capitolo 8

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Rachele's pov:

La perfezione.

Per anni ho cercato invano di raggiungere questa ideologia inventata dall'uomo. Un miraggio che per molti ancora è considerata la meta d'eccellenza per essere apprezzati da tutti.

E per un po' di tempo anch'io ho fatto parte di quella grande percentuale, fin quando poi ho compreso che fosse tutta una grande bugia.

La perfezione per la società equivale a dei canoni -spesso impossibili da raggiungere- che se rispettati correttamente ti rendono il tipo di tutti.

Io però "il tipo di tutti" non lo sono mai stata. Mi piace passare inosservata. Mi piace essere invisibile agli occhi di tutti. Mi piace rintanarmi in libreria o nella mia stanzetta  nascondendomi in mezzo a tutti quegli accumuli di carta e inchiostro che ti permettono di viaggiare lontano per qualche secondo, minuto, ora.

Ho imparato a mie spese che la perfezione non è altro che un'utopia a cui l'uomo si aggrappa e che ciò che vediamo all'apparenza non è mai la verità.

Sono caduta, ho pianto, ho creduto di non farcela ma alla fine qualcuno mi ha teso la mano e mi ha rialzato svariate volte, finché non ho capito anch'io che  la perfezione non esiste.

Certo delle volte la cerco ancora, ma dopo un po' di tempo mi riprendo rimanendo coerente con le mie idee. Probabilmente perchè non riesco a far scomparire tutte quelle imperfezioni che voglio assolutamente eliminare dal mio corpo. 

Il mio corpo ... il mio capo espiatorio. Il mio martire.

****

"Arrivo un attimo" biascico con la voce  ancora impastata dal sonno.

Questa mattina mi sono alzata piuttosto presto, nonostante  abbia indossato dei tappi per le orecchie che mi impediscono di ascoltare quelle fastidiose campanelle che ogni mattina suonano, precise come un'orologio svizzero.

Oggi è una di quelle mattine in cui contemplo il mio riflesso davanti allo specchio.

Indosso solo delle mutandine bianche, per niente attraenti e una maglia larga grigia,- quasi il triplo di me- che ho alzato fin sotto il seno per valutare la situazione "pancia".

Sono in pre-ciclo, quindi sono abbastanza gonfia e di conseguenza mi sento un vero schifo. E come se non bastasse le mie ovaie stanno per mettere in pratica la partita a ping pong del mese.

Mi abbasso di fretta la maglia pronta ad ignorare la mia immagine riflessa su ogni superficie riflettente.
Oggi proprio non è giornata.

Raccolgo i capelli in un non so che di indefinito e tiro in dietro i capelli sfuggiti da quell'ammasso di nodi e doppie punte, con una fascia arancione con delle orecchiette di gatto.

Dopo aver lavato il viso con acqua fredda, mi asciugo in fretta gli ultimi residui di acqua e corro ad aprire la porta. 

Pare che qualcuno sia insistente questa mattina.

Apro la porta per cessare il continuo rumore e sgrano gli occhi quando davanti a me noto esserci Gabriel in tutta la sua bellezza in quasi due metri di muscoli.

Aspetta un secondo.

Gabriel davanti alla mia porta , io mezza sfatta con una fascia per capelli a dir poco imbarazzante e per di più mezza nuda. O porco cazzo.

"Buongiorno Albòndiga hai litigato con il cuscino questa notte?" dice mordendosi il labbro probabilmente per non scoppiarmi a ridere in faccia.

Non capisco come possa essere così attraente e raggiante a quest'ora. Sono solamente le 6.30 del mattino cazzo.

-In spite of everything-  -nonostante tutto-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora