Capitolo 40

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Crystal's Pov
Guardai Colin che stava finendo di leggere anche lui il messaggio. E dalla sua espressione sono sicura che aveva ricevuto i miei stessi messaggi dalla stessa fonte anonima.

"Chi diamine è?" domandò e io scossi la testa, mentre sentivo gli sguardi confusi di Ryker e Mattheo addosso, soprattutto di quest'ultimo che mi bruciava la pelle.

"Io una risposta c'è l'avrei" gli risposi con un groppo in gola e subito lui capii dal mio sguardo di chi stessi parlando.

"Di chi state parlando?" chiese Ryker e il suo sguardo oscillò tra Colin e me.

"Nessuno" deglutì pesantemente cercando di non badare al suo sguardo sempre più insistente.

Non feci in tempo a dire nulla che Mattheo strappò il telefono dalle mani di Colin che non poté fare nulla, visto che Ryker si mise in mezzo.

"Mattheo" lo richiamai, ma non servii a nulla perché continuò a leggere dall'IPhone di Colin.

Quando mi avvicinai per prendergli lo smartphone lui aveva già finito di leggere e puntò il suo sguardo su di me. Mi bloccai di colpo.

"Cos'è questo?" domandò ridando bruscamente il telefono a Colin.

"È meglio se glielo dici" prese parola Colin vedendo che non avevo intenzione di parlare.

"Dirmi cosa?" Mattheo fece oscillare lo sguardo da me a Colin in maniera confusa.

"Mio padre non è tornato solo per me" rispose nuovamente il mio amico, capendo che non avrei detto nulla.

"Colin" lo ammonii con lo sguardo.

"Lo deve sapere" disse e scossi la testa pensando che stesse sbagliando a confidare una cosa del genere proprio a Mattheo.

"Crediamo che cerchi vendetta" continuò Colin non distogliendo lo sguardo da Mattheo.

"E quella vendetta sono io" dissi attirando i suoi occhi grigi su di me.

"Raccontagli cosa è successo stamattina" mi esortò Colin, nonostante il mio sguardo carico di disapprovazione.

"L'ho incontrato" sputai fuori tutto d'un fiato come se stessi sganciando una bomba.

"Stamattina sono uscita per incontrare Lorin al parco e l'ho visto. Lui era lì di fronte a me" continuai, mentre Mattheo e Ryker restavano in silenzio ad ascoltare.

"E me l'hai tenuto nascosto?" chiese Mattheo guardandomi in modo contrariato.

"Non è un tuo problema" risposi incrociando le braccia al petto.

"Come puoi dirlo?"

"Lo dico eccome. Prima mi tratti con una merda e poi torni qui pretendendo di sapere della mia vita? Lasciatelo dire, sei un incoerente del cazzo, Mattheo Nelson!"

"Qui non si tratta di incoerenza! Capisci che suo padre è pericoloso?!"

"E cosa avrei dovuto fare? Venire a piangere da te?"

"Parlarmene, cazzo!"

"Ora vuoi parlare, Mattheo? Mi hai cacciato dalla tua camera perché dovevamo parlare, dobbiamo tutt'ora parlare. Quindi non venirmi a dire che avrei dovuto dirtelo perché mentre tu mi urlavi contro io pensavo a quel fottutissimo giorno, e indovina un po', quando ti guardo mi ricordi lui" lui non fiatò neanche quando restammo interminabili attimi in silenzio e quando guardai i suoi occhi vidi qualcosa spezzarsi.

Preferivo perderlo piuttosto che saperlo in pericolo. E sapevo che le mie ultime parole sarebbero state la famosa goccia che faceva traboccare il vaso.

NON TI SCORDARE DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora