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Sono passati sette giorni dal bacio con Sangio.
Sette giorni in cui mi sono letteralmente barricata in casa, saltando addirittura la scuola, usando la semplice scusa di un mal di testa e nonostante io abbia trascorso tutto questo tempo da sola provando a distogliere i miei pensieri da quello che è successo, studiando e guardando centinaia di volte il video della coreografia che devo preparare per il saggio di maggio, proprio non sono riuscita, nemmeno per un istante a togliermi dalla testa e a dimenticare la sensazione che ho provato nel sentire le sue labbra a contatto con le mie e la terribile fitta all'altezza dello stomaco che ho avvertito quando si è poi allontanato da me, senza degnarmi di un solo sguardo.

Sono ormai arrivata alla conclusione che Sangio sia la persona più misteriosa e complicata che io abbia mai incontrato in diciassette anni di vita e seppur ho versato non so quante lacrime in queste settantadue ore, continuo a sperare in fondo al mio cuore, che questa situazione possa risolversi e che lui ritorni da me bussando alla porta dandomi così tutte le spiegazioni e le rassicurazioni di cui ho bisogno.

«Giuliaaaa!» urla ad un tratto una voce all'esterno, che riconosco appartenere a Chiara, prima di sentire le sue mani posarsi sulla porta d'entrata in un bussare continuo, distraendomi dai miei pensieri.

E così senza nemmeno avere il tempo di controllare le mie condizioni allo specchio, le apro e immediatamente la sua chioma biondo cenere mi acceca quando con uno slancio mi stringe forte a se.

«che ci fai qui?» le domando in un sussurro staccandomi da lei, dirigendomi poi verso la cucina per riempirmi un bicchiere d'acqua.
«non mi hai per nulla convinta con la tua scusa del mal di testa. Era palese ci fosse qualcosa che non andasse e vedendo la tua faccia, penso proprio di averci preso» ribatte Chiara sedendosi sulla sedia di legno prima di prendere una mela dal centrotavola e addentarla.
«posso vero?» chiede poi con la bocca piena, riferendosi al frutto che già sta mangiando facendomi scoppiare ridere per la prima e sincera volta dopo interminabili ore passate nel silenzio totale.
«allora? Che succede? C'entra per caso Damian?» continua a domandarmi la mia amica non arrendendosi e arrivando subito al punto, schietta e sincera come poche.
«già» borbotto distogliendo subito lo sguardo dal suo, preparandomi mentalmente alla romanzina che mi farà non appena avrò finito di raccontarle tutto quello che è avvenuto.
«che ha fatto questa volta?»
«mi ha baciata»
«porca troia! Cosa?»
«Chiara! Le parole...»
«sti cazzi del linguaggio Giulia. Ti ha baciata! Quando? Come è stato? Bello? Brutto?» urla riempiendomi di domande, con un entusiasmo che proprio non avevo immaginato potesse manifestarsi in questo modo soprattutto dato che riguarda lui.
«se mi lasci parlare ti spiego» provo a dirle, fermandola dall'applauso felice che ha iniziato a fare spinta dall'euforia.
«okay! Però non tralasciare niente, mi raccomando»
«in sostanza stavo facendo una passeggiata con Gas Gas quando ho incontrato Dennis al parchetto in fondo alla via e niente sono stata lì con lui a parlare qualche minuto fino a quando poi ad un tratto è apparso Giovanni. Non cosa sia successo, ma dopo un po' totalmente a caso si è arrabbiato per qualcosa e se ne è andato via. Senza riuscire a starmene ferma l'ho raggiunto, ma lui continuava ad ignorarmi e quando gli ho quasi detto di andarsene a quel paese, mi sono ritrovata con le spalle contro una parete e le sue labbra sulle mie...» spiego raccontandole tutto, fermandomi a causa di un suo gigantesco sospiro, facendomi anche scoppiare a ridere quando noto l'espressione sognante che le è spuntata sul viso.
«ei! Continua immediatamente signorina. Cos'è successo dopo?»
«se ne è andato via»
«se ne è andato via?»
«si»
«ma è coglione?!»
«un pochino... non so cosa gli sia preso, ma si è staccato di botto e dopo aver praticamente obbligato Dennis a riaccompagnarmi a casa è scappato via»
«e non si è fatto sentire?»
«no, a parte che non ha il mio numero, ma comunque non mi ha nemmeno cercata in questi giorni»
«non so cosa dire Giù»
«già... io proprio non lo capisco sto ragazzo! È un'enigma»
«e tu come stai?»
«ho pianto, poi me ne sono fregata, poi ho pianto di nuovo e sperato che si facesse vivo. Ora credo di essere nella fase dell'apatia»
«a me non sembri molto apatica amica. Le tue occhiaie e i tuoi occhi mostrano senza filtri quanto ci stai male»
«è perché mi ha delusa»
«ti avevo detto di stare attenta»
«lo so»
«che hai intenzione di fare adesso?»
«boh. Risulto patetica se confesso che vorrei rivederlo e risolvere tutto quanto?»
«non sei patetica, sei semplicemente cotta e stracotta»
«ma mannaggia...»
«tu credi veramente che lui sia una persona diversa da come la descrivono?»
«si. Nonostante quello che è successo non riesco a vederlo come una persona cattiva»
«e allora non mollare. Lunedì quando ritorniamo a scuola gli devi parlare»
«come mai ora mi consigli di non arrendermi? Non eri tu quella che mi ha quasi praticamente urlato contro di non combinare nulla con lui?»
«si sono sempre io, ma non posso negare di vedere quanto sei presa da lui e se ti ho imparato a conoscere anche solo un pochino, so che non sei una persona che si interessa così a caso di qualcuno! Se sei arrivata al punto di baciarlo è perché evidentemente davvero lui ha qualcosa di buono dentro. Perciò faccio il tifo per te! Un po' meno per lui, perché comunque ho ancora paura che ti faccia soffrire e perché è uno stronzo, ma ho fiducia in te e se ti rende felice allora è giusto che tu non molla»

Mi mandi in cortocircuito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora