53. En route

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Louis
Alla fine era riuscito a convincermi. Come sempre cedevo ad ogni sua richiesta ma, quella volta, avevo posto una condizione: sarei andato con lui, o meglio con loro. Ed era esclusivamente per quel motivo che mi trovavo su un aereo diretto verso il Manchester Airport. Un viaggio che, dall'aeroporto di London Gatwick, ci avrebbe portato a Manchester, con destinazione finale Holmes Chapel. Harry aveva accettato volentieri la mia condizione. Dopottutto, non era così fuori di testa da restare solo con quello psicopatico di Max. Mi ero anche premurato di sedermi al centro tra loro, in modo da non permettere a Max di sfiorare il mio ragazzo nemmeno per sbaglio. Harry era alla postazione accanto al finestrino. Ammirava incantato le nuvole ovattate che volteggiavano sotto di noi. Al decollo, aveva afferrato la mia mano per poi lasciarla solo quando l'apparecchio aveva smesso di vibrare rumorosamente. Le case e le strade, le persone e gli alberi si erano fatti sempre più piccoli man mano che ci eravamo allontanati dalla terra. Il cielo era limpido e ci permetteva di osservare dal finestrino solo un mare azzurro e sereno. È incredibile quanto le cose possano sembrare diverse viste da un'altra prospettiva, non fermandosi al dettaglio ma valutando il loro insieme. Il Big Ben che svetta sulle teste londinesi, ora non pareva altro che qualcosa di minuscolo al pari di tutte le altre strutture.
"Non ero mai stato su un aereo, sai?" disse Harry con occhi luccicanti.
"Ti piace?" domandai stringendo il braccio attorno alle sue spalle.
Ci pensò un po' su, come a valutare i pro e i contro.
"All'inizio ho avuto paura! Questo aggeggio non faceva altro che fare rumore, sentivo anche una strana pressione alle orecchie! Devo dire che non avrei mai avuto il coraggio di salirci se non ci fossi stato anche tu con me" confessò con un sorriso furbo, come se stesse flirtando.
Risi mentalmente e glielo feci notare.
"Stai cercando di flirtare con me, Harry Styles?"
Gli posai un bacio sulla testa.
Lui rise e si avvicinò pericolosamente.
Trattenne il mio labbro inferiore tra i denti e lo tirò leggermente.
"E anche se fosse?" domandò ammiccante.
"Oh, non sarei di certo io a fermarti!" stetti al suo gioco.
Portai la mia mano dietro la sua nuca e unii le nostre labbra in un bacio che di casto aveva ben poco. Subito rispose ai miei stimoli. Con la lingua tracciai il contorno dei suoi denti, poi quelli del labbro, chiedendogli il permesso di approfondire la mia esplorazione. Tale permesso mi fu subito accordato. Piegò leggermente la testa all'indietro, premendo contro lo schienale della postazione.
"Sono certo che sai fare di meglio, Tomlinson" disse fregandosene di essere in un luogo pubblico.
"Puoi contarci, riccio."
Soffocò una risata che fece voltare scandalizzata una vecchietta seduta qualche sedile più avanti.
Fu in quel momento che sentii quella voce fottutamente fastidiosa.
"Oh no... non farete così per tutto il viaggio, spero!" disse Max con un tono esasperato.
Ero totalmente immerso nel bacio ed anche Harry pareva dello stesso avviso.
"Mmh ignoralo..." biascicò con la bocca impastata di saliva.
Sentii quello stronzo stravaccarsi meglio sulla poltroncina accanto alla mia e simulare uno sbadiglio.
Dentro di me lottavo con tutte le forze per non prenderlo a pugni.
"Sai Lou..." continuò annoiato.
"...Penso che ad Harry non dispiacerebbe se ci mettessi un po' più di lingua. Sai com'è, ho una certa esperienza con lui..." mi stuzzicò con un sorriso sghembo.
In quel momento dovetti, mio malgrado, abbandonare le soffici labbra di Harry e rispondere alla provocazione.
"Vuoi chiudere quella boccaccia da solo o vuoi che te la chiuda io?" dissi semplicemente, senza lasciar trasparire alcuna emozione se non l'indifferenza; perché lo sanno tutti che l'indifferenza è peggio dell'odio.
Harry sbuffò e "Addio divertimento" sussurrò. Probabilmente voleva che facessi finta di nulla e che lo baciassi senza pensare a nient'altro. Ma io, semplicemente, non potevo stare lì a farmi insultare senza rispondere.
"Okay, ho capito. Era solo per dire, calmati amico" disse infine Max, quasi contento di essere riuscito a separare le nostre labbra.
"Hey, tu, biondino con il carrello dammi qualcosa di forte da bere. Avete del gin?" urlò all'improvviso, neanche fosse al mercato del pesce.
Il tizio gli si avvicinò con il classico sorriso da 'ti sorrido perché è il mio lavoro e mi pagano anche per fare questo'.
"No signore, non abbiamo alcol qui" rispose cortesemente.
Roteò gli occhi e "Allora cosa hai da offrirmi?".
"Succo di frutta, signore?" domandò con un sorriso sempre più tirato.
Probabilmente avrà pensato di avere a che fare con un ubriacone che non sa comportarsi in pubblico e, sempre probabilmente, non avrà avuto nemmeno tutti i torti.
"Vada per il succo di frutta" si decise infine.
Tornò a guardare me ed Harry, sorridendo a quest'ultimo.
"Potrei darvi un voto..." continuò atteggiandosi a gran maestro.
"Non ci interss-" tentò Harry ma venne interrotto.
"Tu Harry, sei stato bravissimo. Bel flirt e ottimo movimento di lingua. Ti do un bel nove perché si può sempre migliorare" disse con sguardo adorante.
"Tu invece... mmh" mimò il gesto del 'no' con l'indice della mano.
"...non ci siamo proprio. Chi ti ha insegnato a flirtare in quel modo?"
Harry afferrò la mia mano e la strinse, come a volermi impedire di reagire.
"Non la smetti mai di dire cazzate, non è vero?" gli sorrisi, il sorriso più falso che riuscii a rivolgergli.
"Ti piacerebbe che fossero cazzate, non è vero?"
"Okay, basta. Finiscila Max! Stiamo facendo questo viaggio per te, quindi adesso smettila di fare il coglione oppure torniamo indietro."
Solo in quel momento abbassò lo sguardo e, dopo aver sussurrato un "Agli ordini", rimase in silenzio fino a destinazione.
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A casa di Harry non c'era nessuno. Prima di rendercene conto bussammo alla porta e, con la coda dell'occhio, riuscii ad intravedere le spalle di Max irrigidirsi, anche il viso di Harry si tese. Per quanto riguarda me, avvertivo una strana sensazione all'altezza dello stoamco: stavo per conoscere i miei futuri suoceri, coloro i quali non avevano accettato l'omosessualità di Harry e lo avevano costretto a fuggire di casa.
"Venite. Sistemiamoci in camera mia. Penso che i miei genitori siano andati alla casa in campagna dello zio. A volte passano alcuni giorni da lui. Ci andavo anch'io da piccolo" spiegò.
Max annuì nervoso, strofinandosi le mani e dando un'occhiata in giro. In quel momento mi avvicinai ad Harry e gli strinsi le spalle.
"Stai bene?" sussurrai al suo orecchio per poi baciargli la guancia.
"Certo... sono solo... ricordi. Tutto qui" rispose sorridendo debolmente.
Si riprese in fretta e ci invitò nella sua stanza. Era piuttosto semplice, proprio come lui: un letto, una scrivania, due armadi e qualche cuscino sparso qua e là. La cosa che più mi piacque fu il profumo. Quel posto, nonostante i mesi di lontananza, sapeva della sua essenza. Sembrava che Harry fosse presente sempre e ovunque. Mi ritrovai a pensare a quanto velocemente fossero cambiate le cose per lui negli ultimi tempi. Mettersi nei suoi panni non era per niente facile. Era ripartito da zero solo per essere libero di essere sé stesso ed io non potevo fare altro che ammirarlo, ammirare la sua forza di volontà. Ero fortunato ad avere un ragazzo come lui. Harry, anche se all'apparenza può sembrare fragile, in realtà è molto più forte di quanto si credi. Io invece, beh, sono il suo esatto opposto. Nascondo le debolezze dietro una facciata ed è per questo che io ed Harry riusciamo così bene ad equilibrarci.
"Max, tu dormi qui" disse Harry posizionando un materasso per terra e preparandolo per la notte.
"Insomma dormo a terra, proprio come i cani" commentò sarcastico.
"Esattamente. Non vorrai dormire con me e Louis sul mio letto, non è vero?"
"Per quanto l'idea di essere a letto con due ragazzi mi ecciti, sarò costretto a declinare l'offerta per stavolta..."
"... soprattutto se uno di quei due ragazzi è Louis" continuò borbottando sottovoce.
"Fatto!" esclamò come se non stesse nemmeno ascoltando ciò che il biondo avesse da dire.
"Bene, si è fatto tardi e il viaggio è stato stancante. Lou vieni a letto?" propose.
Non persi l'occasione per atteggiarmi davanti a Max e sbattergli in faccia il fatto che Harry avesse scelto me.
"Certo, amore!" risposi squadrando il ragazzo con una smorfia.
"Buonanotte, Max" disse infine Harry sdraiandosi sul letto.
"Non mi dai nemmeno il bacio della buonanotte?" domandò il biondo deluso.
"Taci" risposi al posto di Harry.
"Harry, ricordami perché abbiamo portato questo guastafeste con noi!"
Prontamente Harry mi diede un bacio e spense la luce sul comodino, come a voler spegnere anche il nostro litigio.
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Io ed Harry ci eravamo addormentati abbracciati, proprio come eravamo soliti fare da quando abitavamo insieme. Io mi trovavo dietro di lui e, nonostante fossi di stazza più piccola, cingevo la sua vita con un braccio, mentre l'altro arrivava al suo petto. Lui invece aveva entrambe le braccia strette attorno al mio sul suo petto ampissimo, come a voler stringere ancora di più la presa, a voler sentire maggiormente la mia presenza sulla sua pelle. Sorrisi con gli occhi chiusi. Quando li riaprii notai una figura scura accanto al letto. Sbarrai le palpebre di soprassalto e mi accorsi che c'era Max in piedi accanto ad Harry. Gli stava accarezzando la testa e i ricci su di essa. Un moto di rabbia mi invase. Tentai però di non urlare.
"Che cazzo fai qui?!" urlai a bassa voce per non svegliarlo.
"Quello che fai tu" rispose facendo spallucce.
"Cioè?!" mi alterai ed Harry si mosse appena tra le mie braccia.
"Ammiro la bellezza di Harry."
Non distolse nemmeno un secondo gli occhi dal viso del riccio. Seguii con lo sguardo il lavoro delle sue dita sui suoi capelli. Mosso da gelosia gliele allontanai subito dopo. Solo in quel momento mi guardò in faccia. I suoi occhi erano lucidi e tormentati, o almeno così riuscii ad interpretarli.
"Dio, tu sei così fortunato. Harry ha scelto te e potrai averlo per il resto della vita. Non riesco ad immaginare un futuro migliore."
C'era esasperazione nella sua voce, la certezza di non poter mai avere ciò che più desiderava.
"Non dire cazzate. Tu lo hai trattato malissimo, lo hai fatto soffrire. Non hai il diritto di dire queste cose" sussurrai con un tono calmo da far paura.
"Non parlare come se io non tenessi ad Harry! Come se non avessimo vissuto momenti indimenticabili insieme! Tu non c'eri, tu non puoi sapere. Sono stati i momenti più belli della mia vita ed io non li scorderò mai. Potrai anche stare con lui per il resto dei tuoi giorni, potrai anche sposarlo, potrai anche decidere di adottare dei bambini con lui ma... sappi che io lo amerò per sempre. Perciò non fare passi falsi, non farlo soffrire o ne approfitterò subito intrufolandomi nuovamente nelle vostre vite."
Serrò la mascella e avvicinò ancora una volta la mano al volto di Harry solo che, stavolta, il riccio si mosse involontariamente nel sonno. Si strinse ancora più forte a me e "Lou..." sussurrò.
La mano di Max cascò nel vuoto e la mia si annidò tra i ricci del mio ragazzo.
"Non temere. Non ti darò mai questa possibilità."
Mandò giù un groppo ingombrante e mi fissò.
"Lo spero per te" sussurrò con voce debole.
Dopodiché tornò al suo letto.
Quella notte strinsi Harry a me con una forza che non credevo possibile. Nessuno avrebbe potuto rubarmelo. Nessuno.

UNFAITHFUL LIPSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora