capitolo 17

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Gabriel's pov:

Paura.

Stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo.

La paura è una delle emozioni primarie che caratterizzano gli esseri viventi, in particolar modo il genere umano. 

Come tutte le emozioni, la paura ha una funzione adattiva, proteggere infatti la persona di fronte a un pericolo o a una minaccia -reale o irreale- ed è presente fin dalla nascita.                                         La paura viene generata dal cervello, quando percepisce pericolo ed entra in stato di allerta, attuando così un meccanismo di difesa che induce a chi prova questa forte emozione di "allontanarsi" dalla fonte principale che la genera.                                                                                               Ci sono varie cose che indicano lo stato di paura come : le pupille dilatate, respiro accelerato, aumento della frequenza cardiaca, pressione e flusso sanguigno e spesso anche rigurgitare tutto ciò che è presente nello stomaco, per il semplice fatto che nei muscoli vengono mandate più quantità di glucosio, mettendo gli organi non vitali, come il sistema gastrointestinale, in uno stato di attività ridotta, non facendoli funzionare correttamente.

Quest'emozione  bastarda - che arriva senza dare avviso-  ora si è impossessata di tutti i miei soldati.

I giorni passano velocemente e la data prestabilita per la missione si avvicina, mandando in tilt una buona parte della base.

Tutti gli uomini selezionati per intraprendere questo viaggio sono in fibrillazione, quasi del tutto eccitati nell'affrontare finalmente ciò per cui si preparano da anni ormai. 

Ma d'altronde conosco i miei uomini come le mie tasche e so per certo che queste emozioni sono dettate dall'adrenalina e dalla paura.

Paura di perdere tutto ciò che di più caro hanno a questo mondo.

Paura di non tornare a casa dalle loro famiglie.

Paura di non aver vissuto abbastanza tutta la vita che fin ora hanno dato per scontata. Perchè d'altronde si prende consapevolezza di ciò che si ha solamente quando qualcun altro cerca di privarcene.

E la stessa paura che infesta i muri della base, ora è incisa negli occhi di Rachele, seduta qui davanti a me tremolante che osserva terrorizzata il piatto di pasta sul tavolo,  che ho messo in sua direzione.

Siamo qui da un quarto d'ora e lei non sembra voler neanche assaggiare gli spaghetti al pomodoro ancora caldi che il cuoco ha cucinato per cena.

La mensa è vuota, nessuno più circola per la base, comprensibile data  la tarda ora che si sarà fatta.

"Forza Albòdinga" le passo con delicatezza la forchetta ricolma di spaghetti attorcigliati tra loro, stando attento a non macchiare di salsa rossa  i nostri vestiti "solo un piccolo boccone".

Questi sono giorni intensi, soprattutto perchè tra meno di due giorni partiremo per l'Afghanistan e sia io che Rachele ci siamo voluti alleggerire tutto il lavoro -in particolare la parte burocratica- prima di partire. Di conseguenza le giornate dopo quella domenica passata in giro per Baltimora, sono state sempre ricolme di impegni, impedendoci così di dedicare del tempo a cose importanti come rispettare ogni pasto o nel mio caso rispettare assiduamente gli allenamenti giornalieri.

Io ho fatto le ore piccole per non privarmi di nulla, in particolar modo degli esercizi che ho dovuto intensificare sia per me stesso che per i miei uomini, mentre la polpettina ora imbronciata accanto a me sembra devota soltanto al suo lavoro, staccando di volta in volta per respirare un po' d'aria e non cadere nella monotonia della carriera, senza però nutrirsi adeguatamente.

-In spite of everything-  -nonostante tutto-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora