capitolo 26

1.4K 53 3
                                    

Rachele's pov:

La sindrome di Peter Pan.

Viene diagnosticata a persone adulte che presentano un' atteggiamento di chi vive un'eterna fanciullezza, rifiutandosi di crescere, di assumersi responsabilità, di fare delle scelte: spesso quando colpisce gli uomini si parla di uomini bambini che hanno paura di crescere e spesso caratterizzati dall'incapacità di amare.

Questa sindrome si manifesta soprattutto negli uomini.

Se pur non rientrando in ogni stato della malattia, ora qui difronte a me, ho davanti un uomo con uno spettro simile.

Tenente colonnello Gabriel Julio Mendoza, imbronciato peggio di un bambino, signore e signori.

Il sole è tramontato già da qualche ora e stiamo provvedendo a mantenere vivo il fuoco per cenare tranquillamente.

Le tende sono state montate e le temperature hanno iniziato a calare.
Evidentemente l'ariditá del luogo dipende esclusivamente dai raggi solari.

I ragazzi si sono cambiati.
Indossano la felpa con lo stemma dell' USA army, mantenendo però i pantaloni mimetici e la canotta bianca al di sotto.

Io invece mi sono lasciata indosso i ciclisti neri che indosso sempre sotto i vestiti per evitare imprevisti -soprattutto per lo sfregamento delle cosce- e sopra una maglia larga, naturalmente senza reggiseno.

Dormire con quello equivale a camminare su lava incandescente.

Però mi sono portata una coperta.

Siamo attorno al falò seduti su dei tronchi e qualche pietra, mangiando della zuppa in scatola.

Questa notte a turni di due dovranno fare da guardia per controllare e avvisare eventuali attacchi da parte dei Talebani.

"Perchè questi musi lunghi?" Jamie rompe il ghiaccio ispezionando prima il mio viso e poi quello dell'amico.

"Io sto bene" prorrompo "chiedilo al tuo tenente colonnello piuttosto, che alla veneranda età di ventotto anni si comporta come un bambino" e guardo di traverso il riccio.

"Cosa vorresti dire dottoressa?" Ironico inizia  a parlare "l'unica che si atteggia come una bambina sei tu".

"Oh -esclamo- ma davvero?"

"Si... perché sei una testarda a livelli assurdi" ribatte.

"Da che pulpito nasce la predica... un uomo che di maturo ha solo i neuroni -forse".

"Antipatica" comincia.

"Stronzo" continuo.

"Isterica"

"Scorbutico orso bruno" mi impunto lasciando ai miei piedi la ciotola con più della metà della zuppa al pomodoro.

"Ragazzi forse è il caso di seppellire l'ascia da guerra e andare a dormire" Travis prova a sanare la situazione ma io e Gabriel siamo impegnati a fulminarci con gli occhi.

"Si forse è meglio" Anthony dà man forte all'amico "Il fuoco si sta per spegnere, voi andate a riposarvi mentre io vado nella foresta per cercare nuova legna e potrò iniziare il primo turno di ronda notturna con ... Adrian".

"No" ora guardo Anthony "la legna vado a cercarla io... ho bisogno di fare due passi" prima di tirare i capelli al tenente colonnello stronzo- vorrei aggiungere.

Mi alzo sistemando la coperta sulle spalle ma prontamente una mano agguanta Il mio braccio con poca delicatezza.
"Non ci pensare neanche"

"Infatti non te l'ho chiesto... non l'ho chiesto a nessuno ho solamente avvisato dove sarei andata". Ok forse sono leggermente antipatica in queste situazioni.

-In spite of everything-  -nonostante tutto-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora