capitolo 33

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Rachele's pov:

Lo seguo in silenzio, senza farmi beccare.

Arriviamo nell'ala dedicata alle camerate degli uomini.

Gabriel entra nella sua stanza.

L'ultima del corridoio sulla sinistra.
La camera con la vista sulla grande distesa di sabbia.

Aspetto qualche minuto e senza curarmi del mio aspetto busso alla sua porta.

Nessuno risponde. Bene.
Ora finge anche di non essere nella camera.

Ma infondo a mali estremi, estremi rimedi, no?

Estraggo dalla mia coda di cavallo un fermaglio piccolo aprendo le due estremità.
Inserendolo poi nel punto interessato, inizio ad armeggiare con il piccolo ferretto, per riuscire nel mio intento.

So che questa cosa potrebbe risultare un' inflazione illegale in un luogo privato -la camera da letto del mio tenente stronzo- ma ho un urgente bisogno di stare con lui.

Soltanto io e lui.
Occhi contro occhi.
Anime a contatto.

Con un leggero 'clic' riesco a far scattare la serratura e finalmente sono dentro.

Levo velocemente il fermaglio dalla toppa e richiudo la porta alle mie spalle.

Un profumo forte e deciso impregna l'aria.
L'arredamento è minimal.
Semplice ma d'effetto, proprio come il mio tenente.

"Ma che cazzo ..." Gabriel in tutta la sua altezza mi si para davanti.
"Come ci sei riuscita?" Mi domanda con stupore.

"Ognuno ha i propri segreti" sorrido beffarda, raggiungendo il bagno.

La cassetta del pronto soccorso formato piccolo è presente in ogni stanza.

Chiamata anche scatola delle emergenze, contiene tutto l'occorrente per una qualsiasi situazione.
Garze mediche; cerotti, bende elastiche, punti adesivi, disinfettante, batuffolo di cotone, pomata per contusione e tanto altro, sono racchiusi in una piccola scatola rossa, con una piccola croce verde e bianca sul coperchio -simbolo indiscusso della sanitaria.

"Che ci fai qui Rachele?" Ammette freddo, quasi atono.

"Sai in questi momenti avrei tanto voluto essere chiamata con quello stupido nomignolo mentre usavi il tuo solito tono da uomo alfa davvero odioso... pur di non ascoltare questo tono glaciale, uomo delle nevi" dico cercando di smorzare un po' l'atmosfera.

Lui è impassibile: "Cosa vuoi Rachele?" Replica nuovamente.

"Medicare le tue ferite, tenente colonnello" ammetto senza scusanti.

"Posso farlo da solo" insiste.

"Lascia fare a me... per favore" gioco la carta 'degli occhi dolci'.
"Poi ti prometto che me ne andrò".

Sbuffa alzando gli occhi al cielo: "Va bene cazzo... fa una cosa veloce".

"Certo capo" sorridente mi avvicino a lui "forza musone, siediti" indico il letto alle sue spalle.

Inumidisco un piccolo pezzo di cotone nel disinfettante e mi posiziono in mezzo alle sue gambe, appena divaricate, posando il tessuto sul suo zigomo ... spaccato.

Se le sono date di santa ragione.
Ma sono sicuro che Gabriel sia il meno ridotto peggio tra i due se pur abbia zigomo, labbra e una piccola parte della fronte spaccata.

"Allora..." cerco di intavolare una conversazione innocente per ottenere delle risposte.

"Non iniziare con l'interrogatorio, dottoressa" sbuffa antipatico.

-In spite of everything-  -nonostante tutto-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora