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«Ragazzi, è stata una vera figata!» strillò Tif saltando giù dal palco, con il battito del cuore accelerato a causa dell'adrenalina ancora in circolo dopo la fine del concerto. Sorrideva estasiata, le sembravano secoli dall'ultima volta che avevano suonato così. Avevano davvero spaccato. Non che Cesarina non sapesse suonare la batteria, ma il suo stile scolastico, tutta tecnica e precisione, era lontano anni luce da quello scatenato, spontaneo eppure impeccabile di Lorenzo. In più, quando sul palco o alle prove c'era lei, era come se l'atmosfera del gruppo non fosse rilassata; magari per colpa di un qualche litigio con Seb, che di conseguenza non riusciva a dare il meglio.

Nonostante fosse la prima volta che quei quattro suonavano insieme, l'alchimia era stata perfetta fin da subito. In più, c'era stata la sorpresa davanti alla presenza scenica e al carisma di Alex. Non solo si era dimostrato un eccellente chitarrista, ma aveva incantato tutti nel pubblico – quello femminile stravedeva per lui. Tiffany si era scoperta a fissarlo incantata più di una volta. Aveva già notato che Alex fosse un bell'uomo, bisognava essere ciechi per non accorgersene, ma vederlo in azione sul palco l'aveva intrigata ancora di più.

«Che ne dite, recuperiamo gli altri due e andiamo da qualche parte per il bicchiere della staffa?» propose Paride.

«Dede, direi che questa è un'idea fantastica!» Dalla contentezza Tif saltò in braccio al ragazzo e gli scoccò un bacio sulle labbra, di fronte alle espressioni stupite degli altri due. Non potevano immaginare che quell'attitudine tra Tiffany e Paride fosse all'ordine del giorno e che non c'era nessun coinvolgimento emotivo, sebbene la loro forte amicizia fosse condita da un pizzico di attrazione sessuale.

Tif sgusciò via dalle braccia di Paride e disse di aspettarla un attimo, che sarebbe andata a cercare Seb e Ali. Nessuno dei due, infatti, sembrava essere nei dintorni.

Poco dopo, Tiffany tornò, scuotendo la testa. «Non li ho visti da nessuna parte. Seb era venuto in macchina con te?»

«No. Era venuto con la sua, perché dopo lo show aveva programmato di tornarsene a casa con Cesarina. Alice, invece?»

Tif si strinse nelle spalle. «Eravamo a piedi, o meglio, ci aveva dato uno strappo Franco con la sua auto, quella a sette posti, perché avevamo un sacco di roba da portare per lo stand dei dolci.»

Mentre parlava, Tif si ricordò all'improvviso dello stand. Se Alice non lo stava curando, allora chi...?

«Duccio! Che bella sorpresa!» La ragazza sorrise alla persona che osservava con aria dispiaciuta il ripiano del tavolino di plastica su cui erano rimasti solo vari vassoi vuoti, a eccezione di qualche briciola, granella di pistacchio o una mandorla solitaria che era stata la guarnizione di un dolcetto.

Duccio si voltò in direzione di Tiffany e le rivolse un largo sorriso che contagiò immediatamente i suoi occhi azzurri. Tra le braccia stringeva un cestino contenente una bella composizione di frutta e verdure: lamponi, pere, mele, uva, carote, patate e peperoni. Tiffany si leccò mentalmente le labbra alla vista di quel ben di dio sostenuto dalle braccia forti e tatuate di Duccio che si intravedevano dalle maniche di camicia immancabilmente arrotolate.

«Ho fatto tardi per colpa del lavoro, così ho pensato di farmi perdonare. Ecco un regalo per te e Alice, per la nuova attività.» Gettò uno sguardo dietro le spalle di Tif che scosse la testa.

«Ali se n'è andata col suo ragazzo, credo.» Gli fece cenno di posare il cestino per terra dietro lo stand, poi si alzò in punta di piedi per ringraziarlo del dono con due baci sulle guance. Nonostante il profumo del bagnoschiuma, Duccio aveva addosso anche un odore di terra e lamponi. Tif si rese infatti conto che aveva una macchia del colore di quella frutta squisita su una manica della camicia. Le sarebbe piaciuto assaporare altre parti del corpo di Duccio, per conoscere il loro gusto segreto.

«Ti ho tenuto da parte qualcosa. Pensavo che non saresti più venuto e avevo in programma di portartelo domani al mercato.» Si chinò davanti a lui con un gesto allusivo, ma lo fece per cercare il piattino che aveva conservato, con un assaggio di ciascuno dei dolci che lei e Alice avevano preparato.

«Ehi, Tif! Andiamo senza di te?»

La ragazza distolse gli occhi scuri da Duccio, che divorava con gusto un pezzo di torta alle carote con un'espressione quasi commossa, per rispondere a Seb: «Un momento, ragazzi!»

Non le sembrava giusto liquidare Duccio, che era venuto lì apposta, così lo invitò a unirsi a loro per un drink.

L'altro si passò una mano tra i capelli rossi e scompigliati, poi, a malincuore, mormorò: «Domani devo alzarmi all'alba. Tu vai pure con i tuoi amici.» C'era un interrogativo nel tono con cui pronunciò quell'ultima parola e, dopo settimane d'indecisione, Tiffany si decise ad agire. Afferrò Duccio per il davanti della camicia, tirò leggermente in modo che si chinasse verso di lei, poi si alzò in punta di piedi e lo baciò con un trasporto tale da non lasciare dubbio alcuno su quali sarebbero state le sue intenzioni se non si fossero trovati nel bel mezzo di una sagra.

«Per questa volta passi, ma la prossima volta ci terrei davvero a bere qualcosa...» mormorò Tif finito il bacio, a un soffio dalle labbra di Duccio. «Io e te.» Marcò quelle ultime tre parole con una strizzatina al fondoschiena del ragazzo che non parve affatto contrariato di quell'approccio.

Quindi Duccio se ne andò con un sorrisetto birichino stampato in volto, passando davanti a Paride, Lorenzo ed Alex che ricambiarono perplessi il suo saluto.


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