«Cattive notizie.»
«Paride, no... Cosa?»
La Sagra del Cinghiale si teneva in Piazza del Municipio e le bancarelle si snodavano per le stradine sinuose tra i vecchi palazzi attorno, il cielo era coperto da una sottile patina di nubi ma l'aria era ancora tiepida.
Alice e Tiffany avevano avuto difficoltà a muoversi tra la folla, pareva che tutti i cittadini delle città attorno si fossero riversati in massa all'evento, cosa non da escludere.
Loro due erano riuscite ad avere i permessi per la sagra, l'unica cosa che erano state in grado di rimediare all'ultimo in modo che fungesse da banchetto era stato un tavolino pieghevole un metro e cinquanta per un metro gentilmente dato in prestito da Lina e Franco, su cui avevano poi messo la migliore tovaglia – il servizio buono di nonna Giulietta che Tiffany aveva ricevuto in dono vari Natali prima.
Stavano accomodando le teglie colme di biscottini, quando era arrivato Paride in jeans attillati e camicia chiara a maniche corte, l'aria particolarmente corrucciata.
«Cesarina ci ha paccato.»
Il viso di Tiffany virò in breve dal bianco al bordeaux. «Cosa?»
«Ha scritto un messaggio nel gruppo quindici minuti fa, non l'hai letto?»
«Cazzo, no! Starei anche lavorando... Cristo!»
«Scusami ma Seb non può chiamarla...» riprese Tif dopo una pausa sgomenta.
Cadde per un attimo il silenzio, in quanto finalmente, voltando lo sguardo, notarono seduto su un cestino rovesciato Sebastiano, che singhiozzava in silenzio.
«Seb ha provato a chiamarla per chiederle di venire nonostante lei fosse "stressata dal lavoro di ieri", Rina l'ha presa come un affronto personale e l'ha lasciato.»
«Via telefono» concluse Tiffany, senza sapere bene che fare.
Ma a tal proposito per fortuna aveva Alice.
«Oddio, no, no Seb!» Ali non ebbe esitazioni, lasciò cadere a terra la pellicola con cui aveva avvolto con cura i biscotti e fu subito accanto a lui, accoccolata a terra mentre la gente guardava il povero Sebastiano piangere senza pudore. Gli passò un braccio attorno alle spalle e lui si lasciò scivolare nel suo morbido abbraccio, piangendo lacrime calde sulle sue spalle.
«A volte dimentico quanto sia sensibile» commentò Paride con un'alzata di spalle incurante. «Tempo stasera e gli passa.»
«Sì, ma noi?» Tiffany ebbe un'ondata di rabbia. «Ci hanno addirittura pagato per il concerto, e noi siamo senza batterista e un chitarrista! Paride, siamo nella merda! Ci serve un miracolo per uscirne fuori!»
Dato che l'altro pareva non volerle rispondere, si mise a saltellare su e giù, strattonando Paride, che la fissava immobile, con un'espressione impotente negli occhi chiari.
«Dede, non fare l'inebetito proprio ora! Dobbiamo trovare una soluzione!» strillò di nuovo Tif: se c'era una cosa su cui era estremamente suscettibile, quella era la band. Ed anche quando la gente le diceva che aveva usato poco sale in una ricetta.
«Potremmo fare una sessione acustica, solo noi due» tentò Paride, ma nemmeno lui era troppo convinto. Anche se sapeva suonare sia la chitarra che il basso, era quest'ultimo il suo strumento prediletto. Non era bravo a sufficienza con arpeggi e virtuosismi, da tenere due ore di concerto acustico senza far venire sonno al pubblico.
«Pensa, pensa a chi potremmo chiamare che sappia suonare la chitarra o almeno la batteria!» Tif poteva improvvisare qualcuno degli assoli di Seb, ma né lei né Paride sarebbero stati in grado di cimentarsi alla batteria.
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RUM MATES
ChickLit[AUTOCONCLUSIVA] Alice e Tiffany sono due amiche e coinquiline, appassionate di cucina. Insieme si divertono a sperimentare ricette sempre nuove e originali, soprattutto dolci di ogni tipo, sognando un giorno di poter trasformare il loro hobby in un...