9

2K 98 27
                                    


«porca miseria Giù! Quel ragazzo è pazzo di te» urla Serena fin troppo euforica non appena termino di raccontarle quello che è successo quattro sere fa con Sangio, portandomi a tapparle immediatamente la bocca per evitare che i nostri compagni di scuola scoprano tutto prima di entrare in classe e incominciare le lezioni.
«abbassa la voce scema. E comunque sei esagerata, semplicemente penso di stargli simpatica tutto qua» mormoro guardandomi poi attorno perdendomi ad osservare come la maggior parte dei nostri coetanei, compresa Chiara e gli altri, stia fumando in cortile in attesa del suono della campanella.
«certo come no, guarda ci scommetto un gelato che a breve arriverà il bacio»
«ma che dici? Non sarà così. Nemmeno ho il suo numero di telefono, figurati se ci baciamo»
«non serve il numero di telefono per baciarsi»
«lo so. Intendevo dire che non abbiamo quel tipo di confidenza...»
«beh io sono convinta che a breve arriverete ad averla»
«se accadesse, per me sarebbe il primo»
«il primo bacio?»
«si»
«oh Giù... non devi avere paura, né tanto meno ansia. Sarà bellissimo quando capiterà»
«e se non ne fossi capace?»
«avviene in modo naturale e poi vedrai che Giovanni ti guiderà e tutto quanto sarà fantastico»
«mi sembra assurdo anche solo il pensarci ad un ipotetico bacio con lui, è normale?»
«si perché tu non ti rendi conto di quanto sei bella e di quanto lui sia preso da te»
«ma tu lo credi davvero?»
«che cosa?»
«che io gli piaccia...»
«Giulia, io con Sangio non ci ho mai parlato tantissimo, però ti posso assicurare che la persona con la quale hai passato del tempo e che mi hai descritto è totalmente diversa da quella che fa vedere agli altri e questo suo cambiamento non posso non attribuirlo ad un vero e reale interesse per te»

Non faccio però in tempo a risponderle che uno strano silenzio si espande per tutto il cortile, bloccando così il chiacchiericcio che solitamente contraddistingue l'entrata a scuola e solo quando mi volto in direzione del grande cancello ne comprendo il motivo.

«ohh è ritornato. Mi sa che la sospensione deve esser finita» esclama subito Serena, quasi contenta di rivederlo.
«già» borbotto io non riuscendo minimamente a staccare per un solo secondo gli occhi da Sangio che sicuro di se, affianco a Deddy e Tancredi, cammina lento varcando poi ancor prima del suono della campanella la porta che conduce alle classi.
«tu sai che ha fatto per farsi sospendere?» domando ad un tratto spinta da una curiosità incredibile e che da tempo non provavo così forte.
«si, ma non sta a me raccontartelo» ribatte agitata Serena caricandosi lo zaino rosa in spalla, pronta ad andarsene verso il suo istituto.
«e chi dovrebbe farlo?»
«lui. Lui dovrebbe farlo Giulia» sussurra con un tono strano prima di salutarmi e lasciarmi sola e confusa.

Ore dopo terminate le lezioni e finalmente con un pomeriggio libero senza danza, mi dirigo accompagnata da una leggera brezza che sta prendendo il posto a quella gelida delle scorse settimane, verso la biblioteca del paese per cercare di mettermi in pari con lo studio nonostante la mia testa sia da questa mattina ancora rimasta fissa su Sangio.
Ho sperato con tutta me stessa di incontrarlo per parlarci o per anche solo risentire quel profumo alla menta che ormai ho imparato a conoscere bene, ma niente... è sembrato quasi che fosse svanito nel nulla, cosa che invece non si può dire altrettanto delle voci nei corridoi le quali hanno continuato a risuonare senza sosta per tutte e sei le ore.

Sono sempre stata dell'idea che quello che gli fosse successo in passato e del perché fosse stato sospeso non era affar mio e che non avrei voluto saperlo, forse per paura di farmi in qualche modo condizionare negativamente, ma adesso, dopo averlo conosciuto, non riesco proprio più a tenere a freno la mia curiosità e il forte desiderio che sento dentro me di cercar di comprenderlo di più e scoprire ogni cosa che lo riguarda.

Sono talmente assorta in questi pensieri che nemmeno mi rendo conto, quando prendo posto al tavolo grande vicino ad uno scaffale pieno di libri, di una ragazza bellissima seduta proprio davanti a me, che sembra avere delle difficoltà nel muoversi a causa della sua sedia a rotelle.

«ei hai bisogno di aiuto?» le domando gentilmente quando all'ennesimo suo sbuffo la vedo arrendersi e incrociare le braccia arrabbiata.
«oh grazie, si! Mi è caduta la penna sotto al tavolo e non riesco proprio a riprenderla a causa di sta cosa» borbotta, aprendosi però in un grande sorriso quando qualche secondo dopo le passo la sua biro blu.
«grazie mille. La prossima volta mi devo ricordare di portare l'astuccio intero» esclama ancora, ringraziandomi e spostando poi una ciocca di capelli castani dietro all'orecchio. 
«oh tranquilla. Nessun problema anche io mi scordo sempre qualcosa»
«dai menomale allora non sono l'unica, comunque io mi chiamo Mary, cioè Maria, ma tutti mi chiamano Mary»
«molto piacere, io sono Giulia»
«non ti ho mai vista da queste parti, anche se forse è semplicemente perché non esco molto da un po' di tempo»
«oh no ma io sono nuova. Mi sono trasferita da Roma solo un mese fa»
«wow un bel cambiamento Roma Vicenza»
«si, anche se onestamente mi piace molto qui»
«davvero? Io vorrei andarmene invece»
«è vero che è piccola come città, però non è così orribile...»
«oh ma non è per la città in sé, sono alcuni ricordi che ho qui e alcune persone che ci vivono a farmi desiderare di andarmene»
«mi spiace. Ti posso capire perché anche per me quando ho vissuto a Genova, nel periodo delle medie è stato un incubo e so quanto sia liberatorio andarsene via»
«già spero di riuscirci un giorno! Comunque io ora devo andare via perché mi ha appena scritto mio cugino che è qui fuori ad aspettarmi»
«ah si certo, hai bisogno di una mano?»
«no tranquilla posso farcela. È stato bello conoscerti Giulia, sei proprio carina»
«grazie anche tu»
«se ti va ci scambiamo il numero così magari ci vediamo qualche altra volta»
«certo!»

Quando ore più tardi la bibliotecaria mi avvisa dell'imminente chiusura, recupero il mio zaino e una volta dopo averlo messo in spalla e aver salutato gentilmente tutti mi dirigo verso casa conscia di non aver bisogno di correre per arrivare in orario per la cena, dato che per le prossime due sere sarò da sola.
Questo weekend infatti, dopo tantissimo tempo, i miei genitori hanno deciso di prendersi del tempo per loro due e sono così partiti per una piccola vacanza a Barcellona, approfittandone anche per salutare i genitori di mamma.

Non appena venti minuti dopo metto piede dentro casa, subito un grande silenzio mi avvolge per poi esser seguito da un leggero zampettare di Gas Gas che mezzo assonato esce dalla camera da letto per venire verso di me scodinzolando.

«ciao piccolino tu vuoi uscire a fare una passeggiata, vero?» domando scoppiando poi a ridere quando appena sente la parola "passeggiata" drizza le orecchie.
E così con il guinzaglio ben legato per non farlo scappare, nuovamente esco di casa dirigendomi verso il solito parchetto, con forse un po' troppa speranza dentro me di rivedere una persona in particolare.

Questo desiderio smodato di vederlo, di parlarci, di sentire il suo profumo è così forte e illogico, che mi eccita e allo stesso tempo mi spaventa.
Non so cosa ci sia tra noi due, non riesco a capirlo e il non trovare spiegazioni ai miei sentimenti mi manda sempre più in confusione man mano che il tempo passa.
Giovanni è così riservato, chiuso e a volte duro che sembra non voler lasciar posto a nessuno e seppur sento che potrei soffrire, non riesco proprio ad ignorare la voglia che ho di conoscerlo e di comprenderlo.

«ei Giulia!» urla ad un tratto qualcuno facendomi saltare in aria dalla paura, per poi tranquillizzare quando riconosco Deddy seduto sulla panchina.
«oh ciao, come va?» domando stranita e un po' delusa nel vederlo senza i suoi due amici.
«bene, te?»
«tutt'apposto grazie»
«vieni spesso qui»
«oh s-si. A Gas Gas piace»
«ci sta»
«e te? Come mai qui tutto solo?»
«che c'è? Avresti voluto ci fosse qualcun'altro anziché me?»
«oh no... io non intendevo che...»
«tranquilla, sto scherzando. Comunque credo stiano arrivando quei due, è che sono sempre in ritardo»
«ah okay»
«ho saputo che fai danza»
«davvero? E da chi?»
«voci che girano, è così?»
«si cioè sto prendendo delle lezioni, ma sono proprio ancora una principiante»
«chissà perché, ma non ci credo. Mi dai l'idea di essere una che sa muoversi e che lo sa fare molto bene»
«Deddy» esclama improvvisamente Sangio, sbucando dal nulla con un'espressione seria e contrariata in viso facendomi rabbrividire.

✨✨✨✨✨

Ci vediamo sabato/domenica con il secondo aggiornamento di questa settimana, proprio come vi ho promesso!!

Buona serata
- fede 💕

Mi mandi in cortocircuito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora