alla fine?

Quanto manca alla fine di questo inferno.

Quanto manca?

Non riesco nemmeno a concentrarmi su ciò che sta dicendo Ethan, probabilmente mi sta urlando contro, probabilmente pensa sia colpa mia.

Ma i miei pensieri sono disconnessi dalla realtà.

Vorrei semplicemente sfondare la porta della stanza in cui è ricoverata Lex, sedermi affianco a lei e tenerle la mano.

Vorrei che non si sentisse più soffocare dal suo passato, ingombrante e tortuoso.

Vorrei che non dovessere più sentire quella sensazione di panico quando entra in acqua, il modo in cui si lascia abbandonare al terrore. Ho ancora impresso nella mente la sua espressione impaurita, il panico presente che non la faceva respirare.

Mentre adesso non posso nemmeno entrare là dentro.

Quanto manca?

Mi alzo in piedi e vado dal primo dottore che capita, ovvero sempre lo stesso, quello che sta chiaccherando con Annya.

Appena mi vede non si trattiene più dallo sbuffare.

«L'ultima volta che ho detto?»

Quando vede che non rispondo alza un sopracciglio.

«Non molli mai eh?»

Scuoto la testa.

Non se si tratta di Lex.

«Quando si sveglia puoi entrare.»

Ritorno al mio posto, con l'ansia più alta di prima, aspetterò qua anche tutta la notte, finché non si risveglia non me ne vado.

Quando mi siedo sulla sedia, vicino ad Ethan e Skylar, non posso evitare di sentire un commento abbastanza irritante.

«Lui non dovrebbe nemmeno entrare» le sussurra, pensando di non farsi sentire.

Peccato che io l'abbia sentito.

Questa volta non riesco più a trattenermi, ho passato più di due ore a subire gli insulti patetici di Ethan, capisco che sia arrabbiato, ma io non ce la faccio più.

«Qual è il tuo problema?!» sbotto rivolgendomi a lui.

Quando alza lo sguardo su di me, vedo la solita rabbia che lo caratterizza.

«Il mio problema?!» fa una risata amara.

Lo guardo e basta.

«Dovresti ricordarti ciò che le hai detto il giorno dell'ultima punizione.»

Lo ricordo ogni singolo momento.

E me ne pento ogni singolo momento.

«Se vuoi rinfacciarmi le cose che dico, prima cerca sul vocabolario la parola coerenza» ribatto con ostilità.

«Mi stai dando dell'incoerente?»

«Non ci eri ancora arrivato?»

In un attimo Ethan si alza arrivando davanti a me. Mi prende la maglia in due pugni e mi avvicina a lui.

«Non osar-»

«Ehi!» urla il dottore. «Se volete picchiarvi andate fuori, per l'amor del cielo questo è un ospedale» allunga il braccio per indicarci l'uscita.

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