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«Sere io vado a prendere qualcosa da bere, sto morendo di sete» urlo rivolta alla ragazza dai lunghi capelli castani, cercando così di sovrastare la musica alta prima di dileguarmi e allontanarmi dalla pista, dove credo di aver ballato per almeno mezz'ora ininterrottamente.

Nonostante io odia lo stare così affollati in un luogo chiuso e l'odore del fumo mi dia tremendamente fastidio, devo confessare che la musica che quel dj mette è veramente ottima e lo sfogarmi ballando insieme a Serena mi ha proprio risollevato l'umore che era diventato nero catrame a causa di Giovanni.
Ho provato con tutta me stessa a non guardarlo più da quando sono stata presa e trascinata al centro del locale per ballare e sono fiera di dire che ci sono riuscita.
Vederlo baciarsi con Martina è stato un colpo basso da parte sua, anche se a mente lucida so che non posso prendermela in modo così personale, dato che tra me e lui non c'è un bel niente.

«una coca con ghiaccio, grazie» ordino al barista, ottenendo in risposta un'espressione scioccata e poco dopo la mia bibita richiesta in un bicchiere di vetro colorato.
«Giulia! Scusami se sono andato via prima, ma Ale e Luca volevano parlarmi di una cosa. Ho visto che ti sei divertita con Serena a ballare» esclama all'improvviso Raffaele, arrivando alle mie spalle, sedendosi poi sullo sgabello accanto a me, facendomi così quasi rischiare di urlare dalla disperazione.
«tranquillo, comunque si ci siamo sfogate un po'» borbotto provando con la forza del pensiero a chiamare una delle mie amiche in mio aiuto.
«bene dai, senti ti vorrei chiedere una cosa...»
«spara»
«ti andrebbe se una sera uscissimo insieme? Anche solo per un qualcosa di molto semplice, una pizza o del sushi...»
«il sushi non mi piace» affermo duramente, sentendomi però subito dopo in colpa per il tono gelido che ho usato.
«oh allora niente sushi... una pizza magari?» insiste lui, come se proprio non avesse compreso dalla mia risposta fredda, il mio totale disinteresse.
«Raffaele, ascolta io...»
«te lo chiedo come amici Giulia, non per altri secondi fini! Vorrei solo conoscerti un po' di più e basta» mi interrompe sorridendo in quel modo gentile che ruba tutte le energie e le forze che avevo in corpo, per rifiutare il suo invito.
«d'accordo» ribatto, annuendo poco convinta ormai del tutto arresa.
«perfetto! Allora dopo ci organizziamo per il giorno, va bene?»
«seh, grande!» esclamo con un lieve sorriso in volto prima di allontanarmi con la scusa di dover fare una chiamata, raggiungendo così l'esterno del locale e quel muretto che già mi ha fatto compagnia la scorsa volta.

«mannaggia Giulia, solo te ti cacci in queste situazioni...» sussurro a me stessa, sbuffando mentre ripenso alla conversazione avuta poco fa con Raffaele.

Proprio non riesco a comprendere come facciano le persone a non accorgersi quando non c'è la volontà di fare qualcosa... È vero che a causa della mia gentilezza, spesso mi sono trovata a fare cose che non mi sentivo, pur di rendere felici quelli a me vicini, ma io riesco sempre a capire quando a qualcuno non va di fare determinate cose...
Perché invece quelli accanto a me non lo capiscono?

«hai iniziato a parlare da sola adesso?» domanda ad un tratto, proprio lui, il quale dopo averlo cercato di ignorare tutta la sera, ora mi è davanti con quel sorriso bellissimo in viso, ma che allo stesso tempo mi sta facendo incavolare se ripenso a quello che ha fatto con Martina.
«eh già» rispondo evitando di proposito il suo sguardo, che al contrario del mio, lo sento bruciarmi addosso.
«tutto bene? Sembri arrabbiata...Cos'è? Hai litigato con il fidanzatino?»
«non sono arrabbiata»
«non mi hai contraddetto stavolta»
«su cosa?»
«stai con Raffaele?» chiede quasi disgustato alla sola idea.
«e se anche fosse?» replico, provando a non dargliela vinta e fargli capire quello che ho vissuto io prima vedendolo con quella ragazza.
«beh ti farei le mie condoglianze» esclama con un tono di superiorità, facendo così riemergere il suo lato antipatico, aumentando allo stesso tempo il mio nervosismo.
«forse dovresti farle a te stesso quelle, considerando con chi sei stato per tutta la sera» replico pentendomi immediatamente di quanto appena detto a causa della mia impulsività.
«ahh quindi è per questo che sei arrabbiata... Lo sai che solitamente bisognerebbe essere gelosi del proprio fidanzatino e non degli altri?»
«Raffaele non è il mio ragazzo! E io non sono assolutamente gelosa di nessuno» affermo quasi urlando, avvertendo subito le mie guance colorarsi di rosso a causa della tensione.

È da sempre così... Ogni volta che mi imbarazzo o mi agito divento rossa proprio come un pomodoro e non c'è nulla di più fastidioso, sopratutto quando questo può giocare a favore della persona che si ha davanti.

«sei buffa» sussurra Giovanni, prima di allungare una mano per spostare una ciocca di capelli cadutami davanti al viso.
«perché mi hai mentito?» domanda a bassa voce poco dopo, alzandomi delicatamente il mento portando così i nostri occhi ad incastrarsi.
«quando?» chiedo cercando di recuperare il senso con la realtà, che sembra esser svanito nell'istante in cui si è avvicinato a me.
«prima quando mi hai detto che stavi con il coglione»
«io non l'ho detto in realtà, hai fatto tutto tu»
«diciamo che mi hai un po' ingannato, no?»
«no»
«ah quindi il tuo obiettivo non era quello di farmi incazzare dicendomi che stavi con lui?»
«no»
«ahh Giulietta... sai che non si dicono le bugie?»
«beh tu me ne hai detta una»
«quando?»
«quando mi hai detto che tra te e Martina non c'era nulla»
«non ho mentito è la verità, lei è solo una specie di amica»
«e lei lo sa?»
«si»
«beh questa sera sembravate più che amici»
«se per questo anche tu e Raffaele...Vi ho visto dentro al locale, quando si è avvicinato a te e ti ha sussurrato qualcosa all'orecchio»
«non sapevo mi stessi guardando. E comunque quel momento è stato solo di grande disagio per me»
«perché?»
«forse sono strana io, ma quando un ragazzo mi si avvicina così, beh mi spavento un po' e poi con lui non ho una grande confidenza...»
«anche io ti sono vicino adesso»
«lo so»
«e hai paura?»
«no. Tu non mi fai paura Sangio» sussurro convinta, osservandolo poi aprirsi in un timido sorriso prima di allontanarsi un po' da me, alzando lo sguardo verso il cielo.
«che guardi?» domando curiosa di conoscere che cosa passa per la testa a questo incredibile ragazzo.
«la luna» esclama, restando con gli occhi incollati a quella sfera giallina che illumina da sempre la notte.
«è piena stasera»
«già. È bellissima»
«a che stai pensando adesso?»
«ora?»
«si»
«che dovremmo in certe situazioni, guardare le cose da un altro punto di vista...»
«cioè?»
«hai presente quando ci si sente condannati alla pesantezza? Ecco forse per raggiungere la leggerezza basterebbe solo cambiare approccio, guardare il mondo da un'altra prospettiva, magari anche solo dal punto di vista della luna. Lei potrebbe pensare che rispetto al sole è una nullità è piccola a confronto, ma non lo fa, si focalizza su quello che può dare e guardala... Da sola riesce addirittura ad illuminare l'intero cielo»
«wow» mormoro alcuni secondi dopo cercando di trovare delle parole, che possono anche solo un minimo avvicinarsi alla profondità del suo discorso, ma senza alcun risultato.
«l'hai mai vissuta quella cosa lì?» è l'unica cosa che riesco a domandargli, iniziando ad avvertire freddo a causa del vento.
«cosa?»
«l'essere condannati alla pesantezza...»
«la vivo tutt'ora. E tu?»
«mi è successo in passato. Però ogni tanto capita che ritornino quei pensieri che mi facevano stare così male da sentire proprio il peso, il blocco di cemento all'altezza dello stomaco»
«fai quasi fatica a respirare quando avviene...»
«si e la mente sembra totalmente assediata da quelle voci negative. Arrivi addirittura a pensare che non ci sia via d'uscita»
«perché? Esiste davvero una via d'uscita?»
«si... esiste, bisogna solo non arrendersi mentre la si sta cercando»
«forse per me non c'è speranza»
«o forse semplicemente hai bisogno di un aiutino in più»
«forse... Comunque ora io devo andare» mormora staccandosi dal muretto, voltando lo sguardo verso di me, facendomi quasi incantare dall'azzurro limpido dei suoi occhi.
«oh certo, ci vediamo in giro allora» replico non riuscendo però a trattenere un sorriso sincero, osservandolo poi mentre piano piano si allontana con quella sua andatura quasi bizzarra, ma allo stesso tempo unica.
«ah comunque, mi è piaciuto prima... quando mi hai chiamato Sangio» esclama prima di salire sulla sua moto e volare via, lasciandomi interdetta per dei secondi con il cuore a battere senza sosta e i brividi sulla pelle, ma questa volta non a causa del freddo.

✨✨✨✨✨

Ehilà buonasera, come state?
Vi confesso che ero in dubbio se pubblicare oggi o domani, ma alla fine un atto di bontà si è impossessato di me e quindi ecco qua il nuovo capitolo!

Allora? Cosa ne pensate?
Sangio un pochino si sta sciogliendo...forse...

Voglio leggere i vostri pensieri con i commenti, quindi sbizzarritevi pure!

Vi ringrazio nel frattempo per il supporto che state dando a questa storia!
Mi rende proprio felice.

Come sempre vi auguro una buona serata e ci vediamo settimana prossima, penso sempre verso giovedì/venerdì!

Un bacio
- fede 💓

Mi mandi in cortocircuito Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora