51. I'm on your body

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Zayn
Erano passate esattamente tre settimane dall'accaduto. Tre settimane da quando avevo pregato Louis di non prendere quella maledetta pistola e sparare, ma lo aveva fatto lo stesso, fregandosene di tutto e di tutti ed agendo di testa sua. Ero stato un pessimo migliore amico. Non ero stato in grado di calmarlo e di farlo ragionare. Era davvero incazzato, furioso, quasi stentavo a riconoscerlo. E tutto questo per Harry. Doveva essere innamorato perso di quel ragazzo per arrivare a tentare un omicidio. Dopottutto Max si era preso e aveva ferito l'amore della sua vita, il cuore che gli apparteneva, l'anima che si incastrava alla sua. Ma era ancora più sorprendente ciò che mi aveva raccontato una volta tornato a casa.

"Zayn! Oh, cazzo. Zayn! Dove sei?" urlò in uno stato di puro shock.
"Louis! Che succede? Non dirmi che..." insinuai impaurito ma subito i dubbi  abbandonarono la mia mente quando proferì le successive parole.
"Sì, l'ho fatto."
"Oh, merda. È morto?" gli domandai in panico.
Louis cominciò a percorrere svelto il perimetro della cucina, agitandosi e quasi consumando le mattonelle con il suo continuo andirivieni disperato. Le mani strette ai lati della testa, i capelli arruffati e il respiro affannato. Mi innervosii. Non poteva lasciarmi sulle spine, mi faceva pensare al peggio. Lo afferrai con forza dalle spalle e lo fermai. Lo bloccai con violenza contro il muro, fissai il mio sguardo furioso nel suo esasperato e gli urlai addosso.
"Dimmi, quello stronzo è morto? Louis!"
"I-io n-non lo so. Sono fuggito via."
"Sei una testa di cazzo, Louis! Ti sei rovinato la vita con le tue stesse mani! Merda!"
Lasciai la presa sulla sua felpa e mi girai alla ricerca di una sigaretta per calmarmi. Dovevamo trovare una soluzione, non poteva  finire in prigione.
Afferrai con le mani tremanti un pacchetto e l'accendino. Portai la sigaretta alla bocca e tentai di accenderla.
Mi voltai di scatto e "Hai bisogno di un alibi, Louis. Possiamo dire che eri con me mentre..." farneticai.
"No!" mi interruppe.
"Che cazzo dici? Tu non finirai dietro le sbarre! Hai capito? Non giocare a fare l'eroe, non prenderti le tue responsabilità! Il carcere è una merda. L'unica cosa che farai sarà negare fino alla morte. Mi hai capito bene?" sbottai in preda ad una crisi di nervi.
"Cazzo, Zayn, fammi parlare! C'è già qualcuno che si è preso le mie responsabilità, che mi ha tolto la pistola dalle mani e che mia ha detto di fuggire!"  urlò in risposta.
"E chi sarebbe questo coglione?!"
Abbassò lo sguardo affranto e confuso ed infine sussurrò "Mio padre".
"Oh, cazzo."

Eravamo venuti a sapere che Max era in ospedale ma che era comunque fuori pericolo. Quel bastardo aveva la pelle dura. Speravo almeno che lo spavento gli era valso come lezione di vita. Il padre di Louis invece era in prigione. Qualche minuto dopo la fuga del figlio aveva chiamato l'ambulanza ed aveva confessato di aver sparato al ragazzo. Il processo si sarebbe svolto dopo una settimana, intanto era in custodia cautelare. Pensai che con un buon avvocato gli sarebbe dovuta andare piuttosto bene. Dopotutto si era costituito ed aveva anche prestato soccorso. La legge presta attenzione a queste cose. Ulteriore elemento a suo vantaggio era che Max non era morto ma si era solo ferito. Se la sarebbe cavata con il risarcimento danni e con un periodo di reclusione breve, non superiore ad un anno. Il problema era che Troy era un pregiudicato per violenza. Forse la situazione si sarebbe complicata. La cosa che davvero non riuscivo a capire era perché avesse fatto una cosa tanto nobile per Louis. Pensavo l'odiasse per averlo spedito dietro le sbarre ed invece adesso si appioppava lo sconto di una pena che non gli apparteneva. Sbuffai confuso.
"A che pensi?" il braccio di Liam si intrufolò dietro la mia schiena.
Sorrisi sincero a quel gesto. Da quando Liam mi aveva dato una seconda possibilità - o forse era la terza? Avevo ormai perso il conto delle volte in cui lo avevo deluso - trascorreva molto tempo  casa mia. Si fermava anche a dormire, ci svegliavamo e poi facevamo colazione insieme. Stavamo facendo una specie di esperimento di convivenza insomma e la cosa non mi dispiaceva affatto. Lui era il ragazzo giusto per me. Era quello che stavo cercando e finalmente lo avevo tutto per me, non me lo sarei lasciato sfuggire per nulla al mondo.
"Al fatto che sei un bravo ragazzo, Liam. Non mi metto più nei guai da quando sono con te. Sono fortunato ad averti" confessai.
Ed era vero, aveva avuto un'influenza positiva non solo sulla mia vita ma anche sul mio stesso carattere. Lui mi ispirava solo del bene. Non avrei mai fatto nulla di cattivo, nulla che lo avrebbe ferito ancora o deluso. Con lui mi sentivo a casa, al sicuro, con lui mi sentivo una persona migliore.
"Smettila. Anche tu sei e sei sempre stato un bravo ragazzo. Solo che spesso ti nascondevi sotto la corazza da ragazzaccio" rispose semplicemente facendo spallucce.
"Non é vero, è tutto merito tuo" sussurrai a pochi centimetri dal suo viso.
Arrossì ed era una cosa che amavo fottutamente in lui. Non ero mai stato con qualcuno così timido da arrossire. Liam era tutto ciò che pensavo non potesse mai piacermi, l'esatto opposto del mio stereotipo di ragazzo. Aveva totalmente stravolto il mio modo di pensare. Lui era l'eccezione che conferma la regola. E lo amavo così tanto che glielo avrei voluto dire con il mio corpo perché ero troppo codardo per dirglielo con la voce. Mi fiondai sulle sue labbra così morbide e carnose e le baciai con delicatezza.
"Liam..." mormorai immerso nel bacio.
"Mmh" mugugnò lui totalmente sopraffatto.
Avvolsi la mia lingua alla sua e ne percorsi la superficie ruvida e bagnata. Aveva un sapore così buono, ammaliante. Volevo entrare nel suo corpo caldo, volevo amarlo e portarlo al piacere.
"Voglio fare l'amore con te" sussurrai per poi immergermi ancora una volta nella sua bocca accogliente.
Suonò come una supplica, un bisogno viscerale di unirmi a lui.
Si irrigidì tra le mie braccia. Dopotutto la sua prima volta ero stato io e non era andata molto bene. Ero stato rude, veloce, volevo raggiungere l'orgasmo il prima possibile e non mi importava minimamente di quello che provasse.
"Ti prego..." dissi a fior di labbra.
Lo guardai negli occhi e cercai di rassicurarlo, di fargli capire che stavolta sarebbe stato diverso, che non mi sarei comportato da stronzo e che avrei amato ogni centimetro della sua pelle candida.
"Va bene" rispose sorridendo.
Sorrisi di rimando e mi avventai nuovamente sulle sue labbra. Lo baciai ancora ed ancora, fino a far gonfiare ed arrossare il suo labbro inferiore. Accarezzai i lati delle sue braccia con le dita. Potevo sentire la sua pelle rabbrividire al contatto con i miei polpastrelli. Posai le mani sulla sua pancia, sollevando la stoffa della maglietta che indossava. Con uno scatto gliela sfilai di dosso e lui gemette per la sorpresa. L'aria si stava riscaldando, faceva sempre più caldo, il bisogno di spogliarci diveniva sempre più intenso. Volevo farlo io, volevo togliergli io tutti gli indumenti che aveva, per poi baciare la pelle che si celava sotto di essi. Lo portai al letto e lo feci sdraiare come meglio voleva. Doveva sentirsi comodo, a suo agio. Doveva stare bene ed io avevo questo compito importantissimo. Sarebbe stata quella la nostra prima volta.
"I pantaloni..." gemette.
Sorrisi, era così sexy con la bocca aperta in cerca d'aria.
Abbassai lo sguardo sul suo bacino e notai un grosso rigonfiamento fare capolino. Chianai la testa sulla sua patta e, con un gioco di lingua e denti, riuscii a sfilare un bottone dall'asola e ad abbassare la zip. Feci scivolare la stoffa fino alle sue ginocchia ed infine glieli sfilai del tutto. Posai la bocca sul suo membro eretto, protetto ancora dai boxer. Lo baciai e sentii la punta fremere per venire allo scoperto. Liam inarcò la schiena alla ricerca di una qualsiasi frizione in grado di allietare il suo membro dolorante. Fu solo allora che gli tolsi anche la biancheria. Era complementare nudo e voglioso sotto di me. La cosa mi eccitò incredibilmente. Stavolta posai le labbra direttamente sulla sua punta e la baciai, stuzzicandola un po' con la lingua.
"Mmh" si lamentò spingendo leggermente il suo bacino verso la mia bocca.
"Sssh, calmo..." sussurrai con un sorriso.
Soffiai appena sulla sua intimità bollente e sussultò come se gli avessi rovesciato addosso un secchio d'acqua ghiacciata. Ridacchiai per quella reazione e la smisi solo quando tornò ad implorarmi con dei piccoli mugugni. Risalii il suo corpo e baciai languidamente il suo collo, lasciai baci anche sul suo petto muscoloso e sul suo ventre piatto. La sua bocca era spalancata, gli occhi socchiusi e le guance arrossate. All'improvviso morsi la pelle sottile sopra l'inguine ed un urlo abbandonò la sua gola.
"Z-Zayn" si lamentò.
Fu in quel momento che mi spinsi in bocca la sua erezione. La pompai con una lentezza estenuante. Dei piccoli schiocchi di saliva riempivano le mie orecchie insieme ai suoi gemiti incontrollati.
"Zayn!" mi pregò ancora.
Staccai le mie labbra dal suo membro e baciai il suo interno coscia per poi lasciarci un succhiotto. Intanto con le dita stavo massaggiando i suoi testicoli pieni. I vestiti, che avevo ancora addosso, erano diventati una vera e propria tortura ma non riuscivo a separarmi dal suo corpo eccitato ed accaldato.
Sollevai lo sguardo e "Cos'è che vuoi, Liam?" lo provocai.
Con gli occhi ancora ancorati ai suoi, tornai a succhiare la punta del suo membro durissimo. Dei solchi pronunciati scavarono le mie guance magre. Volutamente, esagerai i suoni volgari che venivan fuori dal lavoro della mia lingua.
"Te! V-Voglio te!" urlò in preda al piacere.
Sorrisi con le labbra premute sul suo glande e mi sollevai. Lo sovrastai con il mio peso e tornai all'altezza del suo viso.
"E dove mi vuoi?" chiesi maligno.
Mentre aspettavo la sua riposta, mi strappai letteralmente la maglia di dosso e mi liberai presto anche di pantaloni e boxer.
"D-Dentro di me" rispose incerto ed imbarazzato.
Se è possibile, il rossore sulle sue guance, si accese ancora di più. Gli occhi erano lucidi per l'eccitazione e le labbra gonfissime.
Quelle parole mi mandarono in estasi. Sentii il mio membro ingrossarsi ed indurirsi ancora di più.
"Cazzo. Ripetilo" imprecai.
Questa volta fu lui a farsi più sicuro. Ne avevo bisogno, avevo fottutamente bisogno di quelle parole, del suo permesso.
"Dentro di me, Zayn" ripeté.
Chiusi gli occhi e sentii il mio corpo andare a fuoco.
Quando li riaprii Liam mi stava osservando attento. Portò una mano alla mia nuca e mi attirò a sé per un bacio bagnato. Baciai ogni centimetro della sua pelle e, mentre lo facevo, iniziai a prepararlo con le dita. Il suo corpo si modellava sotto il mio tocco, si apriva solo per me. Posizionai la punta davanti alla sua entrata e gli baciai con calma le labbra. Un bacio totalmente diverso rispetto alla voglia e al desiderio che mi bruciavano dentro. Proprio mentre le mie labbra erano unite alle sue, lo penetrai lentamente. Dei gemiti fuoriuscirono dalla sua bocca e inziò a cercare aria nella mia. La sua carne mi accolse completamente e mi avvolse in un involucro caldo ed eccitatante. Potevo sentire le sue pareti interni strofinare contro di me ed inghiottirmi senza paura. Andai piano, cercando di fargli apparire quell'intrusione quanto meno brusca possibile. Quando entrai del tutto, mi fermai per farlo abituare. Lasciai le sue labbra per permettergli di respirare e per baciare la sua fronte, le sue guance, il suo mento ed il suo collo.
Solo quando sussurrò un debole "Vai", capii che era arrivato il momento giusto.
Iniziai a spingere dentro di lui gradualmente, prima piano e poi sempre più forte. Uscivo ed entravo dal suo orifizio con velocità, passione e incontrollata voglia di possederlo. Le sue urla investirono le mie orecchie. Avevo paura che gli stessi facendo male, ma quando guardai la sua espressione facciale capii che erano urla di piacere e che avevo colpito la sua prostata. Continuai a colpire quel punto mentre con la mano andavo a masturbare la sua erezione pulsante. Il letto cigolava sotto di noi, la stanza si riempiva dei nostri respiri e dei nostri gemiti, i nostri corpi fremevano a contatto. In quel momento non volevo essere da nessuna parte se non dentro l'amore della mia vita.
"Zayn!" urlò.
Sentire la sua voce scossa pronunciare il mio nome, mi mandò fuori di testa.
"Dillo ancora!" lo implorai.
"Zayn! Zayn!"
E con quelle parole sentii il suo sperma colarmi tra le dita. Un altro paio di spinte e venni anch'io, evocando il suo nome.
Ci vollero parecchi minuti per permettere ai nostri corpi di calmarsi. Mi accoccolai sul suo petto e lo strinsi a me. Sollevai la testa per guardarci negli occhi. Mi sorrise e sorrisi anch'io. Posai il pollice e l'indice sul suo mento per avvicinarlo a me e baciarlo.
"Wow, e pensare che l'ultima volta mi hai scopato contro un muro nel retro del ristorante" disse ridendo.
"Lo farei ancora..." risposi.
Mi guardò confuso ed allarmato.
"...Ma solo dopo averti sussurrato all'orecchio..."
Mi avvicinai al suo lobo.
"...Ti amo."
Mi sorrise e tornò a baciarmi ancora ed ancora.

UNFAITHFUL LIPSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora