capitolo 15

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Gabriel's pov:

"Cazzo Ludmilla fa piano". La voce di Jamie irrompe nella stanza facendoci allontanare  all'istante.

ORA SI CHE E' UN UOMO MORTO.

"Oddio, Tenente colonnello, dottoressa Wilson, buona sera" Ludmilla cerca di darsi una sistemata, allacciandosi i bottoni della camicia bianca della divisa che ancora indossa, probabilmente aperta precedentemente dal coglione al suo fianco.

"Ciao Ludmilla" Rachele saluta cordialmente sia la bionda che il bastardo "Jamie".

"Non sapevamo ci fosse già qualcuno qui e-" quest'ultimo cerca di giustificarsi, ma la mano di Rachele entra in contatto con il suo petto e la cosa mi infastidisce al quanto. Vorrei che toccasse me. Il mio torace, i miei capelli, la mia anima. Tutto cazzo. Ma non lui.

"Tranquillo Jamie" ridacchia " però diamine la discrezione! Dovresti tatuartela in fronte".

"Io vado, buona notte ragazzi" ed eccola  lì che sculettando  esce salutando tutti, riservandomi una fugace occhiata. Ero tanto vicino da catturarle le labbra in un bacio appassionato, ma qualcuno ai piani evidentemente non lo condivideva.

"Credo di dover andare anch'io" Ludmilla la segue -dopo aver lasciato un bacio veloce sulla guancia del suo quasi defunto ragazzo- e rimaniamo soltanto io e Jamie.

Ora mi sentirà.

"Gabriel, cazzo, non lo sapevo, io-" cerca di giustificarsi.

Mi alzo dal lettino con uno scatto veloce  e lo blocco al muro, incazzato come non mai.

"E' la seconda volta che mi interrompi sul più bello Jamie" sputo "alla terza ti stacco il cazzo e te lo faccio mangiare".

Esco adirato, accendendo una sigaretta, sperando che la nicotina possa rilassare i miei nervi. Le palle mi fanno male e la delusione nel non aver potuto constatare la dolcezza di Rachele mi devasta.

Credo che mi toccherà un'altra intensa sessione in bagno per alleggerire la situazione. Ma tu guarda cosa cazzo mi tocca fare.

***

E' incredibile che pur facendomi incazzare quella ragazzina riesce a farmi eccitare.

L'ho fronteggiata cercando di intimorirla ma lei non ha mollato la presa.

E mentre faccio pressione sul mio membro eretto e dolorante ripenso ai suoi occhioni che mi fissavano adirati e quelle labbra per niente carnose e rosee che erano serrate in una linea dritta. Chissà come sarebbe averle attorno al mio cazzo. Morbide e dolci che danno attenzioni ben meritate a chi ogni volta reclama quella ragazzina dalle morbide forme.

Su e giù. Su e giù. Senza mai stancarmi.

E' questo il movimento che sto facendo da non so quanto tempo e cazzo sarebbe tutto più semplice se potessi sprofondare in un corpo ben disposto ad accettare le mie dimensioni, il mio cazzo palpitante.

Se pur si trova a pochi passi da me, sono ben consapevole che non posso farlo, quindi chiudo gli occhi e faccio viaggiare la mente nel mondo dei balocchi: immaginando la sua mano al posto della mia che risale per tutta la mia lunghezza, mentre con l'altra  mi massaggia le palle doloranti e piene, pronte ad esplodere da un momento all'altro.

Alterno i respiri profondi e  gli ansimi, mentre sento le gocce del liquido pre eiaculatorio fuoriuscire lentamente dalla punta rosea, iniziando a bagnare il glande. 

Ancora meglio se visulizzo il suo dolce viso arrossire davanti alla crescita del pene mentre a piccoli passi si cala sull'erezione prorompente , con la lingua, raccogliendo tutto il liquido. Magari  inglobando la cappella ormai ingrossata definitivamente  con le sue labbra, succhiandone via il sapore avidamente , assaporandolo come se stesse mangiando un gelato. Un gelato gustoso. Un gelato che riserverei solamente a lei.

-In spite of everything-  -nonostante tutto-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora