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È il leggero vociare e canticchiare di mamma a svegliarmi questa domenica, dalla dormita più profonda che io abbia mai fatto da quando sono arrivata a Vicenza.

Dopo la serata passata in quell'orrido locale scelto da Evandro, ma terminata per fortuna in un modo totalmente diverso, grazie a quei due bellissimi occhi azzurri... sono letteralmente caduta in un sonno profondo, stremata evidentemente dalle mille emozioni che Giovanni è sempre in grado di provocarmi dentro.

Ancora non riesco a spiegarmi l'effetto che ha su di me, infondo nemmeno ci conosciamo bene, eppure mi sento legata a lui e questa è una cosa del tutto nuova e addirittura insolita per me.

«Giulia! Ti cercano» grida mamma dal piano di sotto, prima di vedere Chiara catapultarsi dentro camera mia con dei ridicoli occhiali da sole in viso.
«sai che dovrei ucciderti vero?» domanda osservandomi seria, facendomi così ricordare solo adesso di non averla nemmeno avvisata ieri della mia fuga, se così si può definire, con Giovanni.
«mannaggia Chià scusami! Sono un disastro»
«ero ubriaca per tua fortuna, perciò non sono andata così tanto in panico perché capivo le cose a metà, ma sta mattina mi è salita l'ansia perché non sapevo dove tu fossi finita stronzetta!»
«hai ragione, ti giuro che farò di tutto per farmi perdonare...»
«beh inizia pure a dirmi dove sei spartita e soprattutto con chi»
«oh ehm... non so se ti piacerà saperlo»
«non dirmi che è quello a cui sto pensando»
«non so a cosa stai pensando» mento, distogliendo lo sguardo dal suo, sapendo di essere già stata sgamata.
«GIULIA! Ti avevo detto che dovevi stargli alla larga»
«non l'ho fatto apposta, anzi sembra quasi che sia il destino a farci incontrare tutte le volte»
«ma quale destino? E poi... aspetta, tutte le volte?Quante cavolo di volte vi siete visti voi due?»
«la scorsa settimana, in un bar e poi dopo ha iniziato a piovere e ci siamo ritrovati ancora tutti e due a ripararci sotto una tettoia»
«oh Giù... lo sai che lui è pericoloso! E poi non è per niente un tipo da relazioni serie, l'hai visto ieri al locale con Martina, no?»
«mi ha detto che non è successo niente tra loro due ieri»
«e tu ci hai creduto?»
«perché dovrebbe mentire?»
«per entrarti nelle mutande Giulia!» esclama lei ad alta voce ovvia, ferendomi e facendomi così sentire solo una grandissima stupida.
«io... scusami, non volevo offenderti Giù è solo che tu sei così innocente e ingenua, che sembra sempre che tu non veda mai la malizia e la cattiveria nelle persone! Io desidero solo proteggerti, tutto qua. Ecco perché ti ho detto quelle cose» afferma dopo qualche secondo di silenzio, evidentemente conscia di aver esagerato.
«non fa niente. Forse hai ragione tu» ribatto, alzandomi poi dal letto diretta verso il bagno, per cambiarmi e sopratutto per prendere un po' d'aria, cosa che in questa camera sembra essere del tutto scomparsa.

Non appena rimango da sola, circondata semplicemente da quattro pareti bianche, osservo la mia immagine riflessa allo specchio, situato sopra al lavandino e incapace di mentire a me stessa, una lacrima scende leggera sul mio viso.

Non posso negarlo, le parole di Chiara mi hanno ferita, perché se è seppur vero che a volte sono ingenua e innocente, non sono così stupida come forse lei e tanti credono.
Il periodo vissuto alle medie, mi ha fatto capire, anche fin troppo presto considerata la mia giovane età, che le persone possono essere davvero cattive e questo spesso senza averne alcun motivo, ma quello che ho provato tutte le volte che sono stata con Giovanni, non si è mai avvicinato alla paura e alle sensazioni negative che sentivo a tredici anni.

«Giulia...» sussurra poco dopo Chiara, prima di bussare delicatamente la porta.
«scusami davvero» ripete per la seconda volta, nel giro di qualche minuto, facendomi chiudere gli occhi, sperando così che tutti i ricordi brutti che hanno deciso di riemergere nella mia mente possano cancellarsi subito lasciandomi libera.
«entra» le dico, dopo aver girato la chiave, consentendole così di entrare, venendo però all'istante investita dalle sua braccia che si stringono a me.
«mi dispiace tanto Giù... è solo che ho sentito cose su di lui che mi spaventano e siccome ho già iniziato a volerti tanto bene, non voglio che Damian ti faccia del male» afferma ancorata a me, ribadendo il suo pensiero per la centesima volta, facendomi anche quasi sorridere per la sua testardaggine.
«lui con me è sempre stato diverso Chià... forse è assurdo per te, ma lui è stato davvero gentile con me. Io non so che voci girano sul suo conto e credo di non volerle nemmeno conoscere, perché semplicemente quello che ho provato parlandoci mi è piaciuto, indipendentemente da quello che può aver fatto in passato. E questo non so cosa significhi e cosa vorrà dire nel futuro, ma ti posso assicurare che non gli permetterò di farmi del male» esclamo convinta, osservando la mia amica negli occhi cercandole di far capire quanto io sia sicura delle mie sensazioni.
«forse hai ragione tu, forse lui non è così male come dicono in tanti! In ogni modo, io mi fido di te e di ciò che provi tu Giulia... solo ti prego sta attenta»

La settimana successiva passa come se nemmeno fosse mai esistita a causa dei centinaia di impegni, che hanno iniziato ad inserirsi nella mia routine.
Da quando ho iniziato a fare lezioni di danza, infatti, il tempo sembra scorrere sempre così veloce da non farmi rendere conto dei giorni e delle ore che passano davanti a me.

Ho sempre amato sentirmi libera di esprimermi con la musica usando il corpo e adesso avere avuto l'opportunità di imparare in modo più specifico fino a quanto posso spingermi e quante emozioni posso esprimere con dei semplici movimenti, mi fa sentire di aver trovato finalmente il mio posto nel mondo.

«bravissima Giulia, ottimo lavoro» esclama Francesco Porcelluzzi, il mio maestro dopo aver terminato di eseguire una delle coreografie da lui create.
«pensavo se ti andasse, che nel saggio che faremo tra due mesi sarebbe bello se ti esibissi anche te, che ne dici?» mi domanda mentre si avvicina allo stereo grande posto in un angolo della sala, per spegnere così la musica che continua a suonare nella stanza.
«oh... davvero? Pensi che ne sia in grado?»
«certo! Te l'ho detto Giulia, sei brava e quando imparerai a credere in stessa sono sicuro che diventerai una ballerina incredibile»

L'ora dopo, con il borsone in spalla, come ormai avviene tutti i giorni della settimana, esco dall'Accademia e sempre con le AirPods nelle orecchie mi incammino verso casa, cercando già di pensare a come vestirmi per la serata organizzata da Chiara questa sera.

«sempre Rosalía?» domanda ad un tratto quella voce ormai fin troppo famigliare, facendomi alzare lo sguardo del cellulare proprio mentre stavo cambiando canzone.
«ei ciao» esclamo forse con fin troppo entusiasmo, sorridendo felice di rivederlo.
«da dove arrivi?»
«dalla scuola di danza. È proprio qui, dietro l'angolo»
«sei una ballerina?»
«ci provo e te? Che ci fai qui?»
«avevo alcune commissioni»
«sei sempre così evasivo?»
«preferisco esser definito riservato»
«Sangio dove cazzo sei finito?» urla improvvisamente quello che mi pare chiamarsi Dennis e che gira sempre con Giovanni, avvicinandosi poi a noi, puntando subito i suoi occhi sopra il mio corpo.
«e tu sei?» chiede, continuando ad osservarmi curioso e allo stesso tempo sorpreso.
«Giulia» rispondo io, allungando la mano per presentarmi.
«piacere mio tesoro. Io sono Dennis, ma per le belle ragazze come te Deddy»
«ti serve qualcosa?» interrompe ad un tratto Giovanni, con un'espressione seria e quasi infastidita in volto.
«Bias ti vuole per finire il pezzo, ma gli dirò che sei un attimo impegnato. Vi lascio soli, è stato bello conoscerti Giulia, spero di rivederti in giro» afferma Deddy sorridendo, prima di allontanarsi entrando nuovamente in quella specie di condominio grigio dal quale era sbucato pochi secondi fa.
«perché ti chiama Sangio?» domando troppo curiosa, senza riuscire a trattenermi, vedendo immediatamente i suoi occhi alzarsi al cielo.
«lo sai che fai troppe domande? Te l'hanno mai detto?»
«qualche volta... allora? Perché Sangio?»
«è solo un soprannome»
«perché non mi convinci?»
«perché sei così esasperante?»
«avanti! Tu sai diverse cose di me, mentre io quasi nulla»
«scrivo e canto qualche canzone, fine del discorso»
«wow! Ma io sono ancora più curiosa adesso!»
«non l'avrei mai detto...»
«un giorno mi farai sentire qualcosa?»
«e tu? Ballerai per me?»
«oh ehm non penso che...ecco, io non credo che...»
«facciamo così Giulietta, solo quando tu troverai il coraggio di ballare qualcosa davanti a me, allora io ti canterò qualcosa»
«d'accordo»
«bene, io devo andare adesso»
«oh si giusto... allora ci vediamo»
«ciao Giulia»

✨✨✨✨✨

Ciaooo eccomi qua come promesso con un nuovo aggiornamento.

Sarò veloce perché sono al mare, comunque spero che vi possa piacere anche questo capitolo e naturalmente aspetto di leggervi nei commenti.

Grazie per il supporto e ci vediamo moooolto presto con il prossimo!

Buona domenica
- fede💓

Mi mandi in cortocircuito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora