Come aveva promesso a Duccio, il giorno dopo Tiffany andò al mercato finito il lavoro, dopo aver fatto una breve capatina a casa, per darsi una rinfrescata e cambiarsi. Voleva fare colpo, giocare tutte le carte a sua disposizione e in cuor suo sperava ardentemente di avere successo. In effetti erano anni che non temeva di ricevere un due di picche; di solito la sua filosofia era qualcosa del tipo: via uno, avanti il prossimo. Duccio invece aveva qualcosa che la intrigava, sarà stato quel sorriso spontaneo e quella aria da bravo ragazzo lavoratore o gli insoliti capelli rossi.
Tif pensava persino che nella sua frase sulle relazioni stabili della sera prima potesse esserci qualcosa in più della semplice ironia.
Per il momento, però, sperava in un caldo incontro, il più intimo possibile.
Trovò Duccio che stava sgombrando il proprio banchetto, quindi le dava le spalle. Tiffany decise di coglierlo di sorpresa, dandogli una pacca decisa sul sedere. Quando il ragazzo si voltò, sul suo volto era dipinta un'espressione di stupore, misto a divertimento.
«Eccoti qui, pensavo che mi avresti lasciato solo a ritirare tutta questa roba.» Duccio allargò le braccia, accennando alle cassette di frutta e verdura che non aveva ancora caricato sul camioncino.
Tiffany posò la sua borsa in un angolo e fece il gesto di rimboccarsi le maniche. «Vediamo di darci una mossa, prima finiamo, prima ce ne andiamo.» Cercò di mettere più sottintesi possibili nell'occhiolino che rivolse a Duccio, dopodiché i due lavorarono di buona lena per un quarto d'ora. Quando tutto fu caricato sul camioncino, Tif prese Duccio per un braccio e, con voce suadente, lo esortò: «Direi che ci siamo proprio meritati qualcosa da bere, tu che ne pensi?»
Lo sguardo negli occhi azzurri di Duccio la diceva lunga sul suo punto di vista.
«Ho in mente un posto dove nessuno ci disturberà» ribatté, invitando Tiffany a salire sul suo camioncino.
Uscirono dalla città e arrivarono in periferia, nella zona dei campi coltivati.
«Mi porti a vedere il tuo orto?» domandò Tiffany entusiasta, posando una mano sulla coscia di Duccio, che distolse per un secondo gli occhi dalla strada per guardarla. «Magari te lo posso mostrare dopo.» Prese la mano di Tif e la fece scivolare più in su, in modo che la ragazza non avesse alcun dubbio sulle parole che seguirono: «Prima potremmo fare altro.»
Con le dita a contatto con la stoffa dei jeans di Duccio, sotto la quale spingeva un'erezione niente male, Tiffany mormorò: «Certo.» Non vedeva l'ora di togliersi i vestiti di dosso.
Duccio parcheggiò alla fine di un viale sterrano, circondato da filari di viti piene di frutti dall'aria deliziosa. I chicchi d'uva erano scuri e di piccole dimensioni e a Tiffany dettero l'impressione di essere in grado di dare dell'ottimo vino.
Scesa dall'auto fece qualche passo verso il filare di viti più vicino e sfiorò uno di quei succosi chicchi. «Scommetto che da bere mi offrirai del vino.»
Duccio la raggiunse e, standole dietro, fece passare un braccio di fianco a lei per staccare un acino dalla pianta. Tiffany si voltò verso di lui e socchiuse le labbra. Lui però non le mise in bocca l'acino, lo prese per sé e cominciò a masticarlo, con un'espressione dispettosa che eccitò ancora di più Tif. La ragazza si alzò in punta di piedi, gli allacciò le braccia dietro il collo e assaporò il gusto zuccherino dell'uva direttamente dalla sua lingua, il cuore che le batteva impazzito per l'eccitazione.
Quando, finito il bacio, Tif e Duccio si trovarono a guardarsi con gli occhi annebbiati dal desiderio e i respiri affannosi, non ci fu bisogno di aggiungere altro.
Lui la prese per mano e la trascinò verso una costruzione di legno che da fuori appariva come una via di mezzo tra una casa e un capannone.
In realtà l'esterno fu l'unica cosa che Tiffany si prese la briga di osservare, perché una volta dentro i pensieri della ragazza furono occupati solo da un argomento: il sesso fantastico che avrebbe fatto con Duccio.
Si ritrovò con la schiena contro una parete e fu grata che quel giorno lui non indossasse una camicia, perché togliergli la t-shirt fu molto più rapido. Gli passò le mani sul petto liscio e ricoprì di lenti baci i suoi numerosi tatuaggi. La intrigava parecchio il fatto che un ragazzo all'apparenza così tranquillo fosse tanto tatuato: non c'era quasi uno spazio libero sulle sue braccia, pettorali o addome.
Duccio la prese per le spalle e la scostò piano, per poterle sfilare il top blu scuro che indossava. Tiffany sorrise di fronte all'espressione che fece lui davanti alla sua scelta di biancheria intima. Fece scivolare gli shorts lungo le gambe per rivelare il quadro completo al ragazzo. Le morbide e sinuose forme della ragazza erano evidenziate da un corpetto nero con dei gancetti davanti e degli inserti in pizzo che si abbinavano al perizoma. Tif fece un mezzo giro su se stessa per permettergli di ammirare il suo lato b, che sarebbe sembrato eccessivo in una pubblicità di intimo o su una passerella d'alta moda, ma che Duccio parve apprezzare. Infatti le afferrò una natica con un gesto possessivo e la spinse con il suo corpo contro la parete.
L'altra mugolò di piacere e gemette più forte quando lui le lasciò una scia di baci sul collo, terminando con un piccolo morso sulla spalla. La differenza d'altezza faceva sì che l'eccitazione di Duccio le premesse sulla schiena, ma lei voleva sentirla da tutt'altra parte, quindi liberò le mani dalla presa di lui, si sganciò il corpetto e lo fece cadere a terra, vicino agli shorts.
Lui saggiò la morbidezza e la pienezza dei suoi seni con le mani e Tiffany non fu affatto infastidita dalla loro ruvidezza dovuta alle ore di lavoro. Le dita di Duccio scivolarono oltre l'elastico del tanga di Tiffany, che non riuscì a trattenere un sussulto quando lui la penetrò con piccoli gesti all'inizio delicati, che si fecero man mano più decisi quando si rese conto di quanto fosse eccitata.
Presto Tiffany fu scossa da brividi di piacere e inarcò la schiena contro il corpo di Duccio. Si liberò del tanga ormai fradicio e si voltò a fronteggiare il ragazzo, che la guardava con un sorriso ammiccante.
Gli slacciò i jeans e fece per infilargli la mano nei boxer ma lui la fermò, sussurrandole: «Se non ti dispiace, non ho ancora finito con te.» S'inginocchiò davanti a lei e la solleticò con la lingua negli stessi punti che prima aveva stuzzicato con le dita, provocandole un orgasmo ancora più sconvolgente.
Infatti a Tiffany tremavano le gambe mentre Duccio lasciava scivolare i jeans a terra e s'infilava poi un preservativo.
«Tutto bene?» le chiese, poi le sfiorò le labbra con un bacio. L'afferrò per le cosce e la sollevò da terra.
«Mai stata meglio» fece in tempo a dire lei, con le braccia e la gambe allacciate al corpo di lui. L'ultima sillaba le si strozzò in gola nel momento in cui lui la penetrò con decisione.
Ciò che pensò Tiffany prima di lasciarsi andare completamente fu che quel che stava succedendo andava ben oltre le sue aspettative. E dire che alla fine non avevano neanche bevuto!

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RUM MATES
ChickLit[AUTOCONCLUSIVA] Alice e Tiffany sono due amiche e coinquiline, appassionate di cucina. Insieme si divertono a sperimentare ricette sempre nuove e originali, soprattutto dolci di ogni tipo, sognando un giorno di poter trasformare il loro hobby in un...