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La mattina seguente, in preparazione alla Sagra del Cinghiale, le due amiche stavano andando insieme a fare la spesa, per recuperare ingredienti di ottima qualità per dolci altrettanto buoni.

«Sono contenta di riuscire ad accompagnarti al mercato degli agricoltori. Erano secoli che i miei turni non me lo permettevano.»

«Siamo fortunate anche che il tempo sia clemente e che con la stagione più calda le bancarelle rimangano giù più a lungo» ribatté Tif, facendo mente locale e pensando a cosa avrebbero potuto comprare. Mandorle e carote.

Aveva proprio l'ispirazione per una torta alle carote. Una versione classica e magari una più insolita, senza stravolgere troppo quel caposaldo della pasticceria.

«Ho voglia di preparare un dolce con i pistacchi!» esclamò Ali, facendo vagare gli occhi verdi sulla schiera di bancarelle e cominciando a camminare.

Tiffany però la prese per un gomito. «Ho capito che spenderemo tutti i nostri soldi in frutta secca, perché io pensavo a delle mandorle. Almeno però andiamo da Duccio. Lui non ci fregherebbe mai con dei prodotti di scarto.»

C'erano varie ragioni per cui Tif desiderava acquistare dalla bancarella di Duccio e non erano tutte legate alla sua onestà come commerciante, né alla freschezza della sua merce – o meglio, non sono quella esposta sulla bancarella.

«Guarda quant'è carino!» bisbigliò Tif, alzandosi in punta di piedi e sporgendosi verso l'amica, mentre puntava gli occhi sul tipo con una camicia a quadri con le maniche arrotolate che spiccava sugli altri per via della sua folta zazzera rossa, leggermente scompigliata.

«Hai capito la nostra Tiffany!» Alice diede un piccolo pizzicotto sul braccio dell'amica, che le rivolse uno sguardo malizioso.

«Ciao Tiffany!» salutò Duccio, con una nota allegra negli occhi azzurri e un sorriso sul volto tondo.

«Lei è la mia amica Alice e stiamo per imbarcarci in un'impresa importante. Quindi abbiamo bisogno di prodotti ottimi, altrimenti verremo a cercarti se le nostre ricette non saranno all'altezza delle aspettative!»

Tiffany non si perse in giri di parole e cominciò ad ammirare da vicino i frutti provenienti dall'orto di Duccio. Quest'ultimo si avvicinò ad Alice con una lucida mela in mano e, nel porgergliela per fargliela assaggiare, rispose a Tiffany: «Quasi quasi mi viene voglia di darvi prodotti non eccellenti, solo per vedervi tornare da me tutte arrabbiate!»

«Poche chiacchiere!» tagliò di nuovo corto Tiffany; avrebbe voluto volentieri trascinare Duccio da qualche parte per divertirsi un po' con lui, ma quello non era il momento adatto, era concentrata sulle ricette che voleva preparare con Alice per lo stand della sagra.

La bancarella di Duccio era perfetta per il loro scopo, perché, oltre ad avere prodotti coltivati personalmente dal ragazzo, vantava varietà di frutta secca provenienti anche dalle attività gestite dai suoi cugini siciliani, come le mandorle e i pistacchi che Ali e Tif cercavano.

«E dai, ragazzi, già che ci siete perché non ve lo passate direttamente con le labbra quel pistacchio?» esclamò Tif sbuffando, mentre Duccio insisteva per posare un assaggio direttamente nella bocca di Alice.

Tif sapeva che la sua amica non avrebbe mai ceduto alle avances di Duccio e al fascino delle sue braccia tatuate, perché era troppo fedele a quello stronzo del Formaggioso.

Alla fine la stuzzicò lo stesso, dandole di gomito, mentre Duccio si apprestava a pesare e prezzare i loro acquisti: «Guardalo ora e non dirmi se non è troppo carino» sussurrò Tif sollevandosi la massa di capelli scuri e fingendo di sventolarsi quando il ragazzo inforcò un paio di occhiali dalla spessa montatura nera per vedere meglio. «Ha un'aria così carina e innocente che mi eccita!»

Alice scosse la testa e chiese all'amica: «Allora perché non ci hai ancora provato con lui?»

Tif si strinse nelle spalle. «Forse per non andare contro i nostri interessi. Ha dei prodotti troppo buoni per rovinare l'amicizia.»

Il loro discorso venne interrotto da Duccio, che proclamò il prezzo della loro spesa.

«Così poco?» domandò Alice, esterrefatta.

Tiffany, abituata agli sconti di Duccio, afferrò il portafoglio e pagò, poi si congedò, dicendo: «Grazie mille! Ti aspettiamo alla Sagra del Cinghiale, facci più pubblicità possibile.» E gli mollò qualche volantino su una cassetta di zucchine, prima di dividersi il bottino con Alice.

*

Dopo aver recuperato il ricco bottino da Duccio, Tif e Ali si consultarono sul cosa cucinare, e optarono per qualcosa di rustico e facile da spizzicare: Tif si sarebbe buttata in una torta di mele, carote e nocciole, Ali invece su dei biscottini morbidi ai pistacchi; fecero due calcoli e alla fine avevano già il necessario a casa, quindi quella sera indossarono battagliere i loro grembiuli e, dopo aver imbastito i fornelli si misero all'opera nel loro piacevole silenzio concentrato.

Alice si muoveva rapida e sicura mentre montava le chiare con le fruste elettriche, vedere quel liquidino un po' maleodorante trasformarsi in una grossa nuvola vaporosa era una cosa che le dava una soddisfazione difficile da spiegare. Un po' come quando vedeva gonfiarsi un soufflé nel forno, o si caramellizzava la superficie di una crema catalana, diventando croccante e scura.

Aveva provato a farlo capire al suo ragazzo, ma lui era uno semplice e si limitava a mangiare quello che preparava.

Si era da subito trovata bene con Tiffany. Aveva trovato il suo annuncio d'affitto e dopo un primo colloquio l'altra l'aveva accettata senza riserve. Alice si era stabilita nella stanza per gli ospiti e si era promessa di non dare troppa confidenza alla padrona di casa in quanto aveva un po' timore di sembrare invadente.

In fondo, lei voleva solo un po' di indipendenza dai genitori, col suo lavoretto poteva anche permettersi un affitto basso e mantenere uno stile di vita decoroso: Alice non desiderava altro.

Ovviamente sperava da tempo di andare a vivere con Amodeo, ma lui al momento sembrava stare benone a casa dei suoi, l'anno prima le aveva pure proposto di andare a stare da lui, ma lei non se la sentiva di dividere un quadrilocale con i potenziali suoceri, e aveva declinato.

Ecco, forse era stato da quel momento che le cose tra loro due avevano iniziato a incrinarsi, ma Alice sapeva che in una coppia ci sono momenti alti e altri bassi, e loro stavano passando per il secondo, solo che negli ultimi mesi le sembrava di trascorrere il tempo con lui a bisticciare e basta.

Sospirò.

«Lo so che pensi al Formaggioso, quindi piantala o ti do un calcio in culo» la voce di Tiffany interruppe i suoi ragionamenti, e ridacchiò per dissimulare.

Incredibile come fossero entrate subito in sintonia nonostante avessero caratteri completamente opposti l'uno all'altro, e questo era uno dei motivi per cui le era così legata.

«Sospiro per quel tocco di ragazzo qui sotto» ribatté sorridendole.

«Oh, ecco, allora va bene!»

Risero assieme e si mangiarono un po' d'impasto di torta crudo.


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