Capitolo 4

1.6K 80 22
                                    

Crystal's Pov
Potrei vivere di caramelle alla fragola per il resto della vita. Dico sul serio, le caramelle alla fragola sono la vita, certo, ti fanno venire le carie, ma sono il paradiso terrestre. Da piccola dicevo che fossero le caramelle della felicità perché il rosa mi esprimeva quello, le persone che mi sentivano pensavano che mi drogassi già a quell'età e quando mia madre usciva di casa la guardavano male sussurrando è la madre di quella bambina che si droga. Quando mia madre lo scoprì mi chiese seriamente se mi drogassi e io li dissi di sì procurandogli quasi un'infarto, poi li mostrai il pacchetto delle caramelle alla fragola e allora mi rimproverò dicendomi di non farli mai più uno scherzo simile.

Stavo mangiando tranquillamente le mie caramelle alla fragola seduta sul mio letto mentre ascoltavo la mia playlist, come deprimermi con stile, aspettando che Abigail uscisse per poter andare avanti e indietro per la stanza saltando e cantando come una pazza quando la porta del bagno si aprii e Abigail puntò il mio sguardo su di me.

"Crystal! Stai ancora mangiando quelle caramelle?!" mi rimproverò arrivando di fronte a me e incrociando le braccia al petto con la stessa faccia di mia zia quando faccio qualcosa di male.

"Dovrò pur sopravvivere in qualche modo. Se non mangio le caramelle come pensi che possa affrontare la giornata?" alzò gli occhi al cielo e si mise lo zaino sulle spalle.

"Cerca di non farti mettere in punizione nuovamente" mi puntò un dito contro per poi sistemarsi i capelli con le mani.

"Non è una punizione. Mi ha solo buttato fuori dalla classe" dissi guardando il mio smartphone e scorrendo tra le varie playlist.

"Con una punizione. Qui quando ti buttano fuori dalla classe ti danno anche una punizione, che si deve scontare il pomeriggio nell'aula delle punizioni" spiegò, ma io continuai a guardare il mio iPhone intenta a vedere le nuove uscite degli album.

"Certo, lo farò" borbottai e lei mi uccise con lo sguardo.

"Intendevo che non mi farò buttare nuovamente fuori" alzai lo sguardo per dedicargli un sorriso rassicurante.

"Bene, io vado, ci vediamo alla terza ora con storia dell'arte" mi salutò prima di lasciarmi da sola.

Il martedì avevo un'ora buca, mi ero persino dimenticata di averla e se Abigail non me l'avesse ricordato sarei andata dritta in classe ad aspettare il professore che non sarebbe mai arrivato. Mi alzai dal letto spostando i due pacchetti di caramelle ormai finiti e mi finì di preparare prima di ributtarmi nel letto continuando ad ascoltare musica.

Per un'attimo i pensieri mi invasero la mente. Mia zia mi aveva abbandonato qui come se fossi un pacco postale da spedire in ogni scuola del mondo, mia madre si era liberata di me fingendosi impegnata con il lavora quando l'unico lavoro che fa è quello di darla ai ragazzi di Barcellona della mia età, e mio padre si è dimenticato della mia esistenza.

Quando l'ho chiamato la settimana scorsa per sapere come stessero andando le sue vacanze mi ha risposto con un: ti richiamo dopo Marzia prendendomi per la donna delle pulizie della sua villa in Canada.

L'unico che avrebbe tenuto un po' a me credo sarebbe stato mio nonno. Con lui avevo un bel legame, non che con la mia famiglia andassi d'accordo, ma con lui riuscivo a parlare. È morto quando avevo quindici anni, prima che mia madre mi lasciasse con mia zia.

Credo che lui l'avrebbe impedito di farmi girare mezzo mondo e mi avrebbe fatto avere una vita da potersi chiamare tale. Mia madre diceva che le lentiggini e i capelli rossi li avevo presi da lui. Quando gli ho chiesto da dove provenissero i miei occhi neri, visto che il nonno li aveva di un verde cristallino, ha evitato la domanda passando a un'altro argomento.

NON TI SCORDARE DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora