Capitolo 29

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Mattheo's Pov
La guardai dormire con la testa appoggiata sul mio petto. Le labbra socchiuse, i capelli che le ricadevano lungo le spalle, le lentiggini evidenti grazie alla pelle chiara non mi facevano distogliere lo sguardo da lei. In questi ultimi giorni in cui siamo usciti insieme non ho fatto altro che pensare a come potesse essere un bacio dato da lei ed oggi ne ho la risposta. Il paradiso più assoluto. Forse esagero, ma quel bacio mi ha fatto riaffiorare sentimenti che ormai credevo persi.

Che mio padre aveva ucciso quando aveva picchiato a morte mia sorella, quando ho saputo del recente stupro a Manhattan e quando ho scoperto ciò che aveva fatto a Budapest con i suoi amici. Ma quello che è ancora peggio è che lo ha fatto a lei, alla ragazza che ora dorme con me. A quella ragazza di soli quindici anni che stava scappando dal dolore e che dopo quel giorno ne ha trovato dell'altro.

Non è compassione la mia. Se lo fosse allora non sarei qui ora. Ma c'è qualcosa di Crystal Evans che devo ancora scoprire. So che mi ha detto solo una parte della sua storia. Io tra l'altro non le avevo raccontato neanche una briciola della mia. Le avevo solo detto che avevo incubi su mia sorella. Incubi che continuo ad avere dal giorno in cui mio padre l'ha uccisa. E ciò che è peggio è che lei si è sacrificata per me.

Era la sorella maggiore, lei capiva più di me ciò che succedeva, ciò che mio padre era realmente. Se Nova non si fosse sacrificata ora in quella tomba ci sarei io e non lei. Io non sarei mai cresciuto, non sarei diventato la persona che sono ora, ma avrei solo visto la rabbia impressa negli occhi di mio padre. Ha abusato e poi ucciso mia sorella. Sangue del suo sangue ed ancora lì, libero e spensierato, mentre Nova si ritrova in una lapide fredda e buia.

Ci dovrebbe essere lui in quella lapide. Per tutte le persone che ha fatto soffrire, per tutte le ragazze di cui si è approfittato e per tutte le persone che ha ucciso. Per ciò che ha fatto a Crystal ha passato solo due anni in prigione e non mi aspetto che venga fatta giustizia per Nova. Lui ha il potere dalla sua parte, anche se sta andando contro mia madre, donna non facile da battere.

La mia famiglia fa schifo. Anzi, io non ho una famiglia. Non l'ho mai avuta. Neanche da piccolo quando mia madre e mio padre lasciavano soli me e mia sorella perché avevano una riunione troppo importante persino per badare ai propri figli.

Mio padre, e ancora mi chiedo perché lo definisco tale visto che non ci assomigliamo e non ci assomiglieremmo mai, se ne stava in gran parte nel suo studio e noi lo vedevamo di rado. Mia madre o era al lavoro o gironzolava per casa con il telefono in mano chiamando e chattando con i suoi colleghi. Così o toccava a Nova prendersi cura di entrambi oppure a una governante scorbutica e che odiava i bambini.

Guardai gli occhi di Crystal aprirsi e richiudersi un paio di volte per adattarsi alla luce prima che il suo sguardo fosse definitivamente su di me. Occhi neri come il carbone. Era questo che la rendeva speciale, aveva gli occhi neri nonostante i capelli rossi.

"Giorno" dissi lasciandole un bacio sull'angolo della bocca per poi sorridere.

Ho scoperto che non solo i suoi capelli profumano di fragole, ma anche le sue labbra sanno di quel frutto che avevo iniziato ad amare.

"Che ore sono?" chiese con voce ancora assonnata.

"Le undici" le risposi guardando il mio smartphone vedendo i messaggi dei miei amici che mi auguravano buon natale.

"Oggi è natale" fece una smorfia guardando il suo iPhone che aveva precedentemente preso dal comodino.

"Già" dissi continuando a guardarla mentre leggeva qualcosa sul suo smartphone.

"Odio il natale" borbottò lanciando il telefono nella sua parte del letto.

"Tu odi tutto" commentai alzando gli occhi al cielo.

NON TI SCORDARE DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora