capitolo 18

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Gabriel's pov:

"Questa è l'ultima" Rachele trilla pimpante  porgendo l'ultimo trolley a Travis che impacciato cerca di incastrarlo da qualche parte.

"Esattamente Albòndinga, cosa non hai capito della frase  'portare lo stretto indispensabile'?" ringhio osservando esausto la riccia davanti a me che arrossisce dondolandosi sui talloni.

"Lo è infatti" sbuffa "ho altre due valigie in stanza che non ho riempito, quindi accontentati di queste due cose che ho portato. Non serve brontolare per ogni minima cosa Gabriel".

Due cose è un eufemismo, cazzo.  Sono cinque  borse fottutamente piene fino all'orlo. Una in particolare stracolma di libri da leggere.

"A me piace viaggiare comoda" e figuriamoci.

"Si vede Rachele, infondo hai messo mezza base qui dentro" Jamie ironizza sulla situazione "e qui cosa ci hai messo? L'ammiraglio Jefferson?" dice non appena solleva il trolley che Travis non è riuscito a inserire nella pila dei bagagli.

"Sono ipocondriaca, ho bisogno di portare tutto l'occorrente per ogni eventuale problema" ci punta il dito contro "mi ringrazierete quando verrete da me piangendo e implorando aiuto e io tirerò fuori prontamente ciò che mi avete richiesto".

" eroina della patria" la prendo in giro ricevendo un'occhiataccia.

"Bene se è tutto pronto possiamo partire, gli altri già si sono incamminati" esordisce Anthony mettendosi alla guida.

Non appena il motore è acceso e chiudiamo tutti gli sportelli, Rachele, seduta al centro tra Jamie e Travis, sobbalza e con lei anche i suoi seni, oggi particolarmente più gonfi del solito, racchiusi in un dolcevita nero. "Aspettate, non ho preso i cerotti".

Tenta di oltrepassare le gambe ben piazzate del biondo al suo fianco , probabilmente per salire su in camera a prendere ciò che gli manca e non solo, ma essendo in ritardo la blocco prima che possa sgusciare fuori e farci perdere altro tempo.  "Non servono" la guardo truce "Anthony parti".

******

Siamo arrivati all'aeroporto, pronti per imbarcarci  sull'aereo dedicato esclusivamente ai militari. 

Oggi è il grande giorno, atteso e temuto da molti. 

La guerra fa schifo. Per colpa di qualche testa di cazzo che hanno qualche divergenza con altrettanto teste di cazzo creano un casino enorme ma soprattutto inutile, dove a pagarne sono sempre gli innocenti.

Io in questa missione oltre che condurre  i miei uomini cercando di non perdere nessuno di loro, ho un altro compito da svolgere: fare da babysitter a quella pazza ma meravigliosa ragazza che ora sta ridendo genuinamente con i miei amici. 

Facciamo il check-in e man mano l'orda di uomini scema perchè iniziano a prendere posto sul mezzo che ci condurrà in Afghanistan -Asia meridionale-.

"Forza ragazzi andiamo" Jamie, Travis e Anthony seguiti dal mio sguardo si staccano dal muro su cui era appoggiato tutto il loro peso e noto anche un piccolo puffo seguirli, che però fermo subito dal braccio, facendola urtare contro il mio petto duro.

"Albòdinga, noi due abbiamo fatto una promessa ricordi?" i suoi occhioni mi scrutano "il tuo posto è il 16c e siederai accanto a me. Ricorda dolcezza d'ora in avanti dovrai restare sempre e costantemente attaccata a me, in caso contrario ti attacco un francobollo sulla tua graziosa fronte e ti rispedisco dritta da Jefferson, sono stato abbastanza chiaro?"

"Certo tenente, ma vorrei anche ricordarle che non sono più una bambina e so badare a me stessa e poi lasci che glielo dica : il babysitting non fa per lei, quindi si ostini a fare soltanto il soldato"  

-In spite of everything-  -nonostante tutto-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora