38.

105 10 2
                                    

Prima di passare al panettone alle albicocche e champagne preparato dalle ragazze, venne presa all'unanimità la decisione di fare una piccola pausa per poter quantomeno assaporare quel dessert con le papille gustative che non fossero ancora condizionate da tutte le portate precedenti.

Melissa sparì un attimo e ritornò dalla cucina con dei salatini per spizzicare qualcosa e una bottiglia di coca-cola per facilitare la digestione, Lorenzo provò a ribattere che uno escludeva l'altro, ma questo fece scatenare solo delle risate placide tutt'attorno, chiunque troppo sazio di buon cibo e ottimo vino per fare molto altro.

Alice si mise a ripercorrere mentalmente le varie portate e con Fernando si mise a chiacchierare chiedendo ricette: il padrone di casa era una vera fonte di ispirazione e tecniche culinarie da dispensare.

«Come dico sempre, il segreto in tutto è fondamentalmente uno: a fuoco lento.»

Alice annuì compunta. «Verissimo. Per il buon cibo, ci vuole pazienza.»

«Oh, finalmente qualcuno che mi capisce!» Fernando scoppiò in una fragorosa risata dandole una pacca sulla spalla, e Alice lo imitò, dopo tutto quell'alcol ridere le veniva davvero troppo facile.

«Ma basta» sbottò Lorenzo gettandosi indietro sul proprio schienale alto della sedia. «Ho letteralmente cibo che mi sta uscendo da ogni orifizio e voi state ancora parlando di cibo?»

«E di cosa, se no? Cosa ci sarebbe di più piacevole di questo?» ribatté subito Alice piccata, con un sorrisino tirato.

Melissa rivolse al figliastro un sorrisetto di chi la sapeva lunga, e disse tranquilla: «Lorenzo non è uno molto paziente, e con la cucina non è esattamente portato.»

«Lorenzo ama dare fastidio e basta» la corresse Fernando scompigliando i capelli sempre più lunghi del figlio minore che senza scomporsi disse : «Ma no. Voglio solo dare fastidio a lei» e sottolineò l'ultima parola dando un pizzicotto sul braccio di Alice, che trasalì, colta di sorpresa.

«Mamma mia, Lore, fastidioso come una scimmia» sbottò fissandolo torvo, passandosi una mano sulla manica del leggero vestito color prugna, e facendo ridacchiare gli altri attorno.

Alex e Giulio si erano alzati e stavano in piedi accanto al camino, il secondo che si ravanava in tasca per tirarne fuori una bella pipa. Chiese al fratello se avesse del tabacco, e Fernando andò a prendergliene, per poi tornare con quanto richiesto e la propria di pipa.

Era un problema se facevano due tiri di numero? Nessuno ebbe da obiettare e le pipe vennero accese, diffondendo nella sala l'odore forte e dolciastro del tabacco, e Melissa aprì con discrezione una finestra per far cambiare un po' l'aria, al che Tiffany poté scorgere con sorpresa un fitto manto di neve depositato nel cortile davanti a loro.

«Che meraviglia!» Alice si alzò per poter ammirare nella notte i grossi fiocchi freddi che si depositavano con lenta solennità.

Tiffany si alzò e in uno svolazzare del lungo vestito nero con fantasie a fiori rossi si avvicinò alle due e con fare più pratico commentò guardando il cielo dalle strane tonalità malaticce: «Non so se riusciamo a tornare a casa, con tutta 'sta neve.»

«Il problema non si pone se...»

Lei trasalì un attimo a sentire la voce bassa di Dante alle sue spalle, arrivato con passo felpato. Gettò indietro la lunga cascata di ricci per guardarlo, torcendo appena il busto: «...Se?»

«Se rimaneste qui a dor...»

«Potrebbero dormire qui, che dici babbo?» Alex apparve al lato del cugino, sovrastando la sua voce con timbro forte e duro, e Tif socchiuse appena gli occhi, scrutandolo quasi sospettosa.

RUM MATESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora