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Sono sempre stata dell'idea che viaggiare rappresenti il miglior modo per fare esperienza e crescere e forse questo pensiero lo devo principalmente al lavoro dei miei genitori, il quale ci ha portato, fin da quando ero piccola, a girare di città in città senza mai fermarci per troppo tempo da nessuna parte. Quindi si, forse è questo il vero motivo che mi spinge ora ad andare avanti con il sorriso sulle labbra, senza rimuginare su ciò che mi sto lasciando alle spalle.

Tre anni, questo è stato il tempo che abbiamo vissuto a Roma, l'immensa e magica Roma.
Tre anni meravigliosi fatti di tante risate e nuove amicizie, le quali porterò sempre con me.

Quando a papà è arrivata la nuova assegnazione, mentirei se negassi che un leggero velo di malinconia non mi ha coperto il volto...
Vicenza, beh non è esattamente come Roma, e ormai mi ero quasi abitata al traffico e alle luci sempre accese della capitale, ma questa è la mia vita e vivere il cambiamento negativamente non mi avrebbe portata da nessuna parte.
Ecco perché dopo aver salutato la piccola casa che ci ha accolto in questi anni, senza nessun rimpianto salgo in macchina pronta ad affrontare le lunghe ore che ci aspettano...

«sei sicura di aver preso tutto Giulia?» domanda subito mamma guardandosi nello specchietto, prima di ripassare il rossetto, ormai sbiadito, sulle labbra.
«si mamma e comunque mi ha detto Dario che se dovesse trovare qualcosa, me la spedirà» le rispondo, prendendo poi il cellulare per avvisare il mio amico romano che sono partita.
Dario è stata la persona con la quale ho più stretto in questi anni... Lui è energico, solare e innamorato della danza proprio come me, ed è stata infatti questa passione comune ad avvicinarci e a renderci quasi indivisibili.
Ricordo ancora come il suo viso si è abbuiato quando gli ho detto che sarai dovuta partire il mese successivo, facendomi provare per la prima volta della vera tristezza.
È da fin quando sono piccola infatti che creare amicizie mi risulta difficile, forse perché sapendo che ad un certo punto le avrei dovute salutare, non trovavo il senso di legarmi a qualcuno in particolare, ma con Dario non è stato possibile mantenere questa distanza emotiva.
Lui è come il fratello che non ho mai avuto e tutti i pomeriggi vissuti insieme in cameretta a provare coreografie trovate su YouTube resteranno per sempre impressi nella mia mente e nel mio cuore.

«ah Giuliè ho sentito la scuola prima e la preside mi ha detto che quando vuoi, anche da domani mattina, loro ti aspettano» esclama papà ad un tratto dopo alcune ore di viaggio, abbassando il volume della radio, facendomi così annuire in risposta e preparare anche psicologicamente all'idea della nuova struttura nella quale dovrò andare e dei nuovi compagni di classe, che mi auguro siano simpatici o per lo meno gentili.

Quando finalmente arriviamo davanti a quella che chiameremo casa per chissà quanto tempo, subito i miei occhi si posano sopra ad una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro che sembra star aspettando proprio il nostro arrivo.
«ben arrivati signori Stabile, spero che il viaggio sia andato bene» esclama sorridendo e contagiando immediatamente anche me.
«ehm si grazie, tu sei?» le domanda confuso papà recuperando dal bagagliaio le nostre valigie.
«oh si giusto, io sono Chiara Porchianello e abito proprio nella casa qui accanto, mio padre è il direttore dell'azienda per la quale lavorerà. Avrebbe voluto accoglierla lui, ma a causa di alcuni impegni non è riuscito, perciò eccomi qua»
«grazie tesoro, sei stata molto gentile a venire... io comunque sono Susi, mio marito è Carlo e questa è mia figlia Giulia» fa le presentazioni mamma sorridendole calorosamente, prima di lasciarmi da sola davanti alla ragazza dagli occhi grandi, per aiutare papà.
«ciao Giulia, io sono Chiara, ma forse già l'ho detto» esclama lei ridendo allungando poi una mano per stringere la mia, cosa che prontamente ricambio.
«molto piacere» affermo leggermente in imbarazzo davanti al suo sguardo curioso.
«quanti anni hai?»
«diciassette, te?»
«anche io! Verrai alla nostra scuola?»
«non so, dipende a quale scuola mi hanno iscritta i miei»
«beh guarda qui ci sono solo due istituiti e oltretutto condividono lo stesso cortile, perciò penso proprio che andrai dove vado io»
«ci sono solo due scuole?»
«eh si! È piccola Vicenza... ma dove hai vissuto fino ad oggi?»
«a Roma»
«oh mio dio! Davvero? Sai che io sono nata proprio lì?»
«ah si?»
«si mamma è romana e fino ai miei cinque anni siamo state lì, poi beh lo sai anche tu, no? Il lavoro di papà ci ha fatto trasferire qua»
«anche tuo padre si sposta spesso per lavoro?»
«prima si, ma nella sede dove è ora ci sono così tante cose da fare che credo che fino alla pensione non andrà da nessun'altra parte! E menomale oserei anche dire... è pesante trasferirsi di continuo»
«a me piace viaggiare»
«certo, anche a me, ma se devo andare al mare o in vacanza con i miei amici... Ah tra l'altro domani se vieni a scuola te ne faccio conoscere alcuni, sono simpatici»
«oh grazie, ma non devi sentirti in obbligo»
«ma va! A me fa piacere e poi mi sembri una tipa apposto»

Mi mandi in cortocircuito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora