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«ciao bimba» esclama ad alta voce Dario chiamandomi con il nomignolo con il quale era solito fare quando vivevamo insieme a Roma, continuando a sorridermi dolcemente.
«allora che fai? Non mi abbracci più?» aggiunge poi sgridandomi per finta, mettendo su anche un broncio da bambino capriccioso, che mi fa scoppiare a ridere prima di correre verso di lui per stringerlo così in un caloroso abbraccio.
«sei un monello! Mi hai fatta preoccupare tantissimo cretino» borbotto dopo alcuni secondi, stretta ancora tra le sue braccia, felice di averlo qui con me dopo mesi di distanza.
«lo so, mi sono troppo divertito»
«antipatico»
«allora? Come sta la mia migliore amica?»
«ora benissimo. Che bello che sei qua. Ma perché non me l'hai detto?»
«volevo farti una sorpresa»
«beh ci sei riuscito alla grande. Ma chi ti è venuto a prendere alla stazione?»
«tua mamma. Quella donna è meravigliosa, credo mi sia mancata più lei che te» afferma ridacchiando, ricevendo all'istante un mio pugno sulla spalla.
«ora comunque capisco perché mamma continuava a dirmi di salire in camera...»
«già, abbiamo attuato un gran piano, devi ammetterlo. Ma adesso basta parlare, andiamo a mangiare quella torta che ha preparato perché è da mezz'ora che la bramo»

Venti minuti dopo con la pancia stra piena e gli occhi a cuoricino per esserci goduti il dolce di mamma, la salutiamo e una volta aver messo nello zaino un po' di vestiti, raggiungiamo Chiara, che da quando sono passate le diciannove non ha smesso nemmeno per un secondo di stressarmi per il ritardo che sto facendo.

«quindi questa tua amica com'è?» domanda durante il breve tragitto Dario, guardandosi attorno con fare curioso.
«simpatica, ti piacerà» rispondo immediatamente, pronta a continuare a descriverla, quando proprio lei si affaccia alla porta di casa fulminandomi con lo sguardo, frenando così ogni altra mia parola.
«sei in ritardo Giulia e questo chi è?» chiede all'istante non appena si accorge del ragazzo al mio fianco.
«lui è Dario, il mio migliore amico»

Terminate le varie presentazioni, entriamo e senza perdere ulteriore tempo Chiara ci innonda di idee sulla scelta del suo outfit per la sera.

«devi fare colpo su qualcuno?» prova a saperne di più Dario, dopo un po', seduto sul pouf bianco della camera della mia amica.
«no, cioè forse. Dici che sarebbe un male se il mio fosse un si?» ribatte lei evitando il mio sguardo che velocemente le si posa sopra davanti a questa sua ammissione.
«no perché? Se non hai più il ragazzo sei libera di fare quello che vuoi» risponde Dario veloce, anticipandomi.
«ma ti piace qualcuno Chiara?» domando poi, troppo curiosa e sorpresa nel vederla così imbarazzata.
«non lo so ancora. Insomma mi sono appena lasciata con Ale e credo sia giusto prendermi del tempo per stare da sola. Però poi è arrivato lui con quel fare dolce e ultimamente parliamo ogni giorno e non riesco a smettere di pensarci. Però non capisco se mi piace veramente o se è solo un bisogno di attenzioni. Quindi forse se mi vestirò provocante attirerò la sua attenzione e così magari ci baceremo e allora capirò se Ev davvero mi piace. Però non so, dite che il mio è un piano stupido?» risponde Chiara velocemente senza nemmeno prendere il respiro, spalancando poi gli occhi sconvolta quando si rende conto di aver fatto il nome del ragazzo in questione.
«ti piace Evandro?» domando felice sapendo quanto lui sia un ragazzo serio e gentile.
«non lo so Giù, mi sento strana. Noi siamo amici, ma...»
«ti attira» continua per lei Dario intromettendosi nella conversazione con una facilità tale che fa sembrare di essere tutti e tre amici da una vita.

Due ore dopo con la musica alta a fare da contorno e il solito odore di fumo e alcol nell'aria, raggiungiamo il centro del locale e con ancora le giacche addosso, ci lasciamo andare al ritmo delle canzoni messe dal dj.

È una sensazione troppa bella essere qui a divertirmi, ballando con non solo i miei nuovi amici, ma anche con colui che è stata la mia spalla e il mio punto di riferimento per anni.
Adoro vedere Dario così a suo agio con Chiara, Sere e i ragazzi.
Già lo sapevo che sarebbero andati d'accordo, ma dal pensarlo al vederlo l'emozione che si prova è decisamente più grande.

Mi mandi in cortocircuito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora