Sono arrivata alla conclusione che Vicenza alla fine non è una città così orribile come Chiara voleva farmi credere.
Certo, rispetto a Roma o Milano, dove ho vissuto per soli tre mesi, è molto diversa, più piccola e quasi tutti i negozi e ristoranti sono concentrati in un unico punto: il centro.
Ma a parte questo, quello che avevo potuto visitare nel pomeriggio dopo scuola insieme a Chiara, mi aveva lasciato belle sensazioni, che però si erano del tutto congelate con l'invito che mi aveva fatto sempre la stessa ragazza con la quale da ormai più di ventiquattro ore passavo del tempo.«stasera vado a ballare e tu verrai con me. Ale passa alle ventuno. Fatti trovare pronta» aveva esclamato senza nemmeno darmi il tempo di rifiutare o per lo meno rifletterci su, correndo poi dentro casa sua.
E così con l'ansia a farmi da migliore amica, dopo essermi preparata e aver indossato un semplice vestito nero, corto fino al ginocchio e le mie inseparabili Dr.Martens, in silenzio con il telefono tra le mani, sperando ancora in un cambio di programma dell'ultimo minuto, attendo Chiara e il suo fidanzato, seduta sui due gradini all'entrata di casa.
Non ho mai partecipato a grandi feste in tutti questi anni.
Con Dario le nostre uscite consistevano essenzialmente nel fare un semplice giro per Roma, mangiando un panino o prendendo un gelato, per poi rientrare a casa e passare ore interminabili a guardare serie tv e ballare.
Solo una volta ricordo di averlo accompagnato ad una festa, organizzata però da una sua compagna di Accademia, per la quale aveva e tuttora ha una cotta, ma dopo soli dieci minuti tutto era finito, perché dopo aver visto Sissi, la ragazza che gli piaceva, baciarsi con un altro, velocemente eravamo scappati via...«ei baby salta su» grida ad un tratto Chiara dopo aver abbassato il finestrino dell'auto, facendomi spaventare per la sua uscita improvvisa e tornare con la mente alla realtà.
Venti minuti dopo accompagnate da Alessandro e dal suo amico Raffaele, entriamo nel locale scelto e subito la musica alta risuona nelle mie orecchie lasciandomi per qualche secondo frastornata.
«allora Giulia ho visto su Instagram che balli...» urla Chiara prendendomi a braccetto per trascinarmi al centro della pista.
«oh ehm si, mi piace ballare, ma non ho mai fatto danza» le rispondo temendo già quelle che potrebbero essere le sue intenzioni.
È passato solo un giorno, ma questa ragazza mi sembra di conoscerla da una vita intera.
«beh da quello che ho visto balli molto bene! Io faccio danza, sai?»
«davvero? Che bello! Piacerebbe tanto anche a me prendere lezioni, ma non sapendo mai per quanto tempo mi fermo in una città, ho sempre evitato di unirmi a corsi o Accademie...»
«ci sta, ma baby ora è tutto diverso! Domani parlerò con i miei per farti iscrivere alla scuola di danza che frequento io»
«cosa? No! Devo parlarne con i miei genitori prima»
«beh avvisali semplicemente che dalla prossima settimana i pomeriggi sarai fuori casa»
«dici che mi prenderanno nella tua scuola?»
«certo! E poi sei brava per davvero, certo si vede che hai bisogno di studiare un po', ma sei anche meglio di tante ragazze che fanno danza da anni»
«grazie Chiara»
«di nulla! Forza ora fammi vedere che sai fare» termina di dire prima di allontanarsi leggermente da me iniziando a muoversi a ritmo della musica.È così sensuale e leggera che subito una sensazione di disagio attraversa il mio corpo, ma non appena mi prende per mano cercando così di coinvolgermi in quella specie di piccola coreografia che sta creando sul momento, ogni pensiero di essere sbagliata e imbarazzante rispetto a lei svanisce e la testa, seguita dal mio corpo, si lascia andare seguendo il suono che riempie il locale, ormai gremito di gente.
«è stato bello! Sei fantastica Giù» esclama Chiara dopo aver ballato tre canzoni di fila, camminando verso il bancone per prendere qualcosa da bere e così placare la sete che ad entrambe si sta facendo sentire a più non posso.
«si è vero» ribatto, guardandomi poi attorno, osservando le luci che ad intermittenza illuminano e oscurano la stanza, provocando una strana alterazione visiva, mentre il dj continua a mettere una canzone dietro l'altra senza sosta.
I miei occhi continuano a vagare curiosi per il locale, fino a quando si posano su un ragazzo alto, come se attirati da una qualche forza invisibile e per dei secondi non riescono proprio a staccarsi da lui.
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Mi mandi in cortocircuito
RomanceGiovanni Pietro Damian è da sempre considerato un ragazzo dal quale stare lontani. Non è mai stato controllato, tuttavia l'aggressività che ha liberato dopo quello che è successo, è aumentata spaventosamente, a tal punto, da essere considerato un v...