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Dopo Natale, il resto dei giorni in quell'anno sembrarono volare per le ragazze, impegnate com'erano nell'organizzazione di buffet – il primo per il 26 dicembre, organizzato in occasione del concerto natalizio del coro locale, il secondo per la festa di San Silvestro di uno dei locali più frequentati della città. Entrambi furono dei successi e non lasciarono loro molto tempo di rimuginare sui rapporti con Alex e Lorenzo, o qualsiasi esponente dell'altro sesso. Per la prima volta dopo anni lavoravano a Capodanno, quindi si ritrovarono a brindare e ballare in mezzo alla folla dei clienti del locale, che avevano adorato i loro dolci dal primo all'ultimo.

Passata la frenesia delle feste e dell'inizio del nuovo anno, Alice si rese conto che aveva trascurato la sua amicizia con Lorenzo e che lui dal canto suo non si era fatto sentire molto se non per degli auguri di buon anno nuovo che le erano sembrati parecchio sterili.

Gli scrisse una serie di messaggi scherzosi, alternando delle scuse mascherate da battute divertenti a proposte di vedersi, perché aveva bisogno di consigli in fatto di look – Tif puntava sempre troppo sul sensazionale - ma le risposte monosillabiche e il fatto che, ogni volta che incrociava Lore lui sembrava intento a recarsi a un appuntamento inderogabile, la scoraggiarono.

Tif con Alex invece non ci aveva neanche provato ad appianare le cose, era troppo orgogliosa per farlo e poi preferiva concentrarsi solo sul lavoro. Nella sua mente era sempre più forte l'idea di aprire una piccola bottega da gestire con Alice, dove avrebbe preparato e venduto i loro dolcetti.

Certo, le dispiaceva incrociare Alex che a malapena la salutava e sognava spesso le mani di lui che le percorrevano il corpo mentre le loro labbra non potevano fare a meno di cercarsi.

Nel profondo del cuore sapeva che aveva rischiato seriamente di innamorarsi di lui e che era il tipo di uomo che le sarebbe piaciuto avere accanto: affascinante, con un modo di fare capace di incantare, leale negli affetti e gran lavoratore.

Però...

Il filo dei pensieri di Tiffany venne interrotto quando vide la mail che aveva ricevuto: il negozietto sul viale davanti alla spiaggia era ancora disponibile per l'affitto e potevano fissare un appuntamento per un sopralluogo.

*

Tiffany era stata molto vaga e agitata nel chiedere ad Alice di uscire con lei, tanta era la foga che aveva insistito che si prendesse due ore di permesso dal lavoro. Quando le aveva chiesto cosa ci fosse di così urgente, le aveva risposto con un laconico: «Niente. Solo due passi tra amiche.»

«Allora aspetta due ore e mezza, poi da buone amiche andremo a farci due passi senza che Perego mi rifili una delle sue filippiche perché prendo permessi a caso.»

Tif però rimare irremovibile, così Alice dovette uscire prima dal lavoro, sospirando di sollievo quando raggiunse la porta a vetri dello stabile senza udire l'inconfondibile rumore dei tacchi delle scarpe sempre tirare a lucido del suo temuto capo.

Andarono in periferia, sul lungomare, le mani conficcate nei giacconi, passeggiando sotto il porticato della via dei negozi, ormai quasi tutti chiusi. Tiffany scalpitava e camminava veloce senza però dire nulla, così Alice si limitava a seguirla incuriosita. Sulla loro sinistra sentiva scrosciare il mare contro la scogliera nel buio della prima serata; Ali stava pensando a quanto fosse piacevole quel suono, quando l'amica si bloccò di botto davanti a un negozietto vuoto dalle tinte verde acqua e bianco.

«Guarda» si limitò a dire, indicando la vetrina polverosa, ed entrambe si fecero avanti per scorgere meglio l'interno buio.

«Carino» le fece Alice gentilmente. «Fa molto USA anni '50 con questo color Tiffany... Tif?!»

Tiffany le si era inginocchiata davanti e stava cercando qualcosa in tasca con febbrile frenesia, mentre la poca gente attorno le fissava leggermente divertita e sorpresa. Alice la guardava con occhi sgranati, senza capire cosa stesse succedendo effettivamente.

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