2. His lips

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Harry
Tottenham. Zona 3 di Londra. Non ero mai stato così lontano da Holmes Chapel. Quella sarebbe diventata la mia nuova casa. Stavo percorrendo un ampio marciapiede che costeggiava una schiera di case tipicamente londinesi con giardini curati e fioriti. Era presto. L'unico suono che rimbombava nell'aria di quella fredda mattinata era generato dall'attrito delle ruote del mio trolley sull'asfalto. Concentrandomi potevo udire in lontananza lo stridio dei freni provenenti dalla stazione metropolitana di Tottenham Hale. Non era stato facile prendere quella decisione. Trasferirmi in una città nuova, allontanarmi dagli amici di sempre, dai familiari e dalla quotidianità era stato doloroso. Ero pronto a sperimentare tutte le opportunità che quel posto era in grado di offrirmi. Da quello che avevano potuto vedere i miei occhi fino a quel momento, quel luogo mi piaceva. Non era frenetico e confusionario. Era un po' come la mia vecchia casa. Avevo solo paura che prima o poi la nostalgia avrebbe cominciato ad appesantirmi lo stomaco. Quando provieni da un'altra città, ti devi adattare a certe cose, ad un certo modo di fare e ad una certa vita, è normale che prima o poi cominci a paragonare quello che avevi con quello che hai, quello che c'era prima con quello che c'è adesso e soprattutto la gente con la quale vivevi prima e quella con la quale vivi adesso. All'inizio il profumo della novità nasconde ciò che gli occhi non dovrebbero mai vedere e allora tutto sembra bello, anzi bellissimo. Speravo soltanto che questa euforia non sarebbe svanita troppo presto. Senza rendermene conto, giunsi in Lebus Street. Cominciai a cercare quel numeretto, quello che avrebbe identificato il posto in cui Zayn abitava. Numero 21. Ventuno erano i miei anni. Il 21 settembre 2013 avevo conosciuto Zayn. Ventuno erano le ultime due cifre del mio vecchio numero di telefono. Eccolo. La villetta non era diversa dalle altre. Si ergeva su due piani, di colore marroncino, finestre bianche, tetto malridotto e porta nera con su inciso 21 in dorato. Era una struttura vecchia e non sembrava nemmeno troppo grande, ma non mi importava. Mi bastava solo stare con lui. Così, con la mano tremante, mi decisi a suonare il campanello. Finalmente lo avrei visto di persona, non sapevo come mi sarei dovuto comportare e come lui avrebbe reagito vedendomi lì. Aspettai un po' prima che la porta si aprisse. Mi accorsi che avevo le mani sudate, le guancie in fiamme e il cuore in gola.

Louis
Si paró di fronte a me un ragazzo alto e dal sorriso timido. Aveva una mano incastrata tra i riccioli che gli ricadevano sulla fronte. I suoi occhi erano di un verde intenso. Verdi come la speranza che lo aveva spinto fin qui. E poi c'erano loro. Le sue labbra. Morbide, carnose, seducenti ed intriganti. Labbra da baciare. Labbra da mordere. Labbra da assaporare e gustare. Labbra sulle quali si sarebbe potuto posare il desiderio di chiunque. Labbra infiammate. Rosse, rossissime. Giuro, per quelle labbra sarei potuto impazzire. Labbra che con un solo tocco mi avrebbero fatto morire. Quelle labbra erano fottutamente irresistibili. Cazzo.
Mi affrettai a dir qualcosa. Lo stavo scrutando da troppo tempo e la situazione stava diventando imbarazzante. Probabilmente erano passati solo alcuni secondi, ma era come se da quando avevo posato i miei occhi su quelle labbra, il tempo attorno a me si fosse fermato. Avevo capito chi era. L'unica sua foto che avessi mai visto era quella del suo profilo facebook scorto tra gli amici di Zayn. Era chiaro che fosse lui. Subito si disegnò una smorfia sul mio viso e colsi l'occasione quando sentii le sue parole.
"Ciao, ehm... scusa, cerco Zayn Malik. Ma forse ho sbagliato indirizzo. Abita qui?" esordì timidamente.
Nella mia mente un piano astuto prese forma e lasciandomi prendere dall'egoismo gli risposi.
"No, mi dispiace. Qui ci abito solo io. Però se cerchi Malik posso dirti io dove abita."

Quando se ne andò, non ero affatto dispiaciuto per quello che avevo fatto. Alleggerire la vita al mio Zayn non era mica un peccato. Non gli sarebbe successo niente di grave, volevo solo spaventarlo un po'. Magari, nel ritrovarsi nel covo di drogati in cui lo avevo mandato, avrebbe pensato che Zayn era uno dei tanti che sui social networks si diverte a prendere in giro e illudere la brava gente. In questo modo sarebbe tornato a casa sua e avrebbe smesso di assillare Zaynie con i suoi stupidi problemi.

Harry
Ero rimasto un po' deluso che ad aprire la porta fosse stato quel ragazzo. Lebus Street 21 non era l'indirizzo di casa Malik. Probabilmente Zayn aveva sbagliato oppure io non avevo capito bene. Non volevo credere che ci fosse del male o delle cattive intenzioni nelle parole del mio Zay. Ora, grazie a quel gentilissimo ragazzo, avevo il vero indirizzo e questa volta sarebbe andata meglio. Pensandoci, se tutti gli abitanti di Tottenham fossero stati così disponibili, mi ci sarei trovato proprio bene. Quella città mi stava rendendo positivo. Ma non so perché, percorrendo la via che mi era stata indicata, avevo come il presentimento che non sarebbe andata affatto bene. I volti delle persone agli angoli di quella strada erano magri e distrutti. Sembravano cadaveri. Le braccia trivellate di buchi, gli occhi a spillo e sensibili alla luce. Non volevo continuare a stare in quel posto. Avevo paura e volevo andare via. Quando stavo per voltarmi e ritornare sui miei passi sentii una voce.
"Hey hai bisogno di aiuto?"
Stava parlando con me.

Zayn
Tornai a casa. Era da ieri che non sapevo nulla di Harry e non sentire la sua voce, adesso che ero abituato a sentirla spesso, mi faceva uno strano effetto. Era come se mi mancasse qualcosa, o meglio qualcuno. Non avevo alcuna intenzione di parlare con Lou, ma sorprendentemente fu lui a rivolgermi la parola.
"Come mai sei uscito così presto stamattina, Zay?"
"Volevo fare due passi. Problemi?"
All'improvviso sentii le sue braccia sottili cingermi il collo.
"Zay, volevo scusarmi per ieri. Se per te quel ragazzo é importante, allora lo é anche per me." disse assumendo un'espressione dispiaciuta.
Un sorriso sbocciò sulle mie labbra. Finalmente aveva capito. Però questo suo atteggiamento appariva strano. Louis Tomlinson non era mai stato un ragazzo che cambia facilmente opinione sugli altri. Mi accontentai e risposi all'abbraccio.

Louis
Ebbene sì, avevo mentito a Zayn e ci ero riuscito anche abbastanza bene. Sono sempre stato un ottimo bugiardo. Tanto ormai che importanza aveva? Quello stupido ragazzino di campagna non sarebbe più venuto a bussare alla nostra porta.
Tuttavia c'era un pensiero che torturava la mia mente da quella mattina. Le sue labbra. Perché cazzo avevo avuto quella reazione? Forse perché assomigliavano a quelle di una donna. Ripensandoci, ero sicuro che quelle labbra non avrebbero avuto lo stesso effetto su di me se fossero appartenute al volto di una donna. Questo perché le labbra che avevo visto poche ore prima, si armonizzavano perfettamente con il viso del ragazzo. Non una cosa era fuori posto. Così come tutti gli strumenti di un'orchestra sono in sintonia tra loro e creano una melodia perfetta, tutti i componenti di quel volto erano disposti in una combinazione soave. Ero stanco di affliggermi con quei pensieri. Probabilmente stavo esagerando. Dopotutto, quando avevo aperto quella porta mi ero appena svegliato ed ero ancora assonnato. Perciò paragonare quel ragazzo ad un angelo doveva essere stato un effetto del sonno.

ANGOLO AUTRICI
Ed eccoci qui! Allora, innanzitutto ci scusiamo per la brevità di questi primi capitoli ma sono soltanto introduttivi e servono a presentare la situazione e i personaggi. Vi chiederete come mai abbiamo scelto Tottenham e non Bradford come città in cui abita Zayn. Questo perché siamo state a Tottenham nell'estate del 2013 e possiamo dunque darvi una veritiera presentazione e percezione della città. Detto questo, fateci sapere cosa ne pensate! Nel prossimo capitolo ci sarà la comparsa di Niall.
Un bacio
- le twins xx

UNFAITHFUL LIPSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora