«mettiti questa» esclama Chiara lanciandomi una gonna rossa dritta in faccia, facendomi barcollare mentre mi alzo dal suo grande letto, dopo aver terminato di fare i compiti in programma per lunedì.
«ehm no grazie» le rispondo, rigirandomi fra le mani quel pezzo di stoffa, che tutto ha, fuorché
l'aspetto di una vera gonna.
«ti starebbe davvero bene Giù, non so se hai idea del culo che hai» ribatte la mia amica, passandosi il mascara sulle folte ciglia, in un modo talmente preciso da farmelo invidiare.
«ma si può sapere dove andiamo?» le domando preoccupata, inarcando poi un sopracciglio, quando come risposta, ottengo solo un mezzo sorrisetto.
«mi avevi promesso che sarebbe stata una serata tranquilla Chiara!» piagnucolo, gettando esasperata quella gonna sul letto, decisamente troppo corta per i miei gusti.
«non è una delle solite feste, stai tranquilla baby»
«non mi fido di te» sbuffo, agguantando poi un paio di jeans neri, stretti a vita alta.
«ti prego almeno mettiti il top verde che ti ho regalato» mi prega Chiara, unendo le mani in una supplica, come se la sua felicità dipendesse dalla scelta del mio abbigliamento.Quando un'ora dopo, raggiungiamo il locale scelto da Evandro, subito l'odore di alcol e sigarette mi invade infastidendomi e facendomi anche alzare gli occhi al cielo, conscia già che quello che mi attenderà sarà una serata che di tranquillo non avrà proprio nulla.
«ciao bellezze siete arrivate finalmente!» esclama non appena ci scorge, il fidanzato della mia amica, salutandomi con un cenno del capo, prendendo poi per mano Chiara, portandola così a sedersi sopra alle sue gambe.
«ei Giulia...come va?» domanda ad un tratto Raffaele alzandosi dal divanetto nero sul quale era seduto, per scoccarmi un bacio sulla guancia, facendomi arrossire all'istante a causa del suo gesto del tutto inaspettato.Sono passate ormai due settimane dalla sera in cui l'ho visto picchiarsi con Giovanni, e dopo quell'episodio non l'avevo più incontrato, come se avesse deciso di scomparire nel nulla e stesse anche nascondendo qualcosa... e forse è proprio per questo motivo che ora averlo davanti a me e così vicino, mi sta provocando una sensazione di disagio, che non riesco a fare a meno di provare e soprattutto di gestire.
«ehm tutto bene grazie» esclamo dopo qualche secondo di silenzio, rendendomi conto di non aver ancora risposto alla sua domanda.
«ottimo! Ti va qualcosa da bere? Una coca magari?» chiede con tono gentile e così dopo aver annuito, mi invita a seguirlo verso il bancone del bar per fare le nostre ordinazioni.
«ti piace questo posto?» domanda mentre attendiamo le bibite.
«sinceramente? No» affermo, cercando allo stesso tempo di non perdere di vista Chiara, che ha già preso a dondolare su se stessa a ritmo della musica, con Alessandro vicino.
«beh Evandro ha gusti strani, però ti assicuro che ti ci abitui dopo un po'»
«non lo so... questi posti, non sono fatti per me»
«vorrà dire che la prossima volta lasceremo organizzare a Serena! Lei è molto più elegante nella scelta dei locali... Comunque stai molto bene vestita cosi» esclama sorridendo e lasciando
scorrere il suo sguardo lungo il mio corpo.
«oh ehm grazie», borbotto mordicchiandomi il labbro a causa dell'imbarazzo, e spostando poi lo sguardo su tutta la sala in cerca di aiuto da parte di Chiara, Serena o addirittura Evandro, ma senza alcun risultato.Continuo la mia perlustrazione, mentre Raffaele scambia due parole con il barista, che evidentemente conosce, fin quando non
trovo due occhi azzurri fissarmi.
Sbatto le ciglia più volte, sorpresa e felice di rivederlo dopo giorni, pronta anche a raggiungerlo, quando tutto l'entusiasmo scompare vedendo una ragazza bellissima e con un caschetto nero avvicinarsi a lui, sedendosi poi sulle sue gambe lasciandoli dei baci lungo la mascella.A disagio, distolgo lo sguardo e quando il barista posa davanti a noi le nostre ordinazioni, non faccio in tempo a tirare fuori il portafoglio, che Raffaele prontamente paga per entrambi.
«grazie sei gentile» affermo, afferrando la
mia bevanda e portando la cannuccia alle
labbra.
«è il minimo, per una bella ragazza come te» esclama lui nello stesso istante in cui Giovanni e quella ragazza passano al nostro fianco,
dirigendosi verso quelli che presumo essere i bagni.
«quel tipo, crede di essere il padrone del
mondo» borbotta, mandando giù
un'abbondante sorso del suo cocktail, probabilmente alcolico.
«sembra che ti abbia fatto qualcosa da come ne
parli»
«no, non ho mai avuto il piacere di avere a che
fare con lui» risponde, distogliendo poi lo sguardo, mentendo così spudoratamente, considerando l'episodio in cui l'ho visto coinvolto in quella specie di rissa, senza però che lui se ne accorgesse.
«la ragazza con cui era invece la conosci?» domando per fare conversazione e forse per cercare di capire meglio con chi Giovanni ora stia passando del tempo.
«si chiama Martina, frequenta il mio istituto, quello davanti al tuo...» mormora storcendo le labbra.
«è antipatica?»
«non direi, ma dai parliamo di altro! Raccontami
qualcosa di te»
«oh beh non c'è molto da dire a parte che praticamente ho passato quasi tutta la mia vita a girare da una città all'altra»
«stavi a Roma prima, vero?»
«esatto»
«hai qualche hobby?»
«ballare può essere considerato un hobby?»
«direi di sì... anche Chiara e Serena danzano, lo sai?»
«certo, ho iniziato a frequentare la loro scuola adesso»
«wow beh deve essere molto impegnativa, ma se qualcosa ti piace, sei sempre pronto a fare dei sacrifici»
«è vero. E te invece? Cosa ami fare?» domando venendo però interrotta da Chiara che barcollante si avvicina a noi seguita da Alessandro e Evandro.
«ei ragazzi» urla lei cercando di sovrastare la musica che sembra divenire sempre più alta mano mano che l'ora si fa tardi.
«quanto hai bevuto Chià?» le chiede ridendo Raffaele, prima di mettersi a parlare con i due ragazzi di calcio.
«Chiara, che ne dici se ce ne andassimo? Ho promesso ai miei che sarei tornata presto e tu non mi sembri stare benissimo» esclamo facendola poi sedere sullo sgabello, per non vederla cadere a terra.
«no dai, la festa è appena iniziata Giù... oh la senti? Adoro questa canzone! Andiamo a ballare» grida correndo verso la pista, trascinandomi con sé al centro.
«balla te... io ho bisogno di prendere un po' d'aria» le dico staccando così la sua mano dal mio polso, raggiungendo velocemente l'esterno.
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Mi mandi in cortocircuito
RomanceGiovanni Pietro Damian è da sempre considerato un ragazzo dal quale stare lontani. Non è mai stato controllato, tuttavia l'aggressività che ha liberato dopo quello che è successo, è aumentata spaventosamente, a tal punto, da essere considerato un v...