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La sera del 24 il quartetto raggiunse casa di babbo Leone a bordo dell'auto di Tiffany, una FIAT 500 Abarth rosso fiammante, perfetta per la sua proprietaria piccola ma grintosa. Si era offerta di guidare per ricambiare ulteriormente l'ospitalità dei Leone. E poi, con le gomme da neve, la sua Scarlett non temeva nulla.

Alice conosceva la guida spericolata dell'amica, quindi chiacchierava tranquillamente con la guidatrice ignorando le sue accelerate e le frenate brusche.

Alex e Lore invece stavano compressi nei sedili posteriori in uno stato d'animo indefinito che andava dall'ammirato all'impaurito.

Alla fine di un viale alberato circondato da piante che sembravano secolari, si stagliava la casa di Fernando Leone. I fiocchi di neve che cadevano lenti da un paio d'ore rendevano ancora più incantevole e pittoresco il casale immerso nella campagna.

Sulla soglia vennero accolti da una bella donna sulla cinquantina, con lunghi capelli castani ondulati con un dolcevita in lana color panna che le fasciava l'abbondante seno e una lunga gonna dorata molto natalizia.

«Alex! Lory! Che bello vedervi!» esclamò la donna, abbracciando con calore prima l'uno poi l'altro fratello.

Si presentò ad Alice e Tiffany, abbracciandole e baciandole, investendole di un dolce profumo di fiori. La compagna di Fernando aveva un'espressione calda e accogliente e un sorriso contagioso che le ragazze non poterono non ricambiare.

«Finalmente vi conosco! Ho sentito dire meraviglie sui vostri dolci!» esclamò Melissa allegra, prendendo Alice e Tiffany a braccetto e guidandole all'interno dell'abitazione.

Percorsero un corridoio che, con i suoi quadretti in legno raffiguranti fiori di campo, anticipava l'arredamento rustico contenuto nel resto delle stanze che vi si affacciavano. Dopo qualche metro varcarono un arco di mattoni a vista e giunsero in un ampio salone con mobili in massiccio rovere scuro. Il grande tavolo al centro era imbandito con una tovaglia rossa e piatti in ceramica dal bordino dorato. Il centro tavola era una composizione di foglie e fiori: stella di Natale, rametti di agrifoglio, vischio e, per la delizia di Tiffany, stecche di cannella profumatissima.

A rendere ancora più perfetta l'atmosfera, come tocco finale c'erano, in un angolo, un caminetto che scoppiettava allegramente e un pianoforte pronto per essere suonato.

Davanti agli occhi di Tif iniziarono a scorrere le immagini di Alex che si esibiva all'inaugurazione del negozio. Possibile che solo ora, dopo mesi e dopo essere stata snobbata da lui dovesse far caso a quanto fosse stato affascinante e desiderabile in quell'occasione?

I pensieri di Tif furono interrotti dalla voce argentina di Melissa: «Eppure i miei ragazzi non mi avevano detto che eravate due bellezze!»

Alice arrossì, mentre Tiffany guardò Alex con la coda dell'occhio, preparandosi a sganciare una delle sue battute pungenti.

Venne però preceduta dall'arrivo di Fernando, che salutò tutti con il suo solito charme, stemprato dal buffo maglione natalizio rosso con una renna cucita sopra.

«Benvenute nella mia umile dimora» esordì con voce tonante, che ricordava un po' il modo di parlare di Lorenzo ma con l'innata sensualità di Alessandro. Sicuramente il livello di testosterone in quella stanza era salito in maniera vertiginosa. «Lasciate che vi presenti mio fratello maggiore e suo figlio.»

Dallo spazioso divano drappeggiato da tessuti di broccato si alzarono due uomini che definire di bell'aspetto sarebbe stato un mero eufemismo.

L'uomo più anziano doveva aver passato da un pezzo la sessantina ma non c'erano dubbi che fosse stato un rubacuori da giovane e che risultasse ancora molto avvenente. Zio Giulio si presentò ad Alice e Tiffany stringendole in un abbraccio che sapeva di costoso dopobarba. Le due squadrarono da capo a piedi il più grande dei Leone presenti, dalla figura alta e non troppo appesantita dall'età, con i capelli grigi pettinati all'indietro e una folta barba ben curata. Si scambiarono un'occhiata e il pensiero che ebbero fu lo stesso: era ovvio che i geni della famiglia Leone fossero portatori di bellezza e fascino maschile. Adesso mancava solo il cugino Dante. Magari era lui la pecora nera della famiglia in fatto di bellezza? Si chiese Tif prima di dedicargli la sua più completa attenzione.

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