Gabriel's pov:
Sono passati altri due giorni.
Da allora Rachele non ha più avuto attacchi di panico e io non ho riaperto quell'argomento.
È passato del tempo prima che si calmasse del tutto, ma finalmente è successo.
Dopo poco si è addormentata a differenza mia che non ho chiuso occhio.
Sia per il dolore incessante che non mi dava tregua che per i troppi pensieri.Lei sembra aver fatto tabula rasa della conversazione che io ho tenuto e forse è meglio così.
Ora siamo qui a non fare nulla.
Rachele assorta nei suoi pensieri, è seduta all'angolo che giocherella con il tappo di una bottiglia ormai finita.
Io invece cerco di tamponare le ferite con dell'acqua e un pezzo di maglia stracciata della polpettina, prevenendo quanto posso delle sicure infezioni.
"Ma questo è ridicolo" sbotta improvvisamente alzandosi dal pavimento.
Non ho neanche il tempo di ribattere che subito si attacca come una cozza alle sbarre della cella e comincia ad urlare.
"Garret o qualunque sia il tuo nome"
Ok ha decisamente perso il senno.
"Vieni qui ti devo parlare ... ADESSO"."Rachele ma che cazzo stai facendo?" Cerco di fermarla prima che lo squilibrato arrivi.
Non ho forza per controbattere la sua persona.
Sia fisicamente che mentalmente, sono troppo debole.E in questi momenti è meglio evitare uno scontro con un elemento del genere.
Ma lei non presta attenzione alla mia persona e continua indisturbata:
"Mi hai sentito? ALZA IL CULO E VIENI SUBITO QUI"."Rachele" I miei tentativi di dissuaderla sono inutili "mi spieghi cosa cerchi di fare?"
"Ti hanno ridotto uno schifo Gabriel" non mi degna di uno sguardo e questo mi infastidisce parecchio. "Se non ti medichi subito con un disinfettante vero e garze sterili, rischi di aggravare la situazione".
Rimango in silenzio continuando a tenere premuto la stoffa per nulla pulita sul fianco.
"Non so come funziona dalle vostre parti ma dalle mie, le condizioni in cui versiamo sono disumane... non fa bene alla sanità fisica e soprattutto mentale" si allontana finalmente dalle sbarre e afferrandosi i capelli con le mani se li tira in dietro.
Vorrai tanto fare qualcosa.
Vorrei poter fatto tutto solo per restituirle la libertà.
Ma sono impotente.
Ora più che mai."Scusami solo che... Dio mio" borbotta ancora e io la trovo al quanto irresistibile.
Sembra una bambina arrabbiata con la mamma perché non le ha voluto prendere le caramelle a promesse.
"Cos'hai Albòndiga, mmh?" Mi avvicino piano.
Agguanta il panno posizionando la sua mano sulla mia ... e la differenza è abissale.
La sua mano in confronto alla mia è quasi minuscola.
Inizia poi a medicarmi le altre ferite prestando attenzione alla mia piastrina.
"Mi sento strana, nervosa ... mi dovrebbe arrivare il ciclo e spero nella bontà inesistente di quello stronzo platinato che mi fornisca tutto ciò che presto mi servirà".
Sorrido al nomignolo che gli ha affibbiato.Ora capisco ... sta per entrare in quel periodo delicato del mese.
Ho sentito dire che le donne con le mestruazioni sono molto sensibili... il che le rende più eccitate.
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-In spite of everything- -nonostante tutto-
Storie d'amoreDue anime segnate da un destino crudele. Due persone diverse ma profondamente simili. Ci penserà lo stesso destino a farli incontrare. Rachele Wilson, psicologa alle prime armi volata a Baltimora dall'Italia per prestare supporto alla base dell'aere...