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Ad ogni donna che è stata maltrattata, sfruttata ed umiliata dedico questo capitolo. Noi donne non siamo sole e mai lo saremo.
༺༻Crystal's Pov
"Zia?" chiesi vedendola sorridermi."Crystal" si alzò venendo verso di me e indietreggiai portando le mani avanti come se fosse uno scudo.
"Stai bene tesoro?" cercò di avvicinarsi a me, ma continuai ad allontanarsi.
"Non chiamarmi tesoro! Hai preferito la tua carriera a me! Mi hai rinchiuso qui dentro perché non ammetti a te stessa la verità!" urlai in preda ad un'attacco di rabbia e vidi nei suoi occhi spezzarsi qualcosa.
Sapevo essere dolce, ma sapevo anche come spezzare un'anima di una persone in poche parole.
"Crystal io-" cercò di parlare, ma glielo impedì.
"Crystal un cazzo! Sei come loro! Come mio padre e mia madre. Tu non sai cosa significa essere abbandonata da tutto e da tutti!? Nemmeno i miei genitori mi vogliono, neanche mia zia mi vuole! Cosa c'è che non va in me?! È perché non ho gli occhi verdi come il nonno? Perché mi ritrovo gli occhi neri come la pece?! È perché ho questo carattere?! Ti ricordo così tanto lui a tal punto dal non volermi vedere più qui?!" urlai e mi dimenticai persino che il preside stesse ascoltando questa conversazione.
Vedevo il sangue, le mie urla, le loro mani intorno al mio corpo, la luce del lampione, la pioggia che batteva sul mio corpo.
Perché quel giorno pioveva. Pioveva talmente tanto che il mio sangue si trasformò in pioggia.
"Forse dovresti rivedere il psicologo. Lui potrebbe aiutarti e-" quelle poche parole accesero in me un'altra scintilla di rabbia.
"Non farò nulla di tutto ciò! Mi hai sentita, zia?! Non rimetterò mai più piede lì dentro!" urlai e chiusi per un momento gli occhi rivivendo quel momento.
Quel giorno avevo urlato talmente tanto che il giorno dopo non avevo più voce, e il mio cuore batteva talmente forte che ormai aveva smesso di battere.
"Tu hai subito un trauma Crystal" riaprì gli occhi e la vidi guardarmi implorante.
"Smettila! Smettila di compatirmi! Di dire: povera Crystal, è stata violentata, ha bisogno di un psicologo!" strillai e vidi per un momento gli occhi appannarsi.
"Io non ho bisogno di nessuno. Nemmeno di te" la guardai disgustata prima di voltarmi e uscire a passi veloci dalla presidenza.
"Crystal! Crystal torna qui!" cercò di rincorrermi, ma per via dei tacchi che portava non ebbe molto successo.
"Andate tutti al diavolo!" urlai volendo andarmene il più lontano possibile da lei.
Mi fermai essendo arrivata nel giardino dietro alla scuola che a quest'ora era deserto e mi sedetti su una panchina sotto il grande albero di ciliegio. Sentivo le lacrime agli occhi e la rabbia alla bocca dello stomaco.
Quando è morto il nonno, e mia zia non mi ha permesso di andare al suo funerale mi segregò in casa e fuggì dalla finestra nel tentativo di imbucarmi al funerale per dargli un nultimo saluto, ma era ormai già buio ed ero solo una quindicenne spavalda. Ero arrivata alla chiesa, ma ormai era chiusa, il cimitero destava centinaia di miglia dalla chiesa e non ci sarei mai arrivata a piedi quindi nella notte mi rifugiai in un bar.
Errore, grandissimo errore.
Ero ubriaca quando era successo, camminavo sotto i lampioni e sotto la pioggia non attirando l'attenzione di nessuno, fino a quando cinque uomini non mi circondarono e...
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NON TI SCORDARE DI ME
ChickLitCosa si ottiene quando il fuoco incontra l'acqua? Un carattere turbolento e degli occhi neri su cui annegare. È la descrizione di Crystal Evans, una ragazza di diciassette anni con un passato non facile e un atteggiamento non da meno. A spezzare il...