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Alice non aveva mangiato granché e men che meno bevuto, ma si era compiaciuta di osservare come i loro dolcetti venissero spazzolati in un baleno.

I fratelli Leone avevano pagato come lei più preferiva: in anticipo, e profumatamente.

Sia lei che Tiffany avevano inizialmente protestato, ma erano stati irremovibili, così avevano accettato, cedendo ai modi suadenti di Alex.

Alice se lo mangiò con gli occhi mentre lo studiava di spalle, seduto a far scivolare le mani sottili e nervose sui tasti del piano, ascoltando deliziata la musica allegra che suonava senza spartito.

«Da mangiarselo con un cucchiaino» sussurrò a Tiffany, che stava in piedi accanto a lei, intenta nel medesimo sport.

«Gnam gnam» fu il suo commentò che suscitò risatine da adolescenti. «Il fratello non pare altrettanto a suo agio» aggiunse poi indicando con un cenno del mento all'alta figura dinoccolata di Lorenzo, che fino a quel momento si era aggirato in silenzio qua e là per il negozio con aria nervosa.

Alice sorrise accondiscendente. «Porello, non mi pare sia una bestia sociale come Alex.»

«O come il padre» aggiunse l'altra con un'occhiata eloquente ed entrambe annuirono con fare di saperla lunga. Poi Tif sparì e svolazzò verso Duccio, e lei poté restarsene a deliziarsi gli occhi delle spalle forti di Alex, prima di tornare ad aggirarsi tra le persone venute all'inaugurazione per distribuire con un sorriso accattivante i bigliettini da visita della loro nuova attività, freschi freschi di stampa, promettendosi mentalmente di chiedere all'amica più avanti spiegazioni su Dede che aveva scorto con la coda dell'occhio allontanarsi dal negozio con fare furente. Mentre chiacchierava con una signora di mezza età sul lancio della loro attività di pasticciere a commissione, scorse i fratelli Leone confabulare fitto fitto, e Lorenzo con una piccola smorfia allungò una mano agli assaggini di rum spararsi con noncuranza lo shottino e finalmente anche lui prese a dialogare coi presenti, sotto il sorriso orgoglioso di Alex e l'aria un po' rassegnata del padre.

La distilleria Leone era un'istituzione, in paese, e l'attività era stata portata avanti da almeno cinque generazioni, quindi Alice pensò che quel secondo locale fosse un evento importante per la ditta.

Alex pareva a suo agio tra la gente, era un eccellente venditore, la sua postura dritta ma sicura, la voce calda e accattivante, le mani grandi e...

Alice si riscosse, rossa in viso. Mamma mia, quel ragazzo era tutto sensualità e testosterone.

Si avvicinò a prendere un assaggino di rum per pensare ad altro, anche Lorenzo se ne prese uno. Pian piano che il fratello più cupo era andato avanti con gli shottini, le gote gli si erano imporporate e l'espressione gli si era addolcita ed anche lui era quasi riuscito a tener testa al fratello maggiore coi clienti, ed Alice ne fu stranamente contenta per lui.

Si prese il suo bicchierino e buttò giù anche lei tutto d'un fiato, per darsi un tono.

«Bleah

Accanto a lei, Lorenzo la guardò con un sorrisino divertito.

«Cos'è, non ti piace?»

Nella bocca di Alice c'era un baccanale di sapori, tra cui su tutti dominava un fortissimo sapore di legno affumicato.

«Mi pare di aver ingerito un ciocco del camino.» Strabuzzò gli occhi e tossì.

«Hai appena bevuto uno dei rum più cari e speciali del negozio» le fece notare senza smettere di sorriderle, al che lei si rese conto della gaffe e arrossì, guardando a terra.

«Oh. Mi spiace! Non volevo...» Ebbe un altro attacco di tosse, al che lui la prese sottobraccio, portandola per strada a prendere una boccata d'aria. «Meglio?»

RUM MATESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora