34. Unfaithful lips

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Harry
"Cosa diavolo state facendo?!" urlai in preda al panico.
La mia mente tentava in tutti i modi di trovare una spiegazione plausibile, una qualsiasi soluzione, ma non ce n'erano. Non facevo altro che ripetermi: no, no, no! Non è possibile! Non può farmi questo!
"Louis!" gridai ancor più forte di prima.
Sentivo gli occhi pizzicare e una fastidiosa sensazione si fece largo nella mia gola secca e contratta.
Li vidi agitarsi appena nel letto. Zayn, che mi dava le spalle, ruotò il corpo nella mia direzione con fare assonato. Louis sollevò la testa e, dopo essersi stropicciato lascivamente gli occhi, aprì le palpebre spaesato. Inziò a guardarsi attorno in modo circospetto, come se non capisse o ricordasse dove si trovasse e cosa stesse facendo. Subito dopo il suo sguardo si posò sul mio volto ormai deformato dal dolore e dalla rabbia.
"Ma che cazz..." sussurrò frastornato.
In quel momento mi sentii il sangue andare al cervello. Come poteva comportarsi in quel modo così disinteressato? Mi aveva tradito, cazzo! Aveva giocato con i miei sentimenti e mi aveva totalmente distrutto. Sentii il cuore andare in mille pezzi, frantumarsi in tante piccole parti impossibili da ricomporre. Non aveva nemmeno il buon gusto di staccarsi dal corpo nudo accanto al suo. Non valevo davvero nulla per lui? Avevo così poca importanza? Gli avevo dato tutto ciò che era in mio possesso. Gli avevo donato il mio cuore, la mia anima, il mio corpo. Mi ero totalmente fidato di lui, di ciò che aveva detto di provare per me. Mi ero lasciato ingannare da quei 'ti amo' sussurrati delicatamente a fior di labbra o con passione tra le lenzuola. Mi ero affidato a lui, alle sue mani, ai suoi baci e alle sue carezze. Gli avevo permesso di entrare in me, di toccarmi in posti dove non ero mai stato toccato. Gli avevo promesso che sarei appartenuto solo a lui e a nessun altro. A che pro? Quale era stato il premio della mia fedeltà? Mi aveva tradito dopo un mese di noi. 'Noi', non sapevo nemmeno se quella parola sarebbe ancora esistita e, sopratutto, se fosse mai esistita. La situazione non lasciava fraintendimenti. Era ben chiaro cosa fosse successo in quella stanza, in quel letto. Il letto che avevamo condiviso per molte notti, il letto che era stato spettatore del nostro amore o, almeno, di quello che credevo fosse amore. Pensavo di aver trovato finalmente la mia dolce metà, il tassello mancante della mia vita, il vero amore, ma forse era solo una visione infantile, un'illusione e niente di più. Ero felice, davvero felice in quei giorni. Mi sembrava di vivere una favola ma avrei dovuto aspettarmi tutto questo. La felicità è soltanto uno stato d'animo come altri, va e viene con facilità, non può essere controllata. Forse io, Harry Styles, non ero degno di provare quell'emozione così forte e travolgente. Forse meritavo di essere il vecchio Harry, quello solo, depresso e infelice. Quello che non aveva mai assaggiato la vera felicità e che quindi non poteva avvertirne la mancanza. Pensai che forse sarebbe stato meglio non aver mai conosciuto quel sentimento. Ormai, avevo sentito cosa si provava ad essere preda della gioia e, dovermene separare, sarebbe stato molto peggio che non essermi mai congiunto ad essa. Ma dovevo reagire, sputargli in faccia la mia delusione e il mio risentimento. Ne sarebbe anche fuoriuscito il mio dolore e la mia tristezza ma non importava.
"Ieri non volevi nemmeno guardarmi per difendere la tua reputazione e poi vai a letto con lui!" urlai furioso come non mai.
Fissai i miei occhi accusatori nei suoi, mentre con il dito indicai il corpo svestito accanto al suo. Lui seguì il percorso che il mio indice gli indicava. Parve che solo in quel momento, si rese realmente conto della presenza di Zayn. Si sollevò dal letto di scatto, comprendosi subito le intimità con il lenzuolo.
"Harry, ti giuro... non capisco... io..." si guardò attorno disorientato.
"...non ricordo niente!"
"Scuse! Solo patetiche scuse! Pensi che io creda a queste cazzate?!" urlai ormai con le lacrime agli occhi.
Poteva almeno comportarsi da uomo e ammettere le sue colpe. Invece no, si comportava come un bambino. Ero innamorato di un bambino. Non potei trattenere le lacrime che ormai solcavano con vigore le mie guance. Dei singhiozzi incontrollati rendevano irregolare la mia voce e il mio respirare affannato. Non riuscivo a calmarmi. Come potevo dopotutto? Quello che diceva non poteva lontanamente avvicinarsi a delle scuse. Erano soltanto parole buttate lì a caso solo per dire qualcosa e non restare in silenzio.
"Harry, ti prego!" tentò di avvicinarsi quel minimo che gli era consentito dalla lunghezza del lenzuolo legato al suo bacino.
"Non mi toccare!" lo ammonii disgustato.
La mia schiena fu percorsa da un brivido al solo pensiero delle mani di Zayn scorrere avide sulla pelle del mio ragazzo. D'un tratto apparvero nella mia mente, quasi come scene a rallentatore, tutti i momenti che quei due avevano passato insieme negli ultimi giorni.
"Amici, solo migliori amici. È così che dicevi, vero Louis?! Mi hai preso per il culo. Hai giocato con i miei sentimenti. Io... non te lo perdonerò mai!" urlai in preda ai singhiozzi.
Anche gli occhi di Louis si fecero lucidi. Era come se volesse piangere insieme a me. Forse si stava pentendo di ciò che aveva fatto ma, no, non mi feci ingannare, non quella volta.
Fu in quel momento che Zayn decise fosse arrivato il momento di parlare.
"Scusaci Harry, abbiamo bevuto e ci siamo fatti trasportare dal momento. Non avevamo intenzione di ferirti" disse con tranquillità, quasi come se quella fosse una scusa sufficiente per perdonarli.
"Ma di che diavolo parli?! Io non ricordo un cazzo!" sbottò Louis infastidito.
"Stronzi! Stronzi tutti e due! Vaffanculo!" andai via disperato.
Scesi in fretta tutti gli scalini e mi riversai subito per strada, deciso a non avere più nulla a che fare con quei due traditori.

UNFAITHFUL LIPSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora