Capitolo 13

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Mattheo's Pov
La tenni ferma portandole le braccia sopra la testa, "sta ferma" borbottai rafforzando la stretta.

"Lasciami" scalciò con le gambe e temetti che mi potesse dare un calcio nelle palle.

"Ti lascerò quando starai ferma" smise di divincolarsi e la guardai meglio.

I capelli rossi le rendevano la carnagione più chiara, gli occhi erano neri come dei carboni e sul volto c'era una spruzzata di lentiggini. Guardai il collo chiaro e frenai l'impulso di appoggiare le mie labbra su di esso.

Sì, ho immaginato più volte di rendere violacea quella pelle bianca.

"Cosa diamine vuoi?" mi guardò con gli occhi ardenti.

"Non detestavi Colin?" domandai infastidito.

"Che c'è geloso?" mi provocò.

"Geloso? Di te? Ma per favore" quasi non ridevo per quella frase.

"Allora perché mi tieni così?"

"Voglio parlare con te."

"Puoi parlare con me anche se non mi attacchi ad un muro."

"Ma così non te ne andrai senza lasciarmi una risposta."

"E qual è la risposta che vuoi tanto sentire?"

"Perché parli con Colin?"

"È simpatico."

"Così tanto simpatico da baciarlo?"

"Non era un vero bacio. Ma forse potrebbe arrivare" sentii una fitta all'altezza dello stomaco, ma la ignorai.

"Non succederà" replicai e lei iniziò a ridere, come se avessi detto qualcosa di divertente.

"Non sei tu a deciderlo" disse quando smise di ridere di colpo.

"Sì, invece. Lui ti sfrutterà, lo fa con tutti" gli risposi a denti stretti, ricordandomi ciò che aveva fatto Colin.

"Pensi di essere migliore?" mi guardò con attenzione socchiudendo gli occhi.

"Io sono migliore di quello scarto."

"E quella ragazza che hai sfruttato per una scopata?"

"Sapeva che non volevo nient'altro da lei."

"È quello che ripeti a te stesso ogni volta che sfrutti qualcuno? Perché a me sembra così" mi accusò guardandomi negli occhi.

"Tu non mi conosci, non sai come sono realmente" scossi la testa e rallentai la presa sui suoi polsi.

"Neanche tu mi conosci. Sai solo la vetrata che mostro agli altri, non sai come sono realmente e neanche ti interessa. Sei qui solo infastidirmi perché devi pur riempire la tua vita di merda in qualche modo. E perché non dare tregua a Crystal?" disse tutto d'un fiato.

"Non cambia il punto. Tu non lo frequenterai" gli ordinai e lei sembrava pronta a ridermi una seconda volta in faccia.

"Non prenderò di certo ordini da uno zotico frustato" sputò in tono acido.

"Sì che lo farai se vuoi il bene del tuo amico. Io ho il potere di fare tutto in questa scuola angelo" mi abbassai per sfiorare le mie labbra con il suo orecchio.

"Non giocare con me, perderesti" la avvertì.

"Ne sei più che sicuro?" chiese.

"Hai perso una volta angelo. Io non ritenterei" dissi indicando con un cenno del capo il suo bracciale che le avevo preso per la scommessa che aveva fatto.

NON TI SCORDARE DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora