Capitolo 2

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Crystal's Pov
Abigail mi fece entrare per prima nella stanza e trascinai con me le mie due valigie fissando la stanza con orrore.

Altro che manicomio, qui hanno esaurito il budget.

La stanza era di media grandezza, ai lati opposti c'erano due letti singoli, un'armadio che occupava l'intera parete e due comodini. Le pareti erano bianche e c'erano due finestre, una per ogni letto.

"Scusa non ho avuto tempo di sistemare" disse mortificata togliendo dei vestiti da un letto e spostandolo nell'altro.

"Quello è il tuo letto" indicò la parte sinistra della stanza.

"Però se vuoi possiamo fare a cambio" propose e scossi la testa.

"Tranquilla, va benissimo" dissi prendendo le mie valigie e posizionandole di fronte al letto.

"Per l'armadio lo sistemerò il prima possibile. È molto in disordine. Puoi usare anche un po' della mia parte visto che hai mol-" si interruppe guardandomi aprire la valigia e vedendo cosa ci fosse all'interno.

"Wow. Hai davvero tanto cibo" sussurrò continuando a guardare meravigliata il cibo che avevo messo in valigia di nascosto da mia zia.

"Quando si viaggia è fondamentale" li risposi inchinandomi sotto al letto e spingendo il cibo sotto di esso.

"Io non viaggio molto" la sentì sedersi sul letto mentre io ero intenta a impilare due pacchetti di patatine uno sopra l'altro.

"Non sono mai uscita dalla California" continuò senza darmi il tempo di rispondergli.

"Sei sempre stata in questa gabbia di matti?" chiesi alzandomi e ripulendomi i pantaloni della tuta che avevo addosso.

"Qui è solo per gli adolescenti dai quindici anni ai diciotto anni. Ho frequentato le elementari e le medie in due città diverse, ma non più di questo" scrollò le spalle e io la guardai con riluttanza.

"Almeno i tuoi genitori non usano come pacco postale" dissi in tono aspro.

"No, ma mi hanno sempre mandato in collegio fin da piccola" evitò il mio sguardo puntandolo sulle sue scarpe.

"So cosa significa essere rinchiusi, per questo do sempre il peggio di me ovunque vado. Mia zia si è stufata di venirmi a prendere a scuola lasciando il lavoro e la sua carriera perché io sono scappata da scuola o perché ho messo sotto la sedia dell'insegnante un chewing gum" dissi tutto d'un fiato senza abbassare neanche per un momento lo sguardo.

"L'hai davvero fatto?" annuì alla sua domanda e aprì la seconda valigia tirando fuori i miei vestiti.

"Io non ne avrei mai il coraggio. I miei genitori mi rinchiuderebbero in una torre come Rapunzel fino alla fine dei miei giorni" ironizzò anche se sapevo che non c'era nulla di divertente nella sua risposta.

"Lo farebbe anche mia zia se non fosse consapevole che sarei benissimo capace di buttarmi giù dalla torre" riposi i miei vestiti in uno scomparto libero dell'armadio.

"Sai, sei la prima persona che mi sta simpatica qua dentro" mi bloccai alle sue parole e restai voltata assimilando quello che aveva detto.

Io simpatica? Ci dev'essere stato un errore. Tutti scappano appena apro bocca.

"È meglio non deprimerci" la sentì scendere dal letto e venire verso di me.

"Questa è la tua divisa" mi voltai e presi in mano ciò che mi stava porgendo.

Era identica alla sua. La presi in mano e la studia con attenzione. La divisa era composta da una camicia bianca e una giacca grigia con i bordi rossi, una cravatta rossa, degli anfibi neri e infine la gonna dello stesso medesimo colore.

NON TI SCORDARE DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora