30. I love you

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Max
Ero malvagio? Sì.
Me ne pentivo? No di certo.
Mi piaceva pensare che il mio era un genio particolare. Non uno di quelli che si dimostrano in equazioni e indovinelli logici ma un genio che si manifesta negli intrighi e nei piani ben congeniati. Avevo sempre un piano e se falliva avevo subito quello di riserva.
Mentire ad Harry era parte integrante del piano.
Dopotutto l'avevo promesso, non mi sarei mai arreso con lui e non avevo nemmeno intenzione di farlo.
Presto sarebbe stato mio e avrebbe detto addio a Tomlinson.
Già pregustavo quel momento.
"Dico, ma sei impazzito?!" la voce di Niall arrivò al mio timpano perforandolo.
"Non urlare, biondo" cercai di zittirlo.
"Pensavo ti interessasse almeno un po'! Non ne troverai mai cento meglio di lui. Harry è unico!" continuò a strillare incredulo.
La sua era una reazione esagerata. Di certo, non era dispiaciuto perché avevo sprecato la mia unica occasione con Harry. Più che altro era sorpreso nel vedermi arreso. Ma io non mi arrendevo mai.
"Ho detto che non devi gridare, Niall" tentai di mantenere la calma.
"Tu sei strano. Lo lasci andare via così?" chiese infine con il suo tono di voce normale.
"Pensi davvero che io sia così stupido?" domandai stavolta con un ghigno.
"Cosa? Non capisco... Vorrei farti notare che hai detto ad Harry di non volerlo più" disse in maniera confusa.
"Ho un piano."
"Un piano?"
"Sì, ma potrà funzionare solamente dopo questo weekend e solo se tra le lenzuola di quell'hotel avverrà ciò che penso. Harry donerà la sua anima e soprattutto il suo corpo a Louis, poi cadrà in mille pezzi ed io sarò lì per lui" aggiunsi una risata finale che aveva un nonsochè di malefico.
"Ma di che stai parlando? Quale hotel?" domandò ancora più confuso.
"Max ha i suoi informatori."
Una voce ci raggiunse.
"Malik" sorrisi.
Mi sorrise sghembo di rimando.
"Ma al diavolo! Smettetela con questa finta alleanza! Sappiamo tutti e tre che tu e Zayn non andate esattamente d'accordo!" escalmò Niall dopo aver visto la figura del suo ex avvicinarsi a noi.
"Le alleanze possono essere sciolte quando si raggiungono gli obbiettivi prefissati. Devo spiegarti proprio tutto?"
"Concordo" mi diede ragione Zayn.
"Fate come volete" si arrese infine.
"Ah Malik, cos'è questa storia degli informatori?"
"Sono il tuo informatore, no?"
"Un informatore? No, al massimo sei una talpa."
"Cosa? Una talpa? Non sono così brutto!"
"Sei troppo vanitoso."
"Non mi piacciono le talpe."
"Beh, fattele piacere."
"Ma siete seri?" chiese Niall innervosito.
Forse non gli piaceva il fatto che collaborassi con il suo amato Zaynie.
"Certo, perché non si vede?" gli risposi serio.
"Sembrate due bambini altro che piano malvagio."
Tentai di trattenermi ma poi risi sonoramente. Posai una mano sulla sua testa e inizia a scompigliargli i capelli.
"La tua ingenuità mi intenerisce" dissi sorridendo.
"Fanculo, almeno mi dite perché Harry dovrebbe cadere in mille pezzi? Insomma, se credete che Louis e Harry faranno sesso in questo fine settimana, perché Harry dovrebbe esserne triste?"
Io e Zayn ci guardammo negli occhi e sorridemmo.
"È un se-gre-to!" sillabò il moro con l'indice posizionato davanti alla bocca.
"Non possiamo dirti niente Niall. Ricorda che ti sei schierato contro di me" continuai.
"Hey Max, che facciamo? Eliminiamo il nemico?" mi domandò Zayn.
"Naaah Niall non farebbe mai un torto a me o a te. Ci vuole troppo bene. E poi non sentirti in un film d'azione Zayn, questa è la realtà" dissi infine terminando la discussione.
"Mi stavo solo divertendo" sbuffò Zayn con una smorfia.
"Avremo modo di divertirci in seguito."

Louis
London Guest House, questo era il nome dell'Hotel dove avevo portato Harry. Certo, non era un granché ma era il massimo che ero riuscito a procurarmi con i soldi che avevo tenuto da parte. Si trovava nella zona di Acton, a ovest dal centro. Era un posto abbastanza tranquillo, ed inoltre esistevano diversi mezzi di trasposto per raggiungere Piccadilly. Ad Harry sarebbe piaciuto, o almeno ci speravo.
"Wow ma che bello!" esclamò Harry felice.
"Lo dici perché ti senti in dovere di dirlo o perché lo pensi davvero? Sai, questo hotel è abbastanza economico ma ti giuro che..." fui interrotto.
Le sue labbra si posarono delicate sulle mie lasciando un bacio casto. Arrossii. Non ci scambiavamo molto spesso questo genere di baci e per questo, ogni volta che capitava, mi sorprendevo della loro dolcezza. In realtà non erano solo i baci di Harry ad essere dolci, era lui che, con i suoi modi di fare, con il suo carattere, con il suo faccino delicato, infondeva un senso di tenerezza senza fine.
"Lo amo. Amo questo posto. E adesso fammi vedere la nostra stanza" sussurrò Harry subito dopo avere separato le nostre labbra.
Mi avvicinai di nuovo al suo viso perché avrei voluto baciarlo ancora ma lui si scansò sorridendo e afferando le mie mani, esortandomi ad entrare nella hall dell'hotel.
La camera era piccola ed essenziale ma ben arredata e confortevole. Harry iniziò a gironzolare alla scoperta di ogni angolo della stanza. Sembrava un bimbo il giorno di Natale.
"Harry quanto ci metti a dare un'occhiata in giro? Voglio dire, non siamo in un castello!" domandai sorridendo.
Sentii la sua voce raggiungermi dal bagno.
"Lou! Potrei scoprire qualcosa di importante. Tipo un quadro particolare, una visuale mozzafiato dalla finestra..."
"Un armadio che porta a Narnia o la Camera dei Segreti, attento potresti trovare Mirtilla Malcontenta in bagno!" continuai prendendolo in giro.
La sua testa riccioluta fece capolino dalla porta.
"Ah ah ah, molto divertente. Non ti facevo un tipo da Harry Potter, adesso mi spieghi come lo conosci"
"Leggevo i libri alle mie sorelle."
"Che fratellino premuroso" mi prese in giro.
Mi passò accanto con uno scatto felino e saltò letteralmente sul materasso.
"Guarda che bel letto matrimoniale che abbiamo, Boo" mi disse con un tono molto più seducente, diverso dal precedente.
"Hey, birichino. Scendi dal letto e andiamo a fare un giro" lo ammonii scherzando.
"Birichino? Non sentivo questa parola dalla Prima Guerra Mondiale. Ma quanti anni hai?"
"Tu di sicuro hai dieci anni visto che te ne vai in giro in una stanza di due metri quadrati per scoprire nuove cose!"
"E tu sei un vecchietto che usa parole che si sono estinte cent'anni fa!"
"Ah sì?"
Mi avvicinai al letto e mi posizionai sopra di lui. D'un tratto si zittì, chissà cosa pensava stessi per fare.
"Ora ti faccio il solletico, così vediamo come ti alzi dal nostro bellissimo letto matrimoniale!"
"Cos..? Oh, no no no! Ti prego..." iniziò a ridere a crepapelle.
"Wow, Harry come sei sensibile! Non ti sfioro nemmeno e tu scoppi a ridere!" dissi cominciando a ridere insieme a lui.
"Basta! Mi alzo! Ho capito!"
Fermai subito i movimenti delle mie mani mentre lui continuava a dimenarsi. Avevamo raggiunto il bordo del letto e fu in quel momento che Harry se ne rese conto.
"Aspetta, aspetta, sto cadendo!" mi implorò.
"Oh, io non ti aiuterò di certo" gli risposi sorridendo.
"E allora cadrai con me."
Afferrò la mia maglietta e si fece cadere per terra, trascinando me con lui.
Scivolai sopra di lui e i nostri corpi aderirono perfettamente. Fu un attimo, solo un attimo, ci servì solo quello per perdere il controllo. Mi avventai sulle sue labbra con passione e ne assaggiai ogni parte. Percorsi con la lingua la sua bocca e assaporai il sapore della sua saliva. Succhiai con insistenza il suo labbro inferiore. Quelle labbra erano fottutamente irresistibili. Quando le avevo viste la prima volta avevo pensato che mi avrebbero mandato fuori di testa e così era stato. Lo sentii ansimare sotto di me. Oh, questo non faceva affatto bene alla mia salute mentale. Fu dal modo in cui le sue gambe si aprirono che capii che Harry voleva qualcos'altro quella volta, qualcosa in più. Ma non era il momento giusto. Non così, non doveva succedere così. Mi feci pervadere dall'agitazione. Come avrei dovuto fermarlo? Cosa avrei dovuto dirgli? Il suono del campanello mi salvò.
Come se d'un tratto i nostri corpi scottassero, ci separammo entrambi sconvolti. Harry era completamente rosso in viso e gli occhi erano lucidi. Immaginai di essere nelle sue stesse condizioni. Dovevo agire. Andai ad aprire la porta.
"Salve signore, volevo avvisarla che se le servisse il sevizio in camera, può rivolgersi a me, chiamando questo numero con il telefono della stanza" mi spiegò un uomo sulla cinquantina porgendomi un bigliettino con un numero di poche cifre.
"Okay, la ringrazio."
Quando se ne andò mi voltai verso Harry. Forse era in imbarazzo per quello che era accaduto. Ma in fondo avevamo fatto di peggio, perché ci dovevamo vergognare? Forse perché stavamo iniziando a capire che quel momento era arrivato e che entrambi eravamo totalmente inesperti.
Dal canto mio, avevo paura. Paura di deluderlo, di non fargli provare piacere, di fargli male e soprattutto di rovinare la sua prima volta. Di sesso ne avevo fatto tanto nella mia vita ma questa volta si trattava di qualcosa di diverso. Non era sesso, era amore. C'erano in ballo i sentimenti e non volevo rovinare tutto come al solito. Non sapevo da dove iniziare, cosa fare e come muovermi. Non mi ero mai informato e tanto meno avevo mai visto porno gay. La mia unica fonte di informazione era stata Zayn. Spesso mi raccontava delle sue imprese notturne, ma le sue erano informazioni frammentarie e poco utili, anche perché mi raccontava particolari di cui avrei volentieri fatto a meno. All'improvviso mi tornò alla mente Max. Quel poco di buono aveva spesso avvertito Harry che con me si sarebbe solo annoiato perché ero senza esperienza, lui invece di esperienza ne aveva e come. Cercai di scacciare via i pensieri cattivi e mi concentrai sulla giornata che avrei passato con il mio ragazzo.
"Harry?" lo richiamai.
Notai che era distratto. Chissà a cosa stava pensando. Avrei pagato oro pur di avere quell'informazione. Forse pensava anche lui a Max, magari a come lo avrebbe fatto divertire tra le lenzuola. Magari se ne sarebbe andato a momenti, lasciandomi solo e rifugiandosi nella stanza di quel viscido. Dovevo riprendermi. Da quando avevo così poca fiducia in me stesso? E da quando ero così incerto sulle mie capacità?
"Da quando ti sei innamorato di Harry Styles" ripeteva la mia vocina nella testa.
"Harry, andiamo?" dissi infine.
Lui si girò nella mia direzione e mi sorrise annuendo.
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La zona dell'Acton era piuttosto tranquilla ma non di certo sconfinata al di fuori del mondo. L'autobus numero 266, infatti, si fermava proprio di fronte l'hotel. Prendemmo quello e, dopo un tragitto brevissimo, ci portò alla stazione metropolitana di North Acton. Di lì, con la Central Line, raggiungemmo in poco più di venti minuti la Tottenham Court Road, in pieno centro.
Passammo l'intero pomeriggio e la serata in giro per le vie di Londra. Notai come gli occhi di Harry si illuminavano ogni qual volta vedeva qualcosa che gli piaceva. C'è da dire che ad Harry piaceva tutto, amava perdutamente Londra e per questo i suoi occhi possedevano costantemente un luccichio meraviglioso. Per non parlare delle fossette che accompagnavano le sue guance ad ogni sorriso e risata. I suoi capelli poi erano semplicemente divini. Spesso mi perdevo nel giocare con qualche riccio o nell'osservare il loro movimento ondulato sulle spalle. Ma la cosa più bella era un'altra. Era qualcosa che mi faceva sentire particolarmente legato a lui, che faceva sembrare la nostra relazione reale, erano le nostre mani. Le nostre mani unite proprio come due navi che vanno alla deriva, le onde cercano di distruggerle ma loro lottano contro tutto. Perché io avevo bisogno di quella nave, ovvero di quella mano e non volevo avere più paura di amare. Non avevo vergogne o timori, perché solo quando ero con lui non mi sentivo più debole. Era lui che mi rendeva forte. *
"Hey, Lou. Posso chiederti perché hai deciso di portarmi qui?" mi chiese Harry.
"Perché volevo stare un po' solo con te. Ce lo meritiamo" gli dissi sorridendo.
Poi lo baciai delicatamente sulle labbra. Quella sera eravamo una coppia vera e propria. Camminavano per mano e ci scambiavamo baci per strada. Mi sentivo bene e non volevo pensare alla bugia che gli avevo appena detto. In fondo, era una bugia parziale. Era vero che volevo stare solo con lui ma il motivo principale era che volevo allontanarmi da Zayn il più possibile, ma questo non potevo dirglielo.
Passammo una serata davvero bella e non perché facemmo chissà cosa ma perché eravamo solo io e lui, del resto non ce ne importava un granché.
Quando prendemmo la metro per tornare alla London Guest House, ero sereno. Non c'era più nulla che mi preoccupava. Avevo capito che Harry era il ragazzo giusto per me e qualunque cosa fosse successa, non valeva la pena fasciarsi la testa prima di rompersela.
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"Lou! Dove hai messo il dentifricio?" urlò Harry dal bagno.
"Harry, non trovi mai niente!"
"Ah trovato!"
Lo sentii blaterare qualcosa ma non riuscii a capire nulla.
"Harry non parlare con lo spazzolino in bocca, starai spuntando ovunque."
"Non ti dispiacerebbe se avessi qualcos'altro in bocca..." lo sentii borbottare ma non ne fui sicuro.
Mi piaceva prenderlo in giro. Si poteva scherzare facilmente con lui.
Affondai le mani nelle tasche e trovai il bigliettino dell'addetto al servizio in camera. Digitai il suo numero e lo chiamai. Lo attesi nel pianerottolo per intercettarlo, in questo modo Harry non si sarebbe accorto del suono del campanello.
"Ecco quello che mi ha chiesto, signore" mi disse passandomi una rosa e un sacchetto di cioccolatini a forma di cuore.
"Grazie mille..." lessi il nome sul targhettino attaccato alla giacca e "...Alfred" continuai.
"Vuole fare una sorpresa al suo uomo?"
Arrossii di colpo all'idea di Harry come 'mio uomo'.
"Oh... sì" risposi.
"Beh, se può servirle questo..." si interruppe per trafficare nel taschino della sua giacca nera.
Ne estrasse un preservativo dalla carta argentea. Se è possibile arrossii ancora più di prima. Dio, avrei voluto morire! L'altra alternativa era ammazzare il dipendente impiccione.
"N-non si preoccupi... grazie" dissi soltanto.
"Mi scusi se l'ho messa in imbarazzo. Volevo solo essere efficiente. Buona serata" se ne andò strizzando l'occhio.
Tornai nella stanza e aspettai Harry che aveva continuato a parlare da solo nel bagno.
"Mi capisci, Lou? Vero che ho ragione?"
"Sì, sì" gli diedi ragione senza sapere di cosa stesse parlando.
Quando finalmente uscì dal bagno, cominciai a sentire un fastidio allo stomaco. Erano per caso quelle le famose farfalle? Non ebbi il tempo di pensarci che Harry si era già catapultato sul lettone.
"Che fai, Boo?" mi domandò con i gomiti poggiati sul cuscino, il viso posato sulle mani e gli occhi luccicanti.
Decisi di dargliela. Presi la rosa che Alfred mi aveva portato e la portai alla bocca, intrappolando il gambo con i miei denti. Per fortuna era finta, altrimenti mi sarei fatto molto male.
"Questa è per te" dissi a denti stretti.
Il suo volto si illuminò all'istante ma notai subito una scintilla diversa farsi spazio. Era la stessa di quella mattina per terra, ma meno intensa. Si sporse verso di me posando le sue labbra sulle mie e, con un gioco di denti, riuscì e prendere lui il gambo. Poi l'afferrò con le dita e tracciò il contorno dei petali con i polpastrelli. Sollevò gli occhi e ci guardammo a lungo. Fu uno scambio di sguardi intenso, ricco di passione, quasi elettrico. Decisi che dovevo dirglielo, dirgli tutto quello che provavo, quelle tre magiche paroline che non avevo mai detto a nessuno. Sembrò che lui ebbe la mia stessa idea.
"Io..." dicemmo insieme.
"Prima tu" continuò stavolta Harry.
Okay, potevo farcela.
"Io ti amo, Harry Styles" dissi tutt'un fiato.
"Io ti amo, Louis Tomlinson" continuò lui scandendo bene ogni lettera.
Ci sorridemmo. Fu come essersi tolto un peso dallo stomaco.
"Ti avevo anche preso i cioccolatini a forma di cuore" scherzai.
"Al diavolo i cioccolatini. Mi sono lavato i denti. Ora l'unica cosa che voglio sei tu" disse seducente.
Si gettò letteralmente addosso a me e inziò a baciarmi. Allaciai le mie mani dietro il suo sedere.
Sarebbe successo, quella notte, in quell'hotel, su quel letto matrimoniale e ne ebbi la conferma quando Harry lo disse.
"Voglio fare l'amore con te, Louis."

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