capitolo 49

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Gabriel's pov:

Tre mesi dopo:

"Ma guardati, tremi come una foglia" una voce baritonale si prende beffe di me.
"Anthony, ti rispetto e ti voglio bene ma sto per spaccarti la faccia" sbuffo infastidito dal pianto di un bambino che strilla e scalcia contro il mio sedile.

"Un cazzo di ciuccio, no?" Cerco di sussurrare il più piano possibile.
Sono facilmente irritabile ultimamente, tutta colpa dello stress che mi logora da quella nottata al bar con Thomas.

"Avrà sei anni, non ha bisogno di succhiare nulla per calmarsi, ma non posso dire lo stesso per te" ghigna lo stronzo seduto accanto a me.
"Almeno non farlo davanti ai genitori, abbi un minimo di decenza e non saltarle addosso".

"Non salto addosso a nessuno, non sono Jamie che quasi si eccita al solo pensare all'infermiera" sbuffo inorridito dalla nota acuta raggiunta dal bambino.

"Hei amico, non sono io quello alle prese con l'isteria e poi non è affatto vero, se Travis fosse qui con noi e non a sbaciucchiarsi Thobias mi difenderebbe" Jamie interviene sporgendosi dal lato opposto del sedile.

Travis è rimasto a New York perché voleva qualche momento da solo con Thobias ritrovato per caso tra le vie di Brooklyn.

Rachele e io ci siamo dovuti salutare più di sette settimane fa.

Alla fine Thomas si è rivelato di grande aiuto.

La compagnia aerea che ho scelto alle tre di notte, di nascosto, mentre coccolavo Rachele dopo un'intensa sessione di sesso, non aveva esplicitato la classe su cui io e i ragazzi avremmo dovuto viaggiare.

Uno spasmo involontario della polpettina ha causato un click su 'prenota' in classe economy e ora dovrò sorbirmi un moccioso che non la smette di frignare per altre quattro ore.

Non. Lo. Sopporto. Più.

Mi giro in uno scatto fulmineo e mi sporgo dietro di me dove il mocciosetto tira calci a destra e a manca:
"Ascolta moccioso, o la smetti di frignare oppure ti prometto su tutto ciò che ho di più caro che ti faccio volare dalla porta di emergenza, dopo averti ficcato un involtino nella bocca, intesi?"

"Gabriel ti sei impazzito per caso?" Anthony si scusa con la mamma ma io non do' peso allo sguardo rigido della donna.
"Mi sono rotto i coglioni Anthony" sbuffo rimettendomi a sedere.

Chiudo gli occhi e respiro profondamente.

Afferro dalla tasca la scatola di velluto nera e accarezzo il coperchio.

"Come lo farai?" Sussurra piano il moro.
"In che senso?"
"La proposta... sai già come farla?" Mi chiede piano, quasi temendo una mia possibile crisi isterica.

"Voglio prima guadagnarmi la fiducia dei genitori ... ho paura del padre in tutta sincerità" ammetto.

"La signora Wilson è già una tua fan, ne sono sicuro" cerca di confortarmi.
"Appunto ... non il padre" mi passo una mano sul viso "spero tanto che sia d'accordo nel darmi la benedizione".

"Pensa positivo amico ... e spera che Jamie non venga picchiato con la borsetta da quella nonnina" sorride "come cazzo è possibile che finisce sempre accanto alle vecchie".

"Le milf hanno il loro fascino" schiaccio l'occhio reggendo questo discorso divertente.

È stata una decisione difficile da prendere, non perché non fossi sicuro di ciò che volessi fare sul serio, ma vorrei essere sicuro che sia la scelta giusta da fare.

Non voglio aspettare altro tempo, voglio passare tutta la mia vita con lei.

Dobbiamo solo superare uno scoglio : John Wilson.

-In spite of everything-  -nonostante tutto-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora