Harry
Le sue braccia mi avvolgevano completamente, mi stringevano forte a sé, come a impedirmi di fuggire, come a impedire al mio corpo di rompersi, di cadere in mille pezzi. Lui era la colla che teneva unite le varie parti di me. Se non fosse stato per la sua stretta, per la sua presenza dietro di me, per il suo respiro sul mio collo, a quest'ora Harry Styles non sarebbe più esistito. Sarei sprofondato in un baratro di tristezza, commiserazione e solitudine, con la consapevolezza di non essere riuscito a far nulla nemmeno per quell'unica persona che aveva davvero bisogno di me. Avevo deluso Max, i miei genitori, me stesso ma Louis era ancora lì accanto, pronto a tendermi la mano.
Il suo corpo era spalmato sulla mia schiena, le braccia avvolte alle mie spalle, le mani a premere sul mio petto. Potevo avvertire il suo profumo, il suo respiro delicato, la possessione in un gesto semplice. E non era un sentimento opprimente, al contrario. Sentivo di appartenere a qualcuno, di avere un posto nel mondo, proprio io che non avevo mai trovato un posto nel quale essere realmente me stesso, un posto dove essere davvero felice. In quel momento, quel posto che stavo cercando da una vita, era nel letto di Louis, tra le sue braccia rassicuranti. Stavo bene, mi sentivo finalmente a casa. Non esisteva Harry Styles senza Louis Tomlinson. Lui era in grado di dare vita al mio corpo grazie ad un semplice tocco. Quel tocco che sembrava curare le mie ferite, quei mali che io stesso mi ero inferto. Louis era una porto sicuro, una casa accogliente, tutto ciò di cui avevo bisogno, un bisogno mentale e fisico. Ed è proprio alla luce di questo pensiero che strinsi convulsamente le mie mani sulle sue adagiate sul mio petto. Volevo sentirlo ancor più vicino, bearmi di quelle sensazioni che per troppo a lungo non mi erano state concesse. Si dice che l'attesa del piacere sia essa stessa il piacere. Ma per me l'attesa era stata atroce, quasi impossibile da sostenere. Il vero piacere era quello che stavo provando in quel momento. Io ero suo, il mio cuore gli apparteneva ed ero convinto che anch'io possedessi una piccola parte del suo, me lo aveva dimostrato la sera precedente, a partire dal momento in cui aveva deciso di aprirmi quella porta. Tornai a stringere forte le sue braccia attorno a me, mosso da un desiderio patologico di lui, della mia medicina. Quasi iniziai a tremare perché, Dio, quel tocco mi era stato vietato per troppo tempo. Louis notò quel leggero tremolio che scosse le mie membra. Non seppi dire se si fosse svegliato in quel momento o se avesse accompagnato il fluire dei miei pensieri per tutto quel tempo. Fatto sta che si strinse ancor di più a me, impedendo a quelle piccole scosse di diffondersi in tutto il mio corpo. L'unico movimento che avvertivo era il battere frenetico del mio cuore. Inziò a baciarmi la nuca con lentezza. Chiusi gli occhi a quel contatto, lasciandomi trasportare dalle sensazioni. Con le palpebre basse potevo percepire con maggiore sicurezza le sue labbra sulla mia pelle. Ma c'era qualcosa che mi mancava: i suoi occhi, volevo vedere quei due pozzi azzurri. Mi mossi appena per girarmi su me stesso. Ci furono delle proteste e dei piccoli gemiti di disapprovazione da parte del ragazzo disteso dietro di me. Una risata leggera sfuggì inconsciamente dalla mia bocca. Quando finalmente i miei occhi si posarono sul suo corpo, mi accorsi che non era del tutto sveglio. Le sue palpebre erano socchiuse ma lasciavano ugualmente intravedere l'azzurro brillante delle sue iridi. Tornammo ad abbracciarci. Le mie dita sfioravano la pelle delle sue braccia, lo stesso fecero le sue fino a trasformarsi in carezze vere e proprie. Rimanemmo in quella posizione a lungo, i nostri occhi non si separarono mai, ci fissammo per un tempo che parve interminabile. Era come se non ci fossimo mai visti in quegli ultimi mesi, come se ci stessimo guardando veramente per la prima volta dopo tanto. Non c'era traccia di lussuria, frustrazione o odio nei suoi occhi. Riuscivo a leggerci solo serenità, pace, contemplazione. Mi stava guardando un po' come faceva i primi tempi, quando stavamo insieme, quando mi amava. Fu allora che confessarglielo divenne spontaneo, necessario.
"Voglio baciarti."
Vidi le sue guance colorarsi leggermente di porpora.
"Anch'io."
Sì avvicinò pericolosamente al mio volto per lasciarmi un bacio sulla fronte.
"Ma non lo stai facendo"
Non mi rispose subito.
Continuò a percorrere il profilo del mio viso evitando volutamente le labbra.
Passò i pollici sulle mie palpebre, costringendomi dolcemente a chiuderle. Le baciò entrambe con delicatezza. Non potei fare altro che sciogliermi a quella gentilezza.
"Non è il momento giusto..." rispose una volta lasciata la parte superiore del mio volto.
Scese, baciando la punta del naso.
Sorrisi sommessamente.
"... così come non lo era ieri" continuò.
Prese a baciarmi le guance, soffermandosi sul neo vicino la bocca.
Chiusi gli occhi, interrompendo volontariamente per la prima volta il contatto visivo.
"E quando sarà il momento giusto?" quasi sussurrai mentre lui baciava il mio mento.
Le mie labbra reclamavano la sua presenza, le sue cure. La mia mente urlava il suo nome. Passai la lingua sulla superficie asciutta del mio labbro inferiore.
"Quando sarò pronto a tornare con te."
Smise di muoversi. Aprii i miei occhi lentamente per trovarlo a guardarmi seriamente.
"Ma questa volta per sempre" aggiunsi in un soffio.
Mi sorrise, abbandonando l'aria seria di poco prima. Afferrò la mia mano sinistra, baciandone prima il palmo e poi il dorso. La trovai una cosa estremamente ammaliante ed attraente.
"Un giorno indosserai il mio" disse all'improvviso.
"Cosa?" domandai spiazzato.
"Non importa" rispose semplicemente facendo spallucce.
Lo guardai interrogativo per poi abbassare lo sguardo e capire che si stesse riferendo all'anello di Max.
Gli regalai uno dei miei sorrisi più veri e felici.
Lo amavo, lo amavo davvero.
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UNFAITHFUL LIPS
FanfictionAmare. Odiare. Tradire. Possono queste parole essere così distanti eppure così legate fra loro? Harry penserà di aver trovato l'amore ma il destino, ancora una volta, lo sorprenderà. Perché si sa, l'amore gioca sporco, si nasconde dietro l'angolo e...