Rachele's pov:
"Oh mio Dio" impreco non appena riesco a mettere a fuoco la scena che mi si para davanti.
Il tenente avvinghiato a me, o per lo meno le mie gambe lo stavano immobilizzando fino a qualche istante fa spingendoli il viso tra i miei ... CAZZO.
Penso di essere arrossita.
"Sta buona Albòndiga, ancora cinque minuti" afferma con voce roca, il bastardo dannatamente sensuale anche di prima mattina.
Non penso di star ascoltando più quello che sta dicendo.
Cerco di sgattaiolare il più veloce possibile dalla sua morsa infernale, ma prima che possa abbandonare la stanza anche qualcun altro ai piani bassi mi dà il buon giorno, elevandosi verso l'alto, facendo sentire la sua presenza, quasi come se volesse reclamare il proprio spazio nonostante sia rinchiuso in quei pantaloni grigi che segnano tutto. OGNI FOTTUTA FORMA E DIMENSIONE.
Mi chiudo la porta alle spalle e non appena entro nella mia stanza, affannata, sprofondo con la testa tra i miei cuscini -che non sanno per niente di lui e del suo odore virile e forte- cercando di soffocare un urlo di frustrazione..
Di certo, svegliarsi con la testa di Gabriel tra i mei seni è stato abbastanza strano ma piacevole allo stesso tempo, lo devo ammettere. Per la prima volta dopo non so quanto tempo mi sono sentita a casa. Una sensazione che provavo solo tra le sue braccia prima che volasse via da me.
Ma non lo è stato per niente, ritrovarmi davanti June in quello stato, soprattutto perchè mi ha fatto rifiorire ricordi che ho cercato a lungo di celare nell'oblio della mia mente.
Fortunatamente sono riuscita a mantenere una calma che sembrava assolutamente estranea a me stessa. Non posso dire lo stesso di Gabriel che pareva un pesce fuori dall'acqua.
Alla fine il piccolino tornerà a casa con qualche giorno d'anticipo e a detta del tenente il suo compleanno -che sarà tra circa tre giorni- non riusciremo a festeggiarlo qui alla base. E il motivo è abbastanza comprensibile.
Vedere June in quelle condizioni mi ha fatto tornare indietro nel tempo. Precisamente a quel tredici novembre di molti anni fa, dopo un po' però a differenza del corpo inerme e dissanguato di mia sorella, avevo quello tremolante di June che a piccoli passi riacquistava conoscenza.
Mi sono avventata dolcemente su di lui, prendendomi cura di quella piccola creatura. Ho dato tutta me stessa per fermare ciò che stava accadendo nel suo fragile organismo.
Non ho potuto salvare mia sorella, quel giorno ma almeno sono riuscita a salvare lui.
Il destino, credo mi abbia dato un'altra opportunità. Sono riuscita a essere utile in qualche modo. Mi è stata data una piccola possibilità per scacciare, se pur in poca quantità, il senso di colpa che mi logora lo stomaco e la mente da credo più di una decina d'anni anni quasi.
*******
June ha definitivamente lasciato la base.
A malincuore l'ho dovuto salutare. I saluti però non sono stati facili.
June si era aggrappato alle mie gambe, immobilizzandomi.
Cercavamo entrambi -sia io che il tenente- a staccarlo placando anche i singhiozzi che fuoriuscivano dalle sue piccole labbra, che hanno ripreso subito il loro colorito roseo.
Quando poi June si è imbarcato sull'aereo, Gabriel ha chiamato sua mamma, Esmeralda, per avvisarla. Mi è sembrata una signora per bene, davvero dolce e premurosa. Ci siamo anche presentate tra l'altro, perchè quest'ultima aveva necessità di vedere il suo "bambino" -cito testualmente- e dopo qualche lamentela da parte del tenente, ha attivato anche lui la videocamera.
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-In spite of everything- -nonostante tutto-
RomanceDue anime segnate da un destino crudele. Due persone diverse ma profondamente simili. Ci penserà lo stesso destino a farli incontrare. Rachele Wilson, psicologa alle prime armi volata a Baltimora dall'Italia per prestare supporto alla base dell'aere...