26. I cannot resist to my boyfriend

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Louis
Ero arrabbiato, anzi ero furioso. Non ero riuscito a parlare con Harry e, per di più, quel coglione di Max si era permesso di fare l'arrogante con me al telefono. Avrei voluto spaccare tutto ciò che mi capitava per mano tanta era la rabbia che mi divorava dall'interno. Cercavo di mantenere l'autocotrollo ma la calma non era esattamente una mia dote. Come aveva potuto farmi questo? Sembrava che lo facesse apposta, che aspettasse sempre l'occasione giusta per potermi disobbedire e soprattutto farmi incazzare. Quel riccio mi aveva fottuto il cervello. Dopo aver grugnito e imprecato contro un tizio che mi venne praticamente addosso, riuscii ad arrivare in Lebus Street. Che senso aveva continuare a cercarlo se non avevo la minima idea di dove fosse? Che andasse a fanculo lui e la sua voglia di trasgressione adolescenziale. Un ragazzino, ecco cos'era. Infilai le chiavi nella toppa ed entrai nel salotto di casa. Zayn mi venne subito incontro. Conoscevo quella faccia. Sembrava essere combattuto fra il dirmi e il non dirmi qualcosa. Cominciai a preoccuparmi. Mi guardava con occhi indecisi e mi venne voglia di prenderlo a pugni. Non ero esattamente nelle condizioni di aspettare che si decidesse a parlare. In quel momento non vedevo nulla in modo razionale.
"Zayn sei devi parlare fallo, cazzo! Ci stai mettendo una vita!" gli urlai contro.
Si avvicinò e posò le mani sulle mie spalle come a volermi tranquillizzare ma non ero in vena di calmarmi.
"Zayn..." lo incitai a parlare.
"Poco fa ero affacciato alla finestra e..." si interruppe.
"E?"
"Amico, io non vorrei dirtelo ma..."
"Cazzo, Zayn! Vuoi dire una frase di senso compiuto?!"
"Okay, ho visto Harry e Max che si baciavano."
Rapido, come una freccia scagliata dritta al mio cuore. La vista si offuscò per un momento. Mi sentivo tradito. Le sue labbra, le sue splendide labbra erano appartenute solo a me, erano state baciate, laccate e morse solo da me. Mi ero sentito sempre fortunato, quasi privilegiato ma quel viscido di Max le aveva violate. Non ci vidi più dalla rabbia.
"L-lui è..." tentai di dire ancora scosso.
"Cosa?" domandò Zayn preoccupato.
"Lui è qui?!" urlai.
"Sì, è di sopra."
Con uno scatto mi precipitai al piano superiore. Salii gli scalini in fretta. Spalancai la porta della sua stanza ma mi accorsi subito che era vuota. Allora mi affannai per raggiungere la mia camera. Aprii la porta con violenza e lo vidi sussultare. Si voltò nella mia direzione facendo voltaggiare i riccioli che gli contornavano il viso pallido. La sua bocca era semichiusa, forse per lo spavento. Fissai le sue labbra che erano state profanate e fu allora che non riuscii a rispondere più delle mie azioni. Mi scaraventai contro di lui con un movimento quasi felino e lo sbattei al muro. La lampada sul comodino cadde nell'impatto, schiantandosi al suolo con un suono tonfo. Nonostante Harry fosse ben più alto di me, riuscii a sovrastarlo con forza e a trattenerlo al muro schiacciato dal peso del mio corpo. Afferai i suoi polsi sottili e li inchiodai sopra la testa. Lui piagnucolò un po' e tentò di divincolarsi inutilmente. Mi dispiaceva vederlo così ma volevo tenere la situazione sotto controllo, volevo trattenerlo a me per impedirgli di fuggire ancora una volta.
"Lasciami!"
"Sei una testa di cazzo, Harry!"
"Ma cosa vuoi? Non sei nemmeno venuto a cercarmi! Non ti importa niente di me!"
"Io... io ti ho chiamato ma il tuo simpatico amico ha risposto al tuo posto! Quel coglione lo faccio fuori un giorno! Lo giuro!"
Continuai ad urlare stringendo la presa sui suoi polsi.
"Mi... mi fai male, Lou!"
Non mi importava, l'unica cosa che mi assillava era l'immagine delle labbra di Max sulle sue.
"Te lo dirò adesso e non lo ripeterò mai più, Harry."
Liberai la mia mano sinistra e bloccai entrambi i suoi polsi con la destra. Gli afferrai con forza il mento e mi schiacciai ancora di più sul suo corpo. I nostri bacini erano a contatto e uno strano brivido mi percorse la schiena.
"Non ti azzardare mai più a baciare Max. Ci siamo capiti?"
"C-cosa?" mi domandò spaesato.
E fu forse per il fatto che non volevo sentire le sue stupide domande su come sapessi del bacio o perché la vicinanza con il suo corpo mi stava uccidendo, che mi fiondai sulle sue labbra. Non fu un bacio casto. Fu violento, furioso, quasi bisognoso. Mi diede subito libero accesso alla sua lingua. Le intrecciammo, ci giocammo, quasi ballarono insieme, trasformando il bacio in bagnato. Premetti il mio bacino sul suo e lui sussultò al contatto con la mia erezione. Dischiuse le labbra facendone uscire qualche gemito sconnesso. Adoravo vederlo così, era in quelle condizioni per me, a causa mia. Socchiuse gli occhi e guardai le sue iridi verdissime. Non era più spaventato, ora i suoi occhi raccontavano altro. Volevano i miei baci, il mio corpo, le mie mani sulla sua pelle.
"L-loro sono mie... le tue labbra mi appartengono, cazzo" riuscii a dire affannato.
Forse furono queste mie parole che lo fecero scattare. Lo vidi lottare con tutte le sue forze per liberarsi di me. Smisi di baciargli le labbra per spostarmi sul suo collo. Lo sentii ansimare sotto di me. Chiuse gli occhi ma adesso poteva parlare, aveva la bocca libera.
"N-non sono tue..." ansimò.
Mi incazzai e cominciai a marchiargli la pelle candida con un succhiotto violaceo. Almeno così non avrebbe parlato e detto altre cazzate. Riuscì comunque a parlare tra un gemito e l'altro.
"Le mie labbra non sono tue perché..." sospirò rumorosamente.
Volevo torturarlo ancora un po'. Portai la mia mano sulla patta dei suoi pantaloni e cominciai a massaggiare il suo membro. Sembrava star cedendo, sembrava aver perso ormai tutte le intenzioni di continuare quello stupido discorso che stava cercando di fare. Ma avevo sbagliato. Avevo liberato i suoi polsi. Una mia mano era tra i suoi capelli e l'altra sul suo inguine. Non avevo preso in considerazione la possibilità che volesse ribellarsi. Infatti, fiondò le sue mani sul mio petto e mi spinse lontano da lui.
"... perché hai detto che non sono il tuo ragazzo."
Lo guardai stranito.
"Non hai il diritto di dire certe cose semplicemente perché non stiamo insieme" mi chiarì il concetto.
Mi mise k.o. con poche parole. Fanculo.
Questa volta fu lui a prendere in mano la situazione. Mi puntò l'indice al petto colpendomi delicatamente.
"Perché non ammetti che c'è attrazione tra noi?"
Inziò a baciarmi il profilo della mascella percorso da una barbetta cresciuta da poco. Arrivò all'orecchio iniziando a succhiare il lobo. Dove aveva imparato a fare così?
"Non ho problemi ad ammetterlo."
"Allora perché non ammetti che provi qualcosa per me?"
Continuò a torturare il mio orecchio per poi scendere sul collo lasciando baci bagnati come scia del suo passaggio. Fottuto Styles. Mi stava facendo impazzire.
"Mi pare di aver già detto una volta che mi piaci."
Risalì ripercorrendo a ritroso la stessa strada: collo, orecchio, mascella. Riusciva a tenermi fermo immobile anche senza bloccarmi i polsi come avevo fatto io con lui. Ma, davvero, le sue labbra che strisciavano sulla mia pelle mi stavano facendo andare in estasi. Si fermò sulla mia bocca e mi diede un bacio a stampo, casto e senza lussuria. Alzò il suo sguardo sul mio e mi pose l'ultima domanda.
"Allora perché non vuoi stare con me?"
Il modo in cui me lo chiese mi spezzò il cuore. Sembrava così triste e scoraggiato. Mi guardava con quei suoi occhi verde acquoso e mi fissava con quella sua aria irresistibile da cucciolo impaurito.
"I-io..." tentai di dire qualcosa.
"Sì, Louis?" mi chiese in un soffio.
Afferrai le sue guance con delicatezza e le accarezzai dolcemente con il dorso. Mi invase un senso di protezione improvviso. Aveva trasformato una situazione a suo svantaggio in una a suo favore. Aveva rimescolato le carte in gioco ed ora era lui che dettava le regole.
"Piccolo, non è che non voglio stare con te ma per me è difficile. Sta succedendo tutto troppo velocemente. Non sapevo nemmeno che mi potessero piacere gli uomini, anche se a me non piacciono gli uomini ma mi piaci solo tu Harry. Diciamo che non sono omosessuale ma Harrysessuale, okay non ha senso cosa sto dicendo ma è tutto fottutamente complicato per me."
Cercai i suoi occhi ma notai che aveva lo sguardo basso sulle sue mani. Lo strinsi in un abbraccio e lo sentii tremare colto alla sprovvista. Lasciai un bacio sulla sua testa bassa e mi si spezzò il cuore nel vederlo così.
"Ma posso provarci. Posso farlo..."
Sollevò il suo sguardo sul mio e vidi i suoi occhi colorarsi di un verde acesso. Era felice, il mio Harry era felice, come potevo non esserlo anch'io?
"...solo per te."
"Davvero?"
"Ehm sì... ecco sarò il tuo ragazzo."
Era strano dirlo perché non ero mai stato il ragazzo di nessuno.
"Ed e io sarò il tuo ragazzo, Louis Tomlinson" disse sorridente.
Sorrisi anch'io, un sorriso che coinvolge anche gli occhi. Mi sollevai sulle punte dei piedi e lo baciai.

UNFAITHFUL LIPSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora