22.

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Quella notte le ragazze vennero svegliate da qualcuno che cantava a squarciagola fuori dalla loro finestra.

«Dici che è tornato il marito di Rita?» azzardò Tif, guardando Alice. Entrambe avevano gli occhi assonnati e delle chiome non proprio in ordine. Quella di Tif soprattutto sembrava un cespuglio capriccioso.

Alice scosse la testa. «Non credo. Cosa potrebbero spingerlo a tornare?»

Andarono entrambe alla finestra della cucina e guardarono fuori.

«Non ci credo!» esclamò Tif e spalancò la finestra, lasciando entrare l'ara fredda di quella notte di inizio novembre. Alice guardava la scena da dietro, senza parole per la sorpresa.

In mezzo alla corte, sotto gli occhi dei vicini che erano stati svegliati dal rumore, c'era Paride, con la chitarra, che si esibiva in una versione super convinta di "Always" dei Bon Jovi.

Rita guardava la scena estasiata, con una vestaglia pesante sopra la camicia da notte – ovviamente non si era limitata ad affacciarsi alla finestra, era uscita di casa. Del resto Dede non sembrava intenzionato a interrompere la sua performance, che andava avanti, strofa dopo strofa.

«Credo sia ubriaco» mormorò Tif, poi afferrò la giacca e corse di sotto, prima che la polizia o l'istituto di sanità mentale passasse a prelevare Paride. Alice rimase imbambolata a osservare la scena dalla finestra, ancora troppo sconvolta e assonnata.

Una volta giù, Tiffany s'imbatté nei fratelli Leone, entrambi in pigiama. Lorenzo ne portava uno con delle stampe a forma di hamburger e patatine fritte, mentre Alex uno di Armani in tinta unita, blu scuro.

Nel frattempo la canzone era giunta al termine. Paride lasciò la chitarra e, rivolgendo lo sguardo alla finestra della casa delle ragazze, ululò: «Tiffany, ti prego, dimmi che anche tu mi ami da quando quel giorno a scuola ti ho chiesto di prestarmi un foglio a protocollo!»

«Dede, sono qui! Abbassa la voce» sibilò Tiffany, lasciandosi alla spalle gli sguardi allibiti dei Leone, ignorando Rita che applaudiva e rivolgendo fugace un'occhiata di scuse a Franco e Lina, fermi sulla loro soglia.

Afferrò Paride per un braccio e schivò un suo bacio, resistendo all'impulso di prenderlo a schiaffi solo per non dare ulteriore spettacolo – Rita era lì che non si perdeva una scena di quello che stava succedendo.

Paride riattaccò con il ritornello di "Always", allora Tif gli strappò la chitarra dalle mani, affidandola alla prima persona che si trovò davanti. Chiese infatti ad Alex di custodirla, dicendo che sarebbe passata a prenderla la mattina dopo, che ormai non era poi così lontana.

Si scusò per il disturbo arrecato da Paride e poi sparì con l'uomo della serenata su per le scale.

Alice stava tirando la tenda.

«Vai pure a dormire, ci penso io a questo qui.» Tiffany rivolse un sorriso stanco all'amica, che provò a commentare: «Magari è proprio lui quello giusto per te.»

L'altra ridacchiò e scosse la testa. «Sono sicura che lui è il primo a non pensarla sul serio così.» Si strinse nelle spalle. «Sappiamo che l'alcol fa fare strane cose.»

Alice avvampò, ripensando le azioni che il suddetto le aveva fatto compiere nell'ultimo periodo, poi se ne andò a letto, salutando Tif e Dede.

Paride allungò le sue mani come una piovra attorno al corpo di Tiffany, che lo spinse via.

«Ehi, mi sei mancata. Dai, Tif, tesoro mio, non respingermi così!»

L'altra era indecisa se schiaffeggiarlo o buttargli una secchiata d'acqua gelata in faccia; ma preferì rimandare tutto alla mattina successiva, del resto conosceva bene Paride e sapeva che con troppo alcol in corpo rimaneva ingestibile, a meno che non si fosse fatto una bella notte di sonno.

RUM MATESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora