L'appuntamento a quattro si rivelò una piacevole serata di chiacchiere a un tavolino del birrificio artigianale, con una vista sul mare.
«Sarebbe carino tornare qui con la bella stagione» osservò Alice rivolgendosi soprattutto a Neri, nella speranza che lui le desse qualche indizio su una frequentazione a lungo termine.
Come al solito Neri rispose allegramente: «Oh, certo, sarebbe un piacere!»
Alice si perse nel suo sorriso, ma Tiffany aveva inquadrato il tipo. Simpatico e socievole con tutti, ma di certo non aveva una speciale predilezione per Alice. Non ancora.
Magari, creando l'atmosfera giusta, qualcosa sarebbe cambiato. In più, a lei premeva rimanere sola con Lapo, perciò, posò una mano sulla coscia di quest'ultimo e, avvicinandosi un po' alla zona "pacco", gli sussurrò se gli andasse di tornare a casa con lei.
In quel modo Neri avrebbe dovuto riaccompagnare Alice con la sua auto.
Lapo non se lo fece ripetere due volte e pagò la loro parte del conto, poi si avviarono fuori dal locale. Tiffany prima strizzò l'occhio ad Alice, augurandole tacitamente buona fortuna con Neri.
Non appena rimasero soli al tavolo, il cuore di Ali cominciò a battere come un forsennato e, nonostante fosse seduta su una sedia in legno scuro e massiccio, sentì le gambe tremarle e un formicolio salirle dalle punte dei piedi fino all'interno coscia.
Era emozionata, eccitata e piena di aspettativa. Quelle uscite a quattro avevano dato finalmente i loro frutti e lei aveva ottenuto ciò che voleva: un têtê a têtê con Neri.
Le tremava leggermente la mano quando prese il suo bicchiere di birra per finire l'ultimo sorso, poi si voltò a guardare il volto tondo del ragazzo e con un filo di voce chiese: «Ci facciamo un'altra birra?»
Nella sua mente si dipinsero immagini di loro due che bevevano e chiacchieravano, ridendo e sporgendosi sempre di più l'uno verso l'altra fino poi ad alzarsi barcollanti, mano nella mano, per andare a fare una passeggiata sul lungo mare, al chiaro di luna.
Era così immersa nelle sue fantasie che non capì la risposta di Neri e dovette chiedergli di ripeterla.
«Dicevo che io sarei un po' stanco, quindi, se non ti dispiace, ti riaccompagno a casa.»
Lei provò una punta di delusione, però si disse che non tutto era perduto.
Durante il viaggio in auto risero e scherzarono, parlando dei propri gusti musicali. Neri ascoltava Virgin Radio, che anche ad Alice non dispiaceva, dato che ci era abituata perché Tif passava da quella alle playlist rock di ogni genere su Spotify. Anche Lore aveva quelli stessi gusti.
Arrivarono davanti all'ingresso della corte dove abitavano Alice e Tif e Neri accostò, poi spense il motore.
"Ci siamo quasi" si disse Alice. Doveva fare la sua mossa. Stava già pensando a come fare per posare casualmente le labbra su quelle di Neri, quando lui osservò: «Stasera ero molto stanco, è stato Lapo a insistere per uscire, però mi sono divertito lo stesso un mondo.»
Ok, forse quello era un aggancio per spingersi oltre, Alice sentiva che Neri stava per dirle qualcosa di cruciale.
Infatti lui le posò una mano sul braccio e si sporse un pochino verso di lei.
Ad Alice sembrava già quasi di sentire la barba di Neri solleticarle la pelle morbida della guancia, quando lui le assestò una pacca amichevole sul braccio prima di ritrarsi.
«Ti ringrazio per la serata, è stata proprio piacevole. Dovremmo rifarlo, sai? Magari la prossima volta potremmo allargare l'invito a qualche altro amico.»
Lei era impietrita e non sapeva come rispondere. Quelle parole l'avevano colpita come una secchiata d'acqua gelata, lasciandola immobile e senza parole.
I minuti successivi trascorsero come se Alice non fosse effettivamente protagonista della scena. Fu come se si vedesse scendere dall'auto di Neri dopo un saluto frettoloso e farfugliante.
Una volta in casa si buttò a letto, ancora vestita e si addormentò piangendo, col cuore spezzato.
*
Mentre Alice sperava in un bacio con Neri, Tif si spostava dal posto del guidatore della sua auto, parcheggiata in un anfratto appartato nei pressi della spiaggia, per andare sul sedile posteriore con Lapo. I due presero a baciarsi con la foga tipica di due liceali nel pieno della tempesta ormonale. I loro corpi erano aggrovigliati, in posizione né seduta né sdraiata, e le loro lingue si cercavano senza tregua mentre le dita febbrili sfioravano la pelle eccitata sotto gli strati di tessuto dei vestiti pesanti e invernali.
Tiffany pensò che Lapo sapesse baciare divinamente. Erano anni che lei non si faceva una bella pomiciata in piena regola.
Per quanto piacevole, però lei voleva di più. Le mani di Lapo le erano già scivolate da un po' sotto il reggiseno e le stavano stringendo con gesti un po' inesperti i seni abbondanti.
A Tif la cosa faceva eccitare ancora di più.
Smaniava proprio dalla voglia di insegnargli quattro cosette. Si sfilò quindi il maglioncino color cipria e slacciò il reggiseno bianco in pizzo, senza perdersi neanche un particolare dell'espressione del ragazzo di fronte ai suoi seni tondi e nudi.
Lapo rimase a fissarla per qualche secondo con la bocca spalancata e lei ridacchiò, poi gli prese una mano e se la posò sul petto.
«Vuoi baciarle?» gli chiese, con voce calda e invitante. Lui annuì e le affondò la testa tra quella calda morbidezza.
«Ahi!» esclamò Tif, tirandogli piano i capelli per fargli capire di non stringere troppo e gli sussurrò: «Più delicatamente.»
Allora lui prese a leccarle e succhiarle i capezzoli con meno vigore, concentrandosi, con dedizione quasi, prima su un seno e poi sull'altro. "Oh, giovane sosia di Jon Snow, hai del potenziale, sai" gioì Tif tra sé e prese a slacciargli la lampo dei jeans. Infilò le dita nell'elastico dei boxer e lo sentì lungo e turgido.
Poi, fu questione di un attimo.
Lapo la spinse via, ebbe un sussulto e sul suo volto si dipinse un'espressione un pochino ebete, mentre si mordeva le labbra, come per non gemere.
Calò il silenzio, nel quale Tif realizzò ciò che era appena successo. L'aveva solo sfiorato e lui era venuto.
«Mi... mi dispiace. Non mi era mai successo... tu sei così bella e...»
Tiffany gli sorrise e gli carezzò la corta barba, poi posò le labbra su quelle di lui. «Non preoccuparti, adesso ci penso io.»
Ripresero a baciarsi, ma era come se lui fosse assente. Doveva esserci rimasto davvero molto male, povero cucciolo. Lei smise di assaporare quelle sue labbra invitanti e lo guardò dritto negli occhi scuri. «Ci riproveremo un'altra volta, ok?» Nelle mutande di Lapo rimaneva infatti tutto floscio e immobile. Nessun segno di vita.
Lapo ricambiò lo sguardo di Tif e lei si accorse che lui aveva gli occhi lucidi.
«Oh, tesoro, non è successo nulla, non preoccuparti» cercò di consolarlo e lo abbracciò.
«Non è per questo» rispose lui, tirando su col naso. «È che pensavo alla mia ex. Mi manca» piagnucolò.
Tif dovette mordersi la lingua per non uscirsene con una delle sue espressioni colorite. Sospirò e gli rivolse un sorriso tirato. «Dai, ti riaccompagno a casa.» Lui annuì in silenzio, mortificato.
Quando lo salutò con la mano dopo che fu sceso dalla sua auto, Tif considerò chiuso in maniera definitiva il capitolo Lapo. Era durato meno del previsto e l'aveva lasciata insoddisfatta, in tutti i sensi.
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RUM MATES
ChickLit[AUTOCONCLUSIVA] Alice e Tiffany sono due amiche e coinquiline, appassionate di cucina. Insieme si divertono a sperimentare ricette sempre nuove e originali, soprattutto dolci di ogni tipo, sognando un giorno di poter trasformare il loro hobby in un...