Capitolo 7

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Mattheo's Pov
Oggi era una giornata nuvolosa. Guardavo al di fuori dalla finestra della mia stanza sentendo pian piano il rumore della pioggia espandersi. Pioveva raramente a San Francisco, e le rare volte che pioveva mi ricordavo di quella notte. Un bambino che abbraccia il suo pupazzo, il suono delle sirene e le urla di mia madre. Aprii gli occhi di scatto quando rividi cosa successe quella notte.

Sospirai e presi il mio zaino uscendo dalla stanza per dirigermi alla prima lezione che avrei avuto nella giornata, biologia. Sospirai ed entrai nell'aula appena la campanella suonò e mi guardai intorno cercando un posto in cui sedermi fin quando non vidi una ragazza dai capelli rossi e dagli occhi neri guardare fuori dalla finestra. Mi stampai un sorriso divertito sul volto e camminai fino a sedermi di fianco a lei.

Si voltò velocemente e mi uccise con lo sguardo per poi tornare a guardare al di fuori della finestra, come se avessi interrotto qualcosa di importante.

"Buongiorno anche a te angelo" parlai per primo.

"È un lunedì, secondo te può essere un buongiorno?" chiese ironicamente voltandosi.

"Che c'è? Sei in quel periodo del mese?" scherzai beccandomi un'altra occhiataccia da parte sua.

"Se lo fosse ti ritroveresti a terra adesso" borbottò tornando a guardare al di fuori della finestra.

"Ma non mi dire" la presi in giro.

"Non è giornata Mattia" la sentì sbuffare.

"Con te non è mai giornata, angelo" alzai gli occhi al cielo, ma lei non mi rispose così presi il libro di biologia sfogliandolo svogliatamente.

"Lo sapevi che oggi dobbiamo intagliare una rana con questi?" chiesi prendendo uno dei tanti bisturi da sopra il banco.

"Belle le rane, mi sono sempre state simpatiche. Soprattutto quando da piccola ci giocavo quando erano morte" si voltò verso di me sorridendomi come una psicopatica.

"Anche a me piacevano molto, però ero io ad ucciderle" gli sorrisi allo stesso modo procurandole una smorfia.

"Sei più psicopatico di quello che pensavo" continuò con una smorfia sul volto.

"E questo sarebbe un male?" inarcai un sopracciglio indifferente.

"Affatto" mi dedicò un piccolo e impercettibile sorriso prima di girarsi verso la finestra su cui si vedeva la pioggia.

"Buongiorno!" strillò la professoressa entrando in classe.

"Come avete visto oggi ispezioneremo le rane. Sarete divisi in coppia con il vostro compagno di banco, uno farà il lavoro manuale mentre l'altro scriverà" spiegò e la professoressa passò tra i banchi porgendo un cartelletta ad ognuno e prima che potessi afferrare la mia Crystal mi precedette.

"Scrivo io" mi rivolse un sorriso falso prendendo una penna.

"Io quella cosa non la tocco" dissi disgustato indicando la rana morta sul tavolo.

"Non pensare che lo farò io" mi rispose.

"Avanti dimostra che hai le palle Mattia" continuò a parlare.

"Non si dimostra in questo modo" scossi la testa uccidendola con lo sguardo.

"Se hai paura di una rana viscida non immagino di cos'altro hai paura" la vidi alzare gli occhi al cielo.

"Se è tanto facile per te fallo tu" gli proposi tirandomi indietro con la sedia.

"Le mie mani non toccheranno quella cosa viscida" storse il naso.

"Non ci giocavi quand'eri bambina?" ammiccai con tono di finta sorpresa.

"E tu non eri il cacciatore di rane?" mi guardò con aria di sfida che io ricambiai.

NON TI SCORDARE DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora