Capitolo 36

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Crystal's Pov
"Ricapitoliamo" guardai il ragazzo davanti a me ormai stufa del suo ricapitolare.

"L'abbiamo già fatto cinque volte" piagnucolai addentando il mio bignè alla crema e fragole.

Ci eravamo rifugiati in un bar per poter parlare e soprattutto perché entrambi avevamo bisogno di sederci e riprenderci.

"Ti sei seduta sulla panchina e hai visto un'uomo seduto nella panchina di fronte a te" sospirò prendendo un sorso del suo caffè.

"Sì" confermai dopo aver ingoiato un altro bignè.

"Ed era Amos?" domandò guardandomi con attenzione.

"Era uguale e spiaccicato a Colin, è impossibile che non fosse lui" affermai ormai convinta più che mai di non essermi sbagliata.

"Non mi sorprende" si lasciò andare appoggiando la schiena alla sedia.

"Cosa?" corrugai la fronte non capendo il perché della sua affermazione.

"Che lui sia a San Francisco."

"Perché dici questo?"

"La scorsa settimana Colin mi ha detto che suo padre è tornato per recuperare i rapporti" schiusi le labbra per la notizia che mi aveva appena dato e che ovviamente io ho saputo per ultima.

"E quando pensavate di dirmelo?" lo guardai malamente.

"È colpa mia. Sono stato io a insistere con Colin per non farti dire nulla" si passò una mano tra i capelli castani scompigliandoseli.

"Perché?"

"Hai bisogno di smettere di pensare Crystal."

"No. Io ho bisogno che loro siano dietro le sbarre" affermai finendo i miei bignè.

"Sto facendo tutto il possibile" guardai il suo volto infastidito dal sapere che loro erano ancora liberi.

"Lo so" sospirai.

"Perché Colin non è venuto?" cambiai argomento notando solo ora che ci doveva essere anche Colin con noi.

"Cerca di evitare suo padre il più possibile e l'unico modo per non trovarlo in giro e restare in casa" spiegò.

"Allora andiamo" dissi alzandomi dalla sedia.

"Cosa?" sbatté più volte le palpebre non capendo ciò che volessi dire.

"Andiamo da Colin. Sappiamo entrambi che ha bisogno di qualcuno" risposi prendendo la mia borsetta dallo schienale della sedia.

"D'accordo" si alzò anche lui.

Quando stavo per andare alla cassa per pagare lui mi anticipò, così lasciai correre e quando mi raggiunse uscimmo dal bar dirigendoci verso la sua auto.

"Hai lasciato il tuo fidanzatino da solo?" domandò mentre camminavamo nelle strade di San Francisco.

"Sta dormendo" scrollai le spalle disinteressata di parlare di lui.

"Hai litigato con lui" affermò dopo aver studiato il mio viso con attenzione per alcuni secondi.

"Cosa te lo fa credere?"

"Primo, si vede dallo sguardo come lo menzionato. Secondo, tu litigheresti pure con un tombino."

"Non amo i tombini" feci una smorfia quando vidi un tombino proprio a tre metri da noi.

"Tu ami solo te stessa e i bignè alle fragole" alzò gli occhi al cielo rigirandosi fra le mani le chiavi della sua macchina.

"Sai che le fragole sono il cibo che amo di più al mondo."

NON TI SCORDARE DI MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora