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«che canzone ti metto?» domanda subito Sangio non appena saliamo sulla terrazza dove ha deciso dovrò ballare, prendendo in mano il suo cellulare aprendo così Spotify e cliccando sulla piccola lente di ingrandimento pronto a digitare il brano che gli dirò.

Ho l'ansia a mille al sol pensiero che tra pochissimi secondi condividerò con lui una delle parti più importante di me e seppur già inizio a percepire le gambe tremare, non vedo l'ora che avvenga per vedere quale sarà la sua reazione.

Infatti nonostante senta dentro di me quel timore di non piacergli, voglio farlo.
Lo voglio perché desidero davvero ripagarlo per essersi aperto con me poco fa e per avermi donato un pezzettino di se stesso.
E poi sento di potermi fidare di lui e di quella sua sensibilità, che seppur cerca di nascondere, sento essere enorme.

«Drivers License di Olivia Rodrigo» rispondo dopo qualche secondo di silenzio, scegliendo così come canzone una sulla quale io e Dario abbiamo lavorato alcuni mesi fa, creandone una coreografia che dal primo all'ultimo momento ho amato montare.
«perfetto. Sei pronta?» chiede subito lui alzando lo sguardo verso di me, sorridendo leggermente come a volermi rassicurare e incoraggiare allo stesso tempo.
«vai schiaccia play» affermo chiudendo poi gli occhi lasciandomi andare e seguendo il suono che esce dal suo cellulare, che grazie al silenzio della città che ci circonda risulta essere chiaro e limpido.

Il mio corpo inizia così a muoversi libero e per la prima volta, nessuna paura o ansia di sbagliare i passi si impossessa di me e quasi sorrido quando ne prendo consapevolezza.

È da un mese infatti che a lezione con Porcelluzzi lotto contro il terrore di commettere errori e non so quante volte mi sono sentita dire dal mio maestro di scollegare la testa e di non pensare a niente...
E solo adesso su questa terrazza, con un ragazzo che conosco da poche settimane, sto riuscendo a fare proprio quello che mi ha da sempre chiesto.

Non appena la musica si ferma, con ancora con le mani vicine al petto e il cuore che cerca di rallentare, percepisco i suoi passi avvicinarsi a me e ancor prima di voltarmi, le sue braccia circondano il mio corpo in un abbraccio talmente inaspettato e allo stesso tempo spontaneo che mi fa bloccare il respiro e sciogliere del tutto come Olaf di Frozen davanti al caminetto.

«wow» sussurra Sangio depositando un leggero bacio vicino al collo, provocandomi così centinaia di brividi su tutta la pelle.
«allora? Cosa ne pensi?» riesco a domandargli con un filo di voce non smettendo di sorridere, trovando anche il coraggio di girarmi e di guardarlo negli occhi, desiderosa di conoscere ogni sua sensazione, anche la più piccola.
«credo che non ci siano parole giuste per esprimere quello che penso»
«addirittura?»
«non ho mai visto nessuno muoversi così. Davi l'impressione che volassi»
«come una farfalla?»
«si. Come una farfalla. Eri talmente leggera, intensa e tante altre cose che sono senza parole»
«grazie Sangio, non sai quanto mi fa bene sapere questo. Ho sempre paura di non essere abbastanza...»
«porca troia, non è per niente così Giulia. Sei stata assurda»
«grazie»
«perché pensi di non essere abbastanza?»
«forse perché negli anni alcune persone sono arrivate a farmi credere di non essere niente di che, di non valere niente e che ogni cosa facessi fosse uno schifo»
«non sai quanto si sbagliano»
«e te?»
«cosa?»
«ti hanno mai fatto sentire sbagliato?» domando, speranzosa di conoscerlo un po' di più e di comprendere cosa l'abbia portato ad essere così chiuso e duro con il mondo circostante.

Non appena però le mie parole escono dalla bocca in modo brusco si allontana da me, facendomene pentire all'istante.

«di me non si parla» borbotta con un tono freddo da farmi congelare sul posto e sospirare delusa.
«ma perché?»
«perché non te ne deve fregare un cazzo Giulia. È la mia vita e tu non sei nessuno» urla prendendo il cellulare scendendo le scale, dirigendosi poi verso la macchina.
«perché fai così?» esclamo provando a fermarlo stringendogli il polso, prima di permettergli di aprire l'auto e scomparire all'interno di essa.
«io sono così»
«non è vero»
«tu non mi conosci. Smettila di crearti nella testa chissà quale storiella. Io non sono quello che pensi Giulia»
«non ti capisco. Io giuro che ci ho provato, ma inizio ad essere stanca. Ogni volta reagisci in questo modo, senza alcun motivo» affermo cercando di mantenere un tono basso, sentendo però dentro di me un fuoco accendersi sempre di più.
«nessuno ti ha mai chiesto di capirmi»
«ma se io volessi farlo? Se volessi conoscerti realmente?» grido esasperata a causa della sua freddezza, avvicinandomi ancora di più a lui, distraendomi osservando quel tic alle mani farsi sempre più persistente.
«e perché vorresti? Sentiamo» sputa freddo e diffidente, assottigliando poi lo sguardo mostrando così come quel muro che sembrava aver iniziato a buttare giù, piano piano lo stia rialzando.
«lo voglio e basta, non ho secondi fini. E poi credo tu sia molto più di quello che vuoi far vedere, forse anche molto di più di quello che tu credi di essere» sussurro senza mai staccare gli occhi dai suoi prima di fare un respiro profondo.
«vedi? È questo il problema Giulia. È questo il motivo per cui uno come me, dovrebbe stare alla larga da una come te. Vedi cose che non esistono»
«e se invece ti sbagliassi?»
«porca puttana ma perché sei così testarda?»
«perché ci tengo a te»

Non faccio in tempo a continuare a spiegargli quali sono le altre motivazioni che mi spingono a volerlo conoscere, che mi ritrovo a dovermi aggrappare alle sue braccia per non cadere, quando inaspettatamente spinge con urgenza le sue labbra contro le mie.
Con una mano circonda immediatamente la mia schiena, attirandomi così ancor di più a se e poco dopo, spostandomi i capelli su un lato, inizia a lambire di baci anche la parte del collo scoperta.

«S-sangio» ansimo per poi imbarazzarmi quando percepisco le sue dita inoltrarsi sotto al maglione azzurro che indosso, andando così a toccare il mio fianco nudo.
«fermami» sospira lui con gli occhi chiusi, mentre continua il suo assalto alle mie labbra mordendole e leccandole sensualmente, facendomi perdere ogni traccia della mia innocenza quando spinta da un non so quale coraggio faccio scivolare una mano lungo il suo petto accarezzandolo e avvicinandomi pericolosamente all'elastico dei pantaloni neri che indossa.

«Giulia cosa mi stai facendo?» domanda a se stesso come se fosse tormentato, provocandomi un sorriso quando mi rendo conto che quello che sto provando io lo sente anche lui.
«permettimi di conoscerti Sangio» sussurro poi, quando per riprendere fiato ci stacchiamo per qualche secondo, appoggiando la fronte alla sua incastrando così anche i nostri occhi che brillano di desiderio.

Prima ancora che possa rispondere però il suo telefono inizia a squillare e non appena legge il nome sullo schermo si allontana in fretta da me, facendomi subito percepire la mancanza del suo calore.

«che succede?» domanda nell'istante in cui accetta la chiamata, guardandomi con la coda dell'occhio mentre cerco di sistemarmi i capelli e la maglia che si è alzata fino allo sterno.
«arrivo subito, dieci minuti e sono da te» esclama ad un tratto, per poi bloccare il cellulare e aprire la portiera della macchina.
«entra» ordina, ritornando ad avere il solito atteggiamento scostante.
«dove devi andare?» provo a chiedergli temendo già per la sua risposta.
«ti accompagno a casa» afferma ignorandomi e facendomi così capire di dover stare zitta e che tutto quello che abbiamo appena vissuto è durato giusto il tempo di qualche minuto e che forse non dovrà più ricapitare.

✨✨✨✨✨

Buonasera, scusate per il ritardo ma ero fuori.
Comunque ecco qua il nuovo capitolo.

Spero che vi piaccia e se sarà così lasciate sia una stellina che un commento se vi va!

Vi ringrazio di cuore per le letture continue e per l'affetto che mi date.

Per la prossima settimana vi informo che aggiornerò solo una volta e sarà tra mercoledì e giovedì.

Nel frattempo vi auguro una buonanotte e una buona domenica per domani.
- fede 💕

Mi mandi in cortocircuito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora