Capitolo 22

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Crystal's Pov
Mi svegliai nella mia stanza, o meglio, nella camera che mi aveva dato la domestica. Una camera talmente grande da non sapere neanche che farci.

Anche se controvoglia mi trascinai di sotto. Non avevo dormito granché stanotte. Avevo fissato la finestra piena di pensieri e quando avevo finalmente preso sonno sono arrivati gli incubi a tenermi compagnia come se non avessi già abbastanza problemi nella vita reale. In pigiama e con le occhiaie sotto agli occhi entrai in cucina dove c'era solo una giovane domestica.

"Signorina" mi richiamò quando vide che stavo prendendo da sola la colazione anziché puntarle un dito contro e ordinarle in modo scontroso di fare tutto ciò che volevo.

"Posso servirmi anche da sola" dissi con un occhio aperto e uno chiuso.

"Ne è sicura?" tornò a domandare facendomi alzare gli occhi al cielo.

"Sono le due passate e ho tre ore contate di sonno, ma sono ancora in grado di prepararmi il cibo da sola" lei annuì e si congedò andando a fare qualcos'altro.

Sentendo la voglia improvvisa di patatine e gelato abbandonai il latte e uscii dalla cucina tornando al piano di sopra. Ci misi esattamente un'ora per rendermi decente, ma ero pronta ad andare in uno di quei fast food e mangiare in grande quantità. Ma cambiai subito idea quando il mio stomaco suggerì di mangiare dei gamberetti e del gelato alla fragola.

Sicuramente mi starà arrivando il ciclo. Quando ho voglia di gamberetti mi arriva sempre il ciclo.

Uscii dalla casa di Mattheo tranquillamente e usai Google Maps per trovare un ristorante dove facessero i gamberetti a pranzo. Camminai per più di quindici minuti e mentre camminavo iniziai di nuovo a pensare.

Non vedevo Mattheo dal giorno in cui avevamo cenato insieme. Si era volatilizzato. Quando non l'ho visto seduto nel tavolo della colazione la mattina dopo la cena ho capito di averlo fatto scappare. E non è stata una bella sensazione come avevo creduto all'inizio. Era un misto tra amarezza e delusione, ma quella sensazione non mi apparteneva. Non doveva appartenermi. Avevo fin troppe mancanze nella vita e non mi serviva anche quella di un ragazzo.

Invece mia zia l'avevo vista più di una volta, ma la ignoravo anche se lei provava ripetutamente a parlarmi. Alcune volte pranzavo perfino nella mia stanza pur di non incontrarla. So che dovevo risolvere con lei, chiarire e sapere tutti i motivi per cui l'aveva fatto, ma non ne avevo il coraggio. Era come se dovessi affrontare il mio passato e non ero pronta. Non ero pronta a rivivere di nuovo tutto.

Varcai la soglia del ristorante e salutai la cameriera all'ingresso chiedendole un tavolo per uno. Lei mi accompagnò al tavolo e mi diede il menù che guardai con attenzione.

Senza alzare lo sguardo dal menù vidi con la coda dell'occhio che il cameriere arrivò per prendere l'ordinazione.

"Dei gamberetti e una coca cola" ordinai chiudendo il menù senza degnare di uno sguardo il cameriere.

"Gamberetti eh?" alzai la testa di scatto e vidi due paia di occhi verdi puntati su di me.

"Cosa ci fai qui? Mi hai seguita?" sbuffai.

"Non posso trovarmi nello stesso tuo posto Crystal?" domandò e quasi non scoppiai a ridere.

"Se ti conosco bene Lorin mi hai pedinato" gli puntai un dito contro.

"Potrei averlo fatto, ma era l'unico modo per parlarti" alzò le mani in segno di resa.

"Sai che al giorno d'oggi ci sono i telefoni?"

"Ti avrei chiamato se non avessi cambiato numero."

"Mi era caduto il telefono nell'acqua" inventai.

"L'hai lanciato" ribadii.

NON TI SCORDARE DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora