29.

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Alice prese una manciata di schiuma e la mise ridendo sul petto di Lorenzo, che sghignazzava pure lui. «Ed eccoti qui un po' di peluria fitta per questi pettorali glabri...»

«Non me ne dai tu un po' della tua sulle gambe?»

«Ma sentilo! Mica ci si depila in inverno, infamone!»

«La signorina Massari è superiore a certe cose...»

«Ti affogo!»

Acqua e schiuma schizzarono ovunque e Alice finì a cavalcioni su Lorenzo, provando a riempirgli i capelli di sapone e sali alla lavanda. «Ma guarda qui! I comandi per i getti dell'idromassaggio sono qui dietro!» constatò Alice sorpresa allungandosi per sbirciare dietro le spalle dell'altro, e schiacciò un po' di tasti a caso, azionando i vari comandi della vasca per suo immenso piacere.

«Ali m-mi stati soffocando con l-le t-t...»

Alice non si era resa conto che nello sporgersi stava asfissiando Lorenzo con il suo enorme décolleté. «Oddio. Oddio, oddio, oddio, Lore, scusa, mi spiace tanto...»

«Va bene.» Le mise una mano davanti alla bocca per zittirla. «Avrei una proposta sul dove dovresti metterle, piuttosto.» Lasciandosi scivolare all'indietro, Alice avvertì la sua imminente erezione.

«Oooh. E cosa, cosa dovrei...?»

«Una spagnola, che dici?»

Alice arrossì, distogliendo lo sguardo con imbarazzo. «Ecco, io non, ecco, ecco, non credo di aver mai...»

«Non hai mai fatto una spagnoletta al tuo ex dopo più di cinque anni di relazione? Quelle tette sono state sprecate troppo a lungo, forza, vieni qui.»

Ci misero un attimo a capire in che modo posizionarsi, e Alice finì tra le sue gambe spalancate, china su di lui mentre si teneva le tette strette tra le mani.

Dall'alto lui la dominava con lo sguardo, e con voce bassa e quasi supplichevole le chiese di muoversi con movimenti lenti sul suo pene in erezione, e Alice lo sentì scivolare duro e caldo tra i suoi seni; lo vide chiudere gli occhi, mordersi il labbro inferiore e desiderò poterlo fare lei; lui le dava il tempo con il bacino, accelerò stando sempre attenta a non essere troppo brusca e alzando gli occhi vide che la fissava con espressione quasi sofferente, lui gemette piano e con un braccio si allungò a prendere l'asciugamano che lei aveva usato come cuscinetto, ed in fretta la fermò per venirvi dentro con un lungo sospiro.

«Vieni qui che mi è venuta in mente una bella cosa.» Le sorrise malizioso trascinandola a sedere accanto a sé, e lei lo lasciò fare, docile, troppo eccitata per capire cosa fare.

«Apri le gambe, così, brava.» Lorenzo le dava istruzioni sempre con quel tono di voce basso e vibrante che le crepitava sulla pelle come una coperta di pile in inverno. «Perfetto, ora dovresti avere il getto contro, lo senti?»

Lei scosse il capo confusa, sentendo solo un getto forte e caldo sulla sua coscia sinistra. «Mh. Ok, fammi regolare un attimo il rubinettino dell'idromassaggio... Aspetta, mettiti un attimo così e dimmi se...»

«Oh!» Ad Alice sfuggì un urletto sorpreso, al che Lorenzo si fermò e ridacchiò.

«Ok, ci siamo. Attenta, piega un attimo di più le ginocchia verso di te... Così, perfetto. »

In quella nebbia densa e profumata Alice respirò a fondo mentre lui al suo fianco le infilava due dita nella vagina, si irrigidì un attimo ma si rilassò nuovamente appena lui iniziò a darle lenti baci sul collo, lasciandole calde scie di saliva sull'orecchio e sul profilo della mandibola. Lo sentì trafficare ancora un poco con le dita quando a un tratto pure il getto fece la sua e: «Oh. Oh

Lorenzo trattenne una risata. «Direi che finalmente ci siamo.»

No, Alice non aveva mai, ma mai provato una cosa simile.

«Ti credo, ragazzona.»

Oddio, aveva parlato ad alta voce? «È, è che è così intenso, così intenso

Si tappò la bocca con una mano, rendendosi conto di aver alzato davvero tanto la voce.

Il getto e le dita di Lorenzo erano davvero l'unica cosa che le pareva di sentire in quel vortice di piacere.

«No, no, piccola, grida pure. Gioisci del tuo punto G» le mormorò lui togliendole la mano dalla bocca con il braccio libero, e lei gemette forte, agitandosi nell'acqua e tra la schiuma.

«Oh, sì, sì, sì, non ti fermare. Non ti fermare!»

Lorenzo ansimava accanto a lei, nuovamente con il pene duro che le premeva sulla coscia, ma lei sentiva quella schiuma, quel calore montarle, salire, sul punto di esplodere dentro di se, come una bottiglia di birra agitata che sta per essere stappata, togliete quel tappo, stappatemi vi prego!

«Oddio!»

Lorenzo ansimò a bassa voce, roco: «Scusa piccola, ma sei troppo sexy, vieni qui da me.» E con un guizzo le fu sopra e la penetrò mentre lei continuava a urlare con il capo gettato all'indietro, ciocche di capelli bagnati appiccicati al viso accaldato e sudato, e conficcò le unghie nella schiena di Lorenzo che col fiatone spingeva sempre più freneticamente per poi venire con il naso premuto nel suo collo, stremato.


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