Capitolo 45

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Crystal's Pov
"Sei in ritardo" sentii la voce di irritata di Lorin da dietro il mio smartphone.

"Scusami se vivo in un collegio e per andare da qualsiasi parte devo prendere la metro" gli risposi in tono ironico mentre camminavo verso il luogo dove ci eravamo dati appuntamento.

Era domenica mattina e mi ero svegliata con le chiamate incessanti di Lorin che mi chiedeva gentilmente dov'ero.

E per gentilmente intendo che mi ha urlato contro per tutto il tempo in cui mi preparavo.

"Non è una scusa? Cos'è? Il principino ti ha tenuta impegnata ieri?" domandò con una nota di acidità nella voce che mi fece irritare.

"Pensa alla mia colazione che pagherai. Perché ho malto fame" dissi infastidita e senza dargli il tempo di dire altro riattaccai essendo ormai arrivata di fronte al bar.

Entrai e visualizzai subito la chioma castana di Lorin e la camicia bianca elegante che indossava. Presi posto di fronte a lui e aspettai che parlasse, ma a quanto pare nessuno dei due aveva voglia di parlare per primo.

"Sei diventato muto?" domandai in tono scocciato.

"Dimmelo tu" rispose con il mio stesso tono di voce.

"Cosa che mi dovevi dire?" sospirai cercando di lasciar cadere l'irritazione che provavo quando lui si comportava in quel modo.

"È una notizia forte. Quindi preparati" si sistemò meglio nella sedia.

"Avanti" dissi preparandomi a qualsiasi cosa uscirà dalla sua bocca.

"L'udienza si svolgerà a fine Marzo" disse tutto d'un fiato, tanto che rimasi un'attimo spiazzata.

"Cosa?" fu tutto ciò che riuscii a dire.

"Il giudice ha fissato l'udienza. E vuole sentire la tua testimonianza Crystal" spiegò rilasciando un sospiro.

"La mia?"

"Sì."

"E pensi che..."

"Potrebbe essere decisiva."

Solo l'idea di rivedere James e tutti gli altri mi metteva i brividi, ma l'idea di sbatterli in prigione attenuava la mia paura e faceva solo crescere in me la voglia di vedere gli occhi di James Nelson e dei suoi amici disperati e senza più via di uscita.

"Lo farò" decisi sorprendendolo.

"Dici sul serio?" domandò confuso.

"Non permetterò che James Nelson e i suoi quattro amici la facciano franca un'altra volta" lui annuii anche se un po' scettico per la mia decisione.

Chiamammo il cameriere che poco dopo ci portò le nostre ordinazioni ed iniziai a mangiare i miei deliziosi bignè alle fragole, "e con Vivian cos'hai intenzione di fare?" chiese quando il cameriere si allontanò da noi.

"Non lo so" deglutii pesantemente ricordandomi che anche lei era un problema, uno dei tanti che mi affliggevano in questo periodo.

"Hai scoperto qualcos'altro?" chiese finendo di masticare la mia deliziosa colazione.

"No. Più ci penso e più mi sembra impossibile che le impronte digitali sui fiori fossero le sue" scosse la testa finendo il suo caffè.

"Cosa vuole da me?" mi morsi la labbro inferiore cercando una risposta, ma che ovviamente non trovai.

Ero sua nipote, ma non credo che da un giorno all'altro si sia svegliata e abbia deciso di punto in bianco di voler entrare nella mia vita.

"Non lo so, Crystal" si passò una mano tra i capelli con frustrazione.

NON TI SCORDARE DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora