Capitolo 16

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Crystal's Pov
Okay forse sto impazzendo. O sta impazzendo Mattheo. Uno dei due di certo. Non mi sono mai preoccupata dei ragazzi, non m'importava nulla di loro, a parte che mi stessero a venti chilometri di distanza. Ma quel bacio che mi aveva lasciato sul collo bruciava ancora a distanza di ore. Quando aveva fatto il giro del tavolo e aveva abbassato il viso la mia mente stava gridando di scappare, di allontanarmi o di fare qualsiasi cosa pur di non farmi sfiorare da lui, ma il mio corpo era come immobilizzato, non rispondeva più ai miei comandi.

L'avevo guardato uscire dal ristorante con gli occhiali da sole e l'espressione sbalordita. Mentirei se dicessi che quegli occhiali non mi sono serviti, mi sono serviti eccome. Ho nascosto la voragine dei miei problemi che si poteva vedere nei miei occhi ed anche alcune lacrime.

Ritornai in collegio andando dritta nella mia camera. Abigail tornerà lunedì, se i suoi problemi famigliari sanno migliorati almeno di poco. Aprì la porta della mia stanza ritrovandola silenziosa e buia. Un po' come il mio umore. Accesi la luce e vidi che non c'era neanche l'ombra di Mattheo, ma in compenso trovai tutte le sue cose sul mio letto e capì che volesse trasferirsi definitivamente qui.

Sbuffai guardando una delle sue tante felpe nere buttata sul mio letto. Così mi ritrovai a prendere tutta la sua roba per spostarla nel letto di Abigail e poter finalmente dormire sul mio letto. Borbottai qualcosa di incomprensibile quando da alcuni jeans cadde una foto. Non l'avrei guardata attentamente se non avessi notato un dettaglio. Un piccolo e fondamentale dettaglio. I capelli rossi. I miei capelli rossi perché quella foto raffigurava me da piccola.

L'ha rubata. Quello stronzo mi ha rubato la foto. Subito il mio sguardo scattò sul mio armadio. Lo aprì e cercai la scatola conservavo tutti i suoi ricordi. Trovai la scatolina azzurra e dorata in acciaio, ma era tutto come l'avevo lasciato l'ultima volta così presi l'album fotografico e trovai tutto al suo posto. Allora mi venne in mente quando avevo scoperto quella lettera e ricollocai il momento in cui aveva preso in mano questa foto, ma io gliel'avevo subito ripresa.

Scossi la testa e lasciai perdere l'argomento rimettendo la foto dove l'avevo trovata e portai i vestiti di Mattheo nell'altro letto. Andai a farmi una doccia e indossai il mio pigiama preferito. Mi sdraiai sul mio letto e ritornai a pensare.

Ai suoi occhi quando l'ho rivisto. Alla paura che mi ha trapassato quando i suoi occhi mi hanno guardato con lo stesso sguardo di quando me ne sono andata. Alla paura che stava prendendo possesso del mio corpo al ristorante. Paura tanta paura. Solo ed unicamente paura. Ecco cos'è Crystal Evans, una ragazza con la corazza fatta di acciaio, ma che dentro prova solo paura verso tutto ciò che riguarda il suo passato.

Continua a fissare il soffitto ormai buio come tutta la stanza. Avevo spento le luci per cercare di dormire, ma i pensieri mi tormentavano. Fin troppo. Sentì la porta aprirsi, ma rimasi immobile nella posizione.

"Cazzo" sentì dire, susseguito da un rumore.

Riconoscei che fosse caduta la valigia e che quella era la voce di Mattheo. Sentì che borbottò qualcosa e che i suoi passi si facevano sempre più vicini. Ma io non mi mossi, rimasi immobile chiudendo gli occhi. Rimase in piedi di fronte al mio letto per qualche secondo per poi buttarsi sul materasso provocando un tonfo. Sentì che si sdraiò su un fianco e sentì subito l'odore d'alcool invadermi le narici, segno che aveva bevuto. Dopo alcuni secondi pensai che si fosse finalmente addormentato, ma improvvisamente il suo braccio mi avvolse la vita e le gambe si intrecciarono con le mie.

Sgranai gli occhi e il mio corpo si irrigidì. Era troppo vicino per non sentire il mio cuore battere all'impazzata. Presi dei respiri profondi cercando di calmarmi.

Non sarà come l'ultima volta Crystal. Non devi avere paura. Lui non è come loro.

"Profumi di sogni e fragole" lo sentì dire con voce roca.

NON TI SCORDARE DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora